Un
giorno qualcuno rileggerà l'Italia del nuovo millennio attraverso il suo
cinema e scoprirà di avere in mano una gran massa di informazioni purché
sappia, come dire, decodificarle. Questo accadeva davvero, qui si allude a
un fenomeno del quale c'è traccia in altri documenti, questa battuta va
letta così, là si riconosce l'eco ingentilita o la caricatura di questo o
quel conflitto. Come se certe realtà si potessero raccontare solo a
distanza o filtrandole attraverso regole precise. A rischio di
depotenziarle. Come succede trasformando personaggi reali in cartoons, che
sono per definizione inalterabili, indistruttibili, impermeabili al dolore
e alla morte. A differenza dei personaggi delle vere commedie di ogni
epoca e paese. |
Fabio Ferzetti - Il Messaggero |
Cercate su Google le immagini di Castellabate, il paesino del Cilento dove è ambientato Benvenuti al Sud, e capirete perché il remake del film francese Giù al Nord era, checché ne dicano a Medusa e alla Cattleya, un'idea bizzarra. In Francia il Sud (la Costa Azzurra) è bello e ricco e il Nord (il Pas de Calais) è grigio e povero, e per trovare l'umanità degli «Ch'tis» - gli abitanti del Nord - occorreva tutto l'impegno del protagonista. In Italia, anche il più fesso dei leghisti sa (forse...) che il Cilento è più bello della Brianza, e quindi il terrore del nordista Claudio Bisio, di fronte al trasferimento fra i «terùn», suona credibile fino a un certo punto. Ma questo sono considerazioni a priori. Qui e oggi, secondo noi è utile che questo film esista, e che esca pochi giorni dopo le idiozie di Bossi sui romani porci. Bisio e la Finocchiaro sono strepitosi come sempre, il regista Luca Miniero (autore con Paolo Genovese del geniale Incantesimo napoletano, nel 2001) è un esperto in stereotipi. Lo sceneggiatore, Massimo Gaudioso, era nella squadra che portò al cinema Gomorra. Tutte garanzie. |
Alberto Crespi - L'Unità |
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Alberto, milanese doc, viene trasferito a San Marco di Castellabate, un paesino in provincia di Salerno. Dopo il trauma iniziale dovuto alla difficoltà di ambientarsi in una dimensione completamente differente da quella di origine, il protagonista scopre la bellezza architettonica, la gastronomia e il calore contagioso del sud che, anche grazie ai colleghi autoctoni lo porterà a liberarsi dei tanti pregiudizi nordisti e, affiancato dalla moglie Silvia, a godersi la vita con serenità. Un film dove tutto ciò che il suo soggetto richiede, i pregiudizi, gli stereotipi, l'ignoranza, la diffidenza reciproca che separa Nord e Sud, è trattato su un tono leggero e farsesco che concorre ad inanellare una serie di gag memorabili. E Bisio e la Finocchiaro sono strepitosi come sempre. |
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LUX
- novembre 2010 |
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