Gli amanti del Pont-Neuf (Les amants du Pont-Neuf)
Leos Carax  - Francia 1991 - 2h 5'


    Qual è il volto del cinema francese anni 90? E' possibile identificarlo con la raffinata sensibilità di Bertrand Tavernier o con il saggio blaterare delle commedie morali di Rohmer, o forse il suo vero aspetto è nel filmare nervoso, trasgressivo ed effettato di giovani autori quali Beineix, Carax?
Il clamore suscitato da
Les amants du Pont-Neuf, il suo straordinario successo in patria ed il positivo riscontro internazionale ridanno attualità al quesito offrendo l'occasione di confrontarsi con un'opera indiscutibilmente originale, forte di una passionalità stranita e ridondante, di uno stile esasperato tra introspezione e gigantismo, di una recitazione al limite del coinvolgimento e dell'identificazione.
Alex e Michele sono due cuori alla deriva, lui (Denis Lavant) è un saltimbanco alcolizzato, lei (Juliette Binoche) una pittrice distrutta da una incombente cecità. Due vagabondi disperati, due barboni che del Pont-Neuf fanno il loro rifugio sentimentale, il luogo emblematico di un amour fou sconvolgente che vive di incertezze umorali, di estemporanei entusiasmi e di abbrutenti solipsismi.
Dalle sequenze iniziali che ci immergono nel mondo perduto dei clochard parigini con la forza greve del documentario-verità, al fantasmagorico iperrealismo dei fuochi d'artificio del 14 luglio, dalle sottili citazioni cinefile (su tutte quella del barcone che rimanda esplicitamente all'
Atalante di Jean Vigo), al fuoco violento del dramma e al "candore" dell'inatteso finale, i due protagonisti condensano nel melò della fiction le loro personalità di attori-feticci del cinema di Carax: Juliette Binoche, attrice colta e riflessiva, è nella vita la sua compagna (e, in questa occasione, autrice sia dei disegni usati nel film per il suo personaggio, sia del manifesto pubblicitario dell'edizione francese), Denis Lavant è l'alter ego del regista, già interprete-Alex dei suoi film precedenti (Boy Meets Girl, Rosso sangue), appassionato e impulsivo, pronto ad immedesimarsi con sofferta disponibilità.
"Io e Juliette abbiamo messo molto cuore in questa storia. E' un film in cui abbiamo molto creduto e molto investito. Io per entrare nel ruolo del barbone ho incontrato barboni veri, ho sentito le loro storie. E, soprattutto nella prima parte della lavorazione, quella svoltasi nel vero Pont-Neuf parigino, è stato duro immergersi nel ruolo, portarsi a casa la faccia e la psicologia del clochard... Leos Carax lavora molto a tavolino, prima di girare controlla minuziosamente i dialoghi e le scene, non lascia nulla al caso. È un uomo molto esigente, con se stesso e con gli altri. Crede in quello che fa, cerca di avvicinarsi il più possibile alla realtà e alla sua ricerca artistica non pone limiti...".

e.l.                       

LUX programma infrasettimanale marzo/maggio 1992 - PRIMA VISIONE