giugno 2012

quadrimestrale di cinema, cultura e altro... ©

n° 32
Reg.1757 (PD 20/08/01)

  Nuovo numero doppio per coprire i nostri due festival preferiti (dopo Venezia) e per dare testimonianza del puntuale "recupero d'autore" a cui da qualche anno si dedica a Padova il cinema invisibile. Nel novembre dello scorso anno sono scomparsi De Seta e Ken Russell: un tributo era loro dovuto! Così come meritava un omaggio Jafar Panahi messo a tacere dal regime iraniano. Ma vogliamo qui segnalare anche l'articolata pagina web dedicata al noir, che nasce come lavoro di sintesi a chiusura del corso organizzato dal circolo The Last Tycoon. Sempre in tema di rassegne trovano spazio in questo numero quella realizzata in collaborazione con il comune di Selvazzano, Donne in bilico, senza rete, e la nuova veste, strutturale e logistica, di cinélite. Buon ultima una "segnalazione musicale". L'indagine sulle cover con cui dagli anni '60 la canzone italiana (?) si è fatta bella senza alcun pudore, ha richiesto una ricerca accurata, ma la l'elenco che ne è uscito crediamo possa essere un simpatico contributo vintage per quanti hanno canticchiato inconsci molti successi della "nostra" hit parade.

Una giovinezza musicale falsata dalle cover! Chi si è appassionato alle canzoni italiane, che negli anni '60 hanno cadenzato l'iniziazione pop di una generazione, ha dovuto confrontarsi nel tempo con la disillusione di scoprire tra i tanti titoli di amata orecchiabilità un bluff autoriale che nascondeva dietro il fervore creativo dei gruppi nostrani un background di grandi successi per lo più anglosassoni, astutamente tradotti e adattati. Certo alcuni brani si presentavano onestamente come arrangiamenti made in Italy ma ben più numerose sono le songs tacitamente tradotte, spacciate come propri guizzi musicali, in un "silenzio" che spesso investiva anche l'aspetto legale dei diritti d'autore, complice l'ingenuità di artisti ed autori internazionali.
Nel tempo poi la cosa ha assunto una sua doverosa dignità, dichiarata e tonificata da interpretazioni/rivisitazioni di riconosciuto omaggio (come i remake per il cinema), ma resta all'oggi sbalorditiva la vastità della mappa-cover della canzone italiana. Va detto che brillano anche sporadici casi, inversi, di canzoni che abbiamo imparato ad apprezzare in inglese e che invece possono vantare un imprinting tutto italiano, ma, presi dal vortice della "scoperta" retrospettiva, che dire nel ritrovare anche in classici d'autore () l armonie sonore di (per noi) sconosciuti lavori antecedenti?

covers.pdf

Nota a margine: ammettiamo la nostra esterofilia. Di tutte le cover individuate per lo più apprezziamo maggiormente l'originale. Fa eccezione la classe di Mina e... Una ragazza in due! La versione dei Giganti non è fastidiosamente gridata come quella di Mitch Murray. Il suo contrappunto sentimentale resta dolce e possente ancor oggi (o forse lo è solo per noi nostalgici?).

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tutta la redazione festeggia con Anna e Giacomo il loro matrimonio !!!


26/5/2012

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