novembre-dicembre 05
gennaio 2006

trimestrale di cinema, cultura e altro...

n° 15
Reg.1757 (PD 20/08/01)

 


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LE MERAVIGLIE DELLA PITTURA TRA VENEZIA E FERRARA:
da Bellini a Dosso, a Tiepolo...

di Maria Cristina Nascosi
Rovigo 22 gennaio – 4 giugno 2006

     Una mostra tra due fiumi (il Po e l’Adige) per dirla con le parole del curatore, Vittorio Sgarbi. È quella che da poco si è aperta a Rovigo, a Palazzo Roverella (appena ristrutturato), dimora di stile ferrarese alla quale non dovrebbe essere estranea la mano del grande Biagio Rossetti,  l’architetto, cui è attribuito l’omonimo Palazzo ferrarese di corso Giovecca e che rese la Città Estense, a livello urbanistico, la "Prima Città Moderna d’Europa" (1492).
La rassegna, che comprende 150 pezzi d’eccezione datati tra il ’400 ed il ’700, in grado di elevare - per dirla ancora con Sgarbi – la città di Rovigo a città d’arte non certo inferiore a Venezia o Bologna o Ferrara stessa:”…Quasi ogni momento della grande pittura veneta è presente con esemplari di assoluta novità". Così si va da una delle più soavi Madonne col bambino di

a rassegna, che comprende 150 pezzi d’eccezione datati tra il ’400 ed il ’700, "in grado di elevare Rovigo" - per dirla ancora con Sgarbi – a città d’arte non certo inferiore a Venezia,  a Bologna o a Ferrara stessa: ”…Quasi ogni momento della grande pittura veneta è presente con esemplari di assoluta novità." Così si va da una Madonna col bambino di Giovanni Bellini (una delle più soavi, un Bellini rosa) alla spericolata Morte di Cleopatra di Sebastiano Mazzoni, al più intenso ritratto maschile di Tiepolo, l’umanista Antonio Riccobono… "Al patrimonio locale pubblico, museale ed ecclesiastico, sufficiente, senza particolari artifici, a meritare per la benedetta Rovigo la sospirata condizione di città d’arte, ho voluto aggiungere notevoli e curiose opere di provenienza privata, tra cui quelle delle collezioni De Stefani, Gallo, Fava, oltre che della Fondazione Cavallini Sgarbi, richiuse in un ambito territoriale tra Rovigo, Ferrara e Padova. Se dalle chiese della provincia – date note le opere delle collezioni come la Silvestri e la Casalini, confluite nelle pinacoteche dei Concordi e del Seminario – arrivano opere quasi o del tutto sconosciute di Garofalo, Dosso Dossi, Pietro Vecchia, Antonio Zanchi, Giuseppe Maria Crespi, dalle collezioni private, costituite negli ultimi decenni, emergono notevoli testimonianze": di Antonio e Bartolomeo Vivarini (due mai visti scomparti del polittico già nella chiesa del San Francesco a Padova), di Jacopo da Valenza, di Antonio da Crevalcore, di Antonio Cicognara (la pala già nella chiesa di San Pantaleone a Cremona), di Ludovico Mazzolino (una raffinatissima Adorazione del Bambino, splendente come una miniatura). E ancora due tavole del raro Johannes Hispanus; tre, inedite, di Marco Palmezzano (di cui è in atto una splendida personale a Forlì); una nuova Annunciazione di Girolamo da Carpi.
Ancora novità ferraresi sono la Sacra Famiglia di Bastarolo, il Cristo morto fra gli angeli di Bastianino, la Metafisica e i cinque sensi di Gaspare Venturini, la Sibilla di Bononi, con altre opere inedite dello stesso pittore.
E poi il Camillo Ricci, i tre Caletti, il Loves, lo Zalone con il suo Angelo parlante ai sordi e ai santi; e i due teleri di Damini, il raro, ed esaltato nel colore, Tarquinio e Lucrezia di Matteo Ponzone, ancora tizianesco ma consapevole del Barocco; tre equilibratissimi e sapienti Carpioni; un solenne Giudizio di Paride, con la testa scontrosa del giovane coronata dall’alloro della fama, opera capitale di Karl Loth.
Giandomenico Tiepolo è rappresentato con una originalissima Santa Margherita da Cortona, che riscatta l’iconografia consueta in una vibrazione di polvere e di pulviscoli d’oro. Umanissima e disarmata è la Donna di Lorenzo Tiepolo.

Opere rare e poco conosciute, di noti e meno noti maestri tra il Quattrocento e il Settecento, come si diceva più sopra: Rovigo riceve, riproponendo, a sua volta, testimonianze dell’arte veneziana e di quella ferrarese: in mostra opere fino ad ora ignote, ai più.
Un percorso artistico canonico in cui, tra l’altro, sono a confronto la visione di Giovanni Bellini – Giambellino e quella di Alvise Vivarini, nell’iconografia della Madonna col Bambino o di Johannes Hispanus e di Garofalo che, forse, si incontrarono a Ferrara.
Insomma una Piccola Città, Rovigo, oggi grazie alla ‘mostra bella’, tutta da scoprire: un modo per riscattarsi dai secoli di penombra che, malgrado sé, ha timidamente attraversato per assurgere oggi, finalmente, allo splendore che grazie alle sue opere d’arte esposte può rispolverare. E che le spetta.