agosto-settembre
ottobre 2006

trimestrale - cinema, cultura e altro...

n° 18
Reg.1757 (PD 20/08/01)

Maria Cristina Nascosi
Nata per acqua. Born for water
Poesie - Ferrara, Edizioni Cartografica / Gruppo CARIFE, 2006


Nata per acqua,
nata dall’acqua.
Il mio confine
è la terra.
Il mio limite
il cielo.
Se lui
non fosse caduto
non fremerei
pianta.
Non sarei
- liquido destino -
di un rivo
che l’acqua
- per sempre -
ha reso eterno.
 

 

 


Born for water,
born by the water.
My bound
is the earth.
The Sky
is my limit.
If he
wasn’t fallen,
I shouldn’t throb
like a tree.
I shouldn’t be
- fluid destiny -
of a river
perpetuated
by the water.
 

    “…L’acqua come elemento unificante di un dialogo che si snoda attraverso ventitrè liriche; un’acqua che è come la scrittura: permanente e inesistente un attimo dopo, eterna e mai se stessa…sempre. Nata per acqua / Born for water è il titolo della raccolta di poesie di Maria Cristina Nascosi, giornalista, critico, scrittrice e traduttrice, che da anni si dedica allo studio, alla ricerca ed alla conservazione della lingua e della cultura della “sua” Ferrara. La raccolta è affiancata dalla traduzione in inglese delle poesie e corredata da incisioni realizzate da Marisa Carolina Occari Zampini. Dalla delicatezza di una goccia di pioggia alla forza ed alla potenza di un grande fiume come il Po, l’acqua di Maria Cristina Nascosi ci ispira pensieri, sentimenti e sensazioni di grande e rara suggestione..."

Nicola Squitieri - L’Avanti

     "Mi preme richiamare l’attenzione su un altro carattere specifico del volume, cioè la redazione in inglese. Essa non è mai una piatta e banale auto-traduzione: al contrario la Nascosi sa sfruttare i valori propri della lingua britannica (non per nulla non ricorrono mai americanismi) per creare da un medesimo spunto due liriche (italiana e inglese) autonome per suono e suggestione. Talvolta, anzi, il testo anglosassone pare più efficace nel rendere il pensiero di quello italiano…
Sono ancora molti altri gli stimoli contenuti in questa gradevolissima raccolta, come la sua chiusa, dove un’immagine dantesca (la montagna del Paradiso avvistata da Ulisse sull’orizzonte oceanico) viene trasformata nell’amara metafora di una cocente delusione, pur mitigata da un latente afflato religioso che percorre tutto il libretto…"

Roberto Montagna – La Pianura