maggio-giugno
luglio 2006

trimestrale di cinema, cultura e altro...

n° 17
Reg.1757 (PD 20/08/01)

     Un semestre davvero funesto per l'ambiente padovano dell'architettura. In pochi mesi hanno repentinamente interrotto il loro progetto esistenziale tre nomi conosciuti come Adriano Campioni, Leonardo Rampazzi e Benedetto Vettore. Così questo numero di MCmagazine vuole essere uno speciale omaggio a uno di loro,  un ricordo non solo "coerente" visto l'appassionato e competente interesse di Rampazzi per il cinema, ma anche "amichevole" poiché proprio sua moglie, Cristina,  fa parte da sempre della nostra redazione. Un abbraccio virtuale a lei e a Leonardo.

 

un commiato
Aldo Peressa
(chiesa di San. Benedetto - 24 giugno 2006)

   Mi è stato chiesto - da parte dei familiari - di dire qualche parola in ricordo di Leonardo Rampazzi. Cercherò di farlo, conscio della completa mia inadeguatezza all’importanza e alla solennità del momento e della persona.
Leonardo è innanzitutto uomo che per la nobiltà del tratto e per la signorilità dei modi - tanto più in un’epoca di pessimi nobili e villani costumi - meriterebbe una grande orazione funebre pronunciata nelle forme più classiche piuttosto delle modeste espressioni che io sono in grado di elaborare.
Il suo modo alto, il suo stile colto e semplice insieme nel proporsi, nell’affrontare le questioni della vita ne hanno fatto - per me e, penso, per tutti coloro che l’hanno conosciuto - un esempio di opposizione al luogo comune, una risorsa alla barbarie della quotidianità.
Leonardo è stato un uomo che ha esercitato nel modo più ricco e generoso la disciplina della parola e della parola fatta scrittura.

Molti - e non solo chi per ragioni professionali, i suoi colleghi, i suoi studenti – hanno saputo apprezzare le sue doti di conversatore, la sua inesauribile capacità di risvegliare curiosità e interesse nell’interlocutore, la sua attitudine maieutica e prodiga di arricchimento personale.
Con lui si è riproposta quella disciplina del dialogo che chiamiamo socratica.

Oltre che un educatore Leonardo Rampazzi è stato un architetto. E io questo aspetto lo voglio sottolineare con forza perché nella dedizione, nella continua ricerca, nel continuo lavorio intellettuale e critico che ha regalato a questa disciplina è stata profusa gran parte della sua vita.
E ciò rende conto di un fatto: che senza amore, senza  disinteressato agire non ci si può prendere cura di una così alta espressione dell’animo umano.
Come forse qualcuno di voi io sono un uomo smarrito e pieno di dubbi e di fronte alla morte di Leonardo  mi faccio una domanda: che ne sarà della sua intelligenza, della sua capacità di penetrazione dei concetti, della sua abilità ironica e gioiosa di disvelamento dei nessi tra cose diverse, dell’ansia di proposizione delle sue idee, della sua sensibilità di dialogo? Dove andrà a finire tutto questo?
 
Ecco, non so darmi risposta, ma questo sento che già mi manca...

Infine, una sola preghiera: nel corso di questa cerimonia, di questo rito - vi prego - non applaudite. Leonardo non l’avrebbe apprezzato. Un uomo educato all’ascolto, vissuto in un ambiente votato alla musica saprebbe riconoscere l’alto valore della pausa, l’alto valore del silenzio, del sereno raccoglimento.

Leonardo Rampazzi (Vicenza 9/9/1941 - Padova 22/6/2006) dopo la laurea in Architettura a Venezia, ha collaborato con Aldo Rossi e come assistente di Composizione architettonica col prof. Nino Dardi. Successivamente ha assunto la cattedra di Architettura e Discipline geometriche presso il Liceo Artistico di Padova, città in cui risiedeva.
Cresciuto in un ambiente ricco di stimoli culturali (Cage, Nono, Maderna, Calvino, Montale hanno frequentato la casa della madre Teresa, pioniera della musica elettronica in Italia), all'insegnamento ha sempre affiancato, oltre alla libera professione, un'intensa attività di studio e di ricerca, che, partendo dal suo interesse primario, l'architettura, ha coinvolto altri settori quali la storia dell'arte, il cinema, la musica. Scrittore instancabile e quasi ossessivo, ha collaborato alla rivista Anfione E Zeto.

 

in rete dal 31 luglio 2006

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