Angel - La vita, il romanzo
François Ozon - Gran Bretagna/Belgio/Francia 2007 - 1h 58'

     La vita è un romanzo, ripete Ozon come Resnais imboccando la strada del melodramma vecchio stile con un'eleganza cinefila che lascia però aperta anche una lettura emotiva da grande narrativa e grande pubblico. Alla base c'è un romanzo della Taylor, non Liza, che parla di una fiammeggiante scrittrice di provincia (ispirata alla vittoriana Maria Corelli) che nel primo '900 inglese ottiene soldi, fama e un pittore bohémien, in attesa che la guerra la travolga. Sulla falsariga dei melò di Bette Davis, Ozon, sempre complice di caratteri femminili anche mostruosi, racconta la storia come una sinfonia, col piacere dell'esperto di passioni, scherza sulla natura del successo. Lo fa con raffinatezza eccezionale (scene, costumi, arredi, la musica che ricorda il Max Steiner di Perdutamente tua) e dirigendo la brava Romola Garai, che qui non arriva alla espiazione, il tempestoso Michael Fassbender e la magica Lucy Russell, l'unica che è davvero capace di amare.

Maurizio Porro  - Il Corriere della Sera

    Pare che persino Vanessa Redgrave, attrice sublime e certamente non incolta, sentendo parlare dei libri di Elisabeth Taylor l'abbia scambiata per la celebre diva esclamando: «Non sapevo che scrivesse». Un disguido comprensibile visto che la Taylor di cui parliamo (1912-1975), assurta a buona fama nel dopoguerra, è attualmente una scrittrice di nicchia.
Il fatto che il regista francese
film precedente in archivio François Ozon film successivo in archivio, innamoratosi del romanzo Angel (apparso nel 1957 e rieditato in Italia da Neri Pozza), l'abbia portato sullo schermo potrebbe ora riabilitare una firma ingiustamente dimenticata. Il film è un melò in costume girato senza badare a spese in un impeccabile stile Hollywood Anni 40/50: protagonista Angel, provinciale inglese povera e ambiziosa che agli inizi del '900, riversando sulla pagina i suoi sogni di grandezza, diventa una scrittrice di successo e si convince di vivere nell'illusorio mondo fabbricatosi su misura finché un matrimonio infelice non ne spezza l'incantesimo.
Ispirato (così si dice) alla figura vera di Marie Corelli (1855-1924), romanziera che pur dileggiata dalla critica annoverò fra i suoi estimatori alcuni membri della famiglia reale, Angel è un personaggio tutto giocato contro quegli allettanti stereotipi che permettono l'identificazione: non è bella, è priva di maniere e istruzione e non ha neppure talento. La Taylor ce la descrive come una pennivendola arrogante ed egoista, un'anti-eroina sempre al limite dello sgradevole e del grottesco che non possiamo amare. Tuttavia il ritratto è talmente ricco di sfumature da non risultare solo impietoso: pagata a caro prezzo, l'ossessiva immedesimazione di Angel nelle sue fantasiose romanticherie in qualche modo la riscatta sia come artista che come essere umano.
Fedele alla storia, Ozon diverge dalla Taylor nel punto di vista: si capisce che per lui il materiale del melò è sacro e attingendo a piene mani dal cinema degli adorati Douglas Sirk, Vincent Minnelli, e George Cukor non trascura nulla pur di ricrearne - fra sottolineature musicali, colori smaltati, scenografie gotiche, costumi estrosi - le caratteristiche atmosfere. Mentre la complessità del personaggio poggia sulle spalle della straordinaria Romola Garai, che riesce nell'impresa impossibile di risultare insieme insulsa e attraente, dura e fragile, spesso insopportabile e alla fine commovente.

Alessandra Levantesi - La Stampa


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Ispirato alla figura vera di Marie Corelli (1855-1924), romanziera che pur dileggiata dalla critica annoverò fra i suoi estimatori alcuni membri della famiglia reale, Angel è un personaggio tutto giocato contro quegli allettanti stereotipi che permettono l'identificazione: non è bella, è priva di maniere e istruzione e non ha neppure talento. Il film imbocca la strada del melodramma vecchio stile con un'eleganza cinefila che lascia però aperta anche una lettura emotiva da grande narrativa e grande pubblico: sulla falsariga dei melò di Bette Davis, Ozon, sempre complice di caratteri femminili anche mostruosi, racconta la storia come una sinfonia, col piacere dell'esperto di passioni.

TORRESINO - ottobre 2007

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