Otto momenti della vita del monaco pittore di icone Andrej Rublëv vissuto tra il 1370 e il 1430: un viaggio a Mosca; una prima discussione col pittore greco Teofane sul rapporto tra uomo e Dio; una seconda su come dipingere la Passione; una festa pagana tra i boschi; il lavoro di Rublëv a un affresco sul Giudizio universale; l’invasione dei Tartari e la difesa da pane del monaco di una sordomuta; il ritiro in un convento; la fusione di una campana che fa capire a Rublëv l’importanza dell’arte per il popolo. Biografia di uno dei grandi artisti russi del passato (sceneggiata da Tarkovskij e Konĉalovskij) trattata come un affresco nei quale i fatti storici si mescolano alle riflessioni sui rapporti tra artista e potere, artista e popolo. Dalla rappresentazione storica sì passa continuamente, in ognuno degli otto episodi ai giudizio critico e il «realismo», a volte molto crudo della ricostruzione drammatica, si dilata nell’interpretazione di alcuni problemi della società contemporanea. La solenne lentezza del ritmo è amplificata dal suggestivo effetto spaziale dello scope in bianco e nero. Nel breve epilogo a colori il Dio della Trinità dipinto da Rublëv guarda solenne, ma finalmente vicino e comprensibile, l’uomo. Girato tra il 1965 e il 1967, presentato a Cannes nel 1969, fu proiettato in URSS soltanto nel 1972. |
Dizionario dei film – a cura di Paolo Mereghetti |
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settembre-dicembre 2003
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la proiezione sarà introdotta da Adone Brandalise