Alice in Wonderland |
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miglior scenografia (ROBERT STROMBERG E KAREN O'HARA) migliori costumi (COLLEEN ATWOOD) |
Nella
fantasia di Lewis Carroll, Alice è una bambina intelligente che piange
spesso; nel film di
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Lietta Tornabuoni - L'Espresso |
Tim
Burton, uno dei rari geni ancora reperibili su grande schermo, «doveva»
incontrare il cult-book del reverendo professore Lewis Carroll ed è forse
questa la causa dell'impressione deludente.
Alice in Wonderland
chiama senza dubbio a raccolta l'intero caravanserraglio burtoniano sotto
le insegne della committenza Disney: restando stretti in quest'ottica,
però, la valutazione risulta penalizzata perché il legame con la versione
supervisionata dallo stesso Walt nel 1951 rende la sortita vulnerabile in
partenza. Girato alternando l'animazione bidimensionale con le riprese dal
vero e poi gonfiato in 3D col digitale, il film ricalca, infatti, per
larghi tratti il controverso modello nel raccontare le peripezie
dell'eroina anti-vittoriana caduta nel buco dell'immaginario; ma il bello
(il brutto) è che a sciogliere il rompicapo, appesantendo molto il ritmo,
provvedono proprio le poche ma clamorose varianti personali. Tra le quali
la trasformazione della maliziosa bimba in una ragazzotta para-femminista
che avanza tra i nonsense con l'irritante aria di poterli risolvere senza
alcun turbamento e l'interpretazione del Cappellaio Matto Johnny Depp
espurgata della cruciale corda eversiva, lasciata tutta inopinatamente
alla Regina Rossa. Ciò detto non si può non cogliere lo spirito da vecchio
prestigiatore che sopravvive all'espediente tecnologico e anzi lo impregna
nei gangli nient'affatto secondari di costumi, trucco e scenografia,
conferendo al Sottomondo almeno un po' dell'inquietudine dark tipicamente
burtoniana; nonché la progressione spettacolare di duelli e battaglie, che
assomiglieranno pure ai vari
Narnia o addirittura ai videogame, ma
riescono comunque a offrire al difficile pubblico d'oggi pane per i suoi
denti. |
Valerio Caprara - Il Mattino |
promo |
Alice è una diciassettenne che rifiuta un matrimonio combinato e sogna di diventare un capitano dell’industria. Fuggendo dalla festa dove avrebbe dovuto essere presentata in società, si trova in un mondo molto strano, popolato da creature fantastiche. Lì troverà il bianconiglio sempre in ritardo, il cappellaio matto, la regina bianca e quella rossa... Burton reinterpreta il personaggio di Lewis Carroll presentandone una versione più adulta e fa appello a tutto l’armamentario fantasmagorico del suo cinema. Chi ama l'Alice originale può essere sconcertato, ma non si può non amare le due invenzioni affascinanti. Memorabili gli effetti speciali e quel fantasmagorico Johnny Depp-Cappellaio Matto, occhi stellanti e aria sognante, metà clown e metà scienziato pazzo. |
cinélite
TORRESINO
all'aperto:
giugno-agosto 2010