(speciale, numero triplo!)
luglio-dicembre 2004

bimestrale di cinema, cultura e altro...

n° 11
Reg.1757 (PD 20/08/01)

www.movieconnection.it/magazine

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L’esibizione-sorpresa di Ji Andri e del suo sound estemporaneo e “sociale” si stiracchia oltre il dovuto nell’attesa del maestro di cerimonie Goran Bregovich, ma quando sul prato, da un lato all’altro del palco, cominciano a rispondersi i possenti ottoni della sua banda, il pubblico del Plebiscito subito si infervora, e la febbre balcanica diventa un crescendo di partecipazione che culminerà a tarda notte in un irrefrenabile ballo collettivo.

Impeccabile nel suo abito bianco, seduto sul suo scanno, composto e sorridente, Bregovich dirige con divertita e furbesca scelta di tempi trombe, tube e tromboni della sua Weddings and Funerals Band. Al suo fianco non c’è più il massiccio Radivojevic, ma l’aggraziato Alen Ademovic; poco cambia nella singolare sincronia di suoni e voci che si crea in scena. Alla chitarra di Bregovich, al tamburo e alla fisarmonica (deliziosa) di Ademovic, risponde il piccolo coro di donne (tre in tutto) in abiti tradizionali. È un crescendo di entusiasmo quello che si percepisce tra il pubblico, che si ritrova in piedi, sulle sedie, a battere la mani a ritmo, a danzare sull’erba. Anche il cielo sembra non insensibile al tumulto sonoro che avvolge la serata, il vento si alza e gonfia i teloni del palco, ma è sempre la musica a far da padrona: è una vera esplosione sonora quella che con “Kalashnikov”, nel fatidico bis, avvolge la platea. L’eco della gente, che canta a squarciagola, non è da meno.
e.l.
(Padova 9 luglio)

 
 

L’abito grigio si addice a Michael Nyman. Curvo sul suo strumento, lo sguardo incollato al “lenzuolo” di spartiti che appoggiano sul pianoforte, rapito dalla propria musica, l’autore suadente di Lezioni di piano, il compositore ossessivo di Peter Greenaway, riesce a ricreare, appena tocca la tastiera, la magia elegante e appassionata della sua musica. Tra minimalismo lirico ed espressività barocca il concerto, nella sala del Casino di Ca’ Vendramin Calergi, passa quasi come un piccolo evento nel calendario dell’estate musicale veneta, ma il pubblico presente all’appuntamento (numeroso nei limite della capienza) si può considerare privilegiato: il momento musicale non è solo di intensa atmosfera, ma regala sprazzi di originalità e avanguardia sonora che non sempre si ha l’occasione di incontrare. Dopo un primo “tempo” in cui sono stati riproposti, con dedizione e sudore, i brani più famosi, nella seconda parte Nyman ha eseguito una nuova partitura atta ad accompagnare le immagini di  un classico  del cinema  muto qual è A propoi de Nice di Jean Vigo e Boris Kaufman (1929). Una sorpresa in un concerto sorprendente, ricco di pathos e di raffinatezza.
A chiudere, per rispondere all’entusiasmo di tutti, ulteriori brani-sorpresa, tra i quali non poteva mancare il tema di
Prospero’s Book. I ritmi e le melodie di Nyman entrano sotto pelle con suadente leggerezza, un immaginario sonoro che costruisce, di suo, uno spazio visivo (visionario?) autonomo, anche senza bisogno di uno schermo che si illumini.
e.l.
(Venezia 11 luglio)

www.michaelnyman.com

 
 

Quello con la voce di Sarah Jane Morris non è un semplice approccio musicale, è un contatto sonoro desueto e dirompente. Tra pop, soul e jazz la cantante americana ha dato prova di come la forza di un’interpretazione possa supplire a un impianto di composizioni non particolarmente brillante ma capace di avvincere proprio grazie al carisma del personaggio. Sulla scena dalla fine degli anni ’80 (il primo disco è del 1989), abile nel disimpegnarsi anche con repertori di Brecht e Weill  (con la Royal Liverpool Philarmonic Orchestra) la Morris per il suo ultimo


 

disco, Love and Pain, ha composto personalmente musica e parole, con un risultato incisivo anche se un po’ monocorde. Eccezionale comunque la formazione d’accompagnamento (Kevin Armstrong chitarra, Henry Thomas basso, Martin Barker batteria) che sa dare ai brani un brio e un'accuratezza sempre mirabili; quando poi Sarah e compagni “si concedono” nella riproposta di qualche classico, il feeling con il pubblico è straordinario: in qualche momento, chiudendo gli occhi, non si possono non ritrovare vibrazioni che solo Janis Japlin sapeva dare.
              e.l.
(Bassano 26 luglio)