(luglio) agosto- settembre
ottobre
2009

trimestrale di cinema, cultura e altro... ©

n° 27
Reg.1757 (PD 20/08/01)

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   La mostra dedicata a Telemaco Signorini e la pittura in Europa inaugura degnamente il nuovo corso di Palazzo Zabarella, che ha da poco festeggiato, con grande successo di critica e pubblico, il primo decennale di attività.
James Tissot - La figlia del capitano (L’ultima sera), 1873 Fino al 31 gennaio 2010 sarà possibile ammirarla nella bella sede padovana: un’esposizione dal taglio decisamente internazionale che propone i massimi capolavori dell’artista toscano (oltre 100 le opere esposte, un album di prestatori internazionale che comprende anche il parigino Museo d’Orsay, L’Absinthe, e l’Hermitage di Pietroburgo ) a confronto con quelli di altri grandi maestri della pittura europea del momento, da Van Gogh a Tissot, da Toulouse-Lautrec a Courbet a Corot...
Esempi di un affascinante itinerario espositivo, che documentano l’intero percorso artistico di Signorini, presentando tutte le sue opere più significative e famose, arricchendolo di confronti forti, mirati, precisi, mai pretestuosi, con gli altri grandi protagonisti della storia dell’arte in Europa negli ultimi decenni dell’Ottocento.
Edgar Degas - Dans un café (L’Absinthe), 1875-1876 Ne emerge la grandezza del fiorentino, unico, o quasi, tra i Macchiaioli a godere, già in vita, di un successo e di un mercato veramente internazionali. A suo favore giocarono, oltre all’indubbia maestria, la frequentazione dell’ambiente inglese di Firenze, i numerosi soggiorni prima in Italia e poi in Francia e Inghilterra dove entrò in contatto con un ambiente artistico in pieno fermento che certamente influì sul suo stile.
Fine intellettuale, Signorini venne riconosciuto in Italia e in Europa anche per le sue qualità di critico militante, attento a ciò che accadeva nel mondo dell’arte ma anche nella società.
E fu conscio anche di questo, tanto da doverne ‘rendere conto’ nel 1893, quando sentì il bisogno di riflettere sulla vicenda macchiaiola di cui era stato assoluto protagonista, pubblicando “Caricaturisti e caricaturati al Caffè Michelangelo”, un testo essenziale di critica e storia dell’arte declinate “a modo suo”, attraverso la chiave davvero inconsueta della caricatura. Un grande, Telemaco Signorini e, come tutti i grandi, un antesignano.

Ferrara Arte in collaborazione con lo Sterling & Francine Clark Art Institute di Williamstown dà ospitalità all'opera di Giovanni Boldini proprio nella più bella galleria d’arte della sua città natale, il Palazzo dei Diamanti. La mostra a lui dedicata, curata da Sarah Lees, sarà in parete fino al 10 gennaio 2010 per divenire itinerante dal 14 febbraio quando sarà visibile a Williamstown (vi resterà fino al 25 aprile).
Dopo oltre 40 anni Ferrara torna così a celebrare il genio di uno dei suoi massimi figli: risale, infatti, al 1962 la mostra che si tenne a Ferrara a Casa Romei e, in péndant, a Parigi al Museo
Jacquemart-Andrè.
Questa volta allo studio c'è un solo particolare capitolo della sua carriera, quello del
primo periodo parigino, dal 1871 al 1886. La mostra indaga infatti l’evoluzione della sua pittura in quegli anni decisivi e getta nuova luce su una fase per lui determinante, ma ancora oggi poco studiata. Opere in alcuni casi mai esposte in Italia (quadri di genere, vedute cittadine, paesaggi, fino ai famosi ritratti dei protagonisti dell’alta società), in altri già ammirate nella mostra di Palazzo Zabarella a Padova (2005) di cui comunque questa mostra ferrarese rappresenta un’imprescindibile precisazione per conoscere più da vicino il genio Boldini.
L'esposizione spazia dai lavori dell’esperienza macchiaiola alle vedute urbane, dai paesaggi, agli interni d’atelier, alle scene di teatri e caffè per arrivare fino alle opere degli anni Novanta che chiudono il percorso espositivo, dando, dell’artista, il senso della sua innata anticipazione artistico-stilistica che ben preclude al Futurismo. L'offerta visiva spazia tra novantaquattro capolavori provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private internazionali, prime testimonianze di quelle doti di ritrattista che resero celebre il Maestro ferrarese nel mondo.

Maria Cristina Nascosi