All About Women
Tsui Hark - Cina 2008

Dalla Cina e da Hong Kong arrivano invece All About Women di Tsui Hark e Connected di Benny Chan. Il primo è la nuova voluttà creativa, ennesimo cambiamento di genere, provocazione stilistica di un autore già entrato nella storia del cinema di Hong Kong, ora in trasferta nella più vantaggiosa e proficua Pechino: “è sempre affascinante vedere un grande regista come Tsui in un’evoluzione che, dalle prime commedie di rottura delle convenzioni di genere, a Hong Kong negli anni Ottanta, passando attraverso una reinvenzione di thriller e film di fantasmi di fine anni Ottanta e inizio Novanta, arriva fino all’attuale ridefinizione della sua energia e della sua visione in un confronto intenso, demenziale e maniacale con la cultura pop cinese dell’inizio del XXI secolo”. Lo spirito anticonformista e il desiderio di rottura in effetti non viene a mancare nemmeno in All About Women, partendo già dal titolo, che, senza troppe interpretazioni, pone l'accento su quella che è, di fatto, la struttura del film, costruita su tre personaggi femminili frutto dei cambiamenti della Cina contemporanea, post-olimpica, globalizzata e, in certa misura, di tendenza. E già questo costituisce di per sé il cardine dello slittamento dell’epicentro di un interesse, dell’attenzione, della curiosità, sia da parte della figura di un regista da sempre legato alla costruzione di fantasie cupe, virili, d’azione più che di sentimenti, sia da parte degli spettatori che, indirettamente, richiedono, desiderano, e più apertamente, scelgono e apprezzano (e i dati al box office lo confermano) storie sentimentali nelle quali ci si può identificare abbastanza agevolmente. Ciò non significa tuttavia che vi si ritrovi un carattere omogeneizzante all’interno di tutti i film di genere sentimentale (ne è un esempio un altro titolo presente al Festival, If You Are the One di Feng Xiaogang, una commedia romantica, satira sul tema della solitudine e delle contraddizioni tra amore e matrimonio, e uno dei più grandi successi della scorsa stagione cinematografica cinese, con al centro ancora una volta i legami e le passioni delle donne).
Dunque un'incursione nell'animo femminile, come se stesse svelandosi un'attitudine sommersa, piena di questioni opponibili, in transizione verso la consapevolezza delle proprie possibilità e dal fascino estetico ideale, che, nelle mani della fervida autorialità di Tsui Hark diventa un calembour visivo debordante, dove il complesso della forma cinematografica viene estremizzato nella ricerca di invenzione, ritmo, colore e geometrie variabili. Le tre protagoniste di
All About Women sono una ricercatrice medica che fa esperimenti sui feromoni, una musicista heavy metal e scrittrice di romanzi su internet e una manager di una società di investimenti tecnologici: “donne potenti, brillanti, esilaranti, di sublime bellezza” impegnate in rapporti con “uomini sfortunati che non possono fare altro che starsene a guardare, ipnotizzati, sconfitti ed esaltati nella più sleale delle competizioni”. Al di là di ogni osservazione esegetica o giudizio apodittico l’ultimo esperimento di Tsui rimane un innegabile diletto per la visione, capace di evocare e suggerire e non far dimenticare le infinite derive immaginative del cinema.
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Alessandro Tognolo - MC magazine 26 giugno 2009