Boundless
Ferris Lin - Hong Kong 2013


16° Far East Film Festival

    La 16 edizione del FAR EAST FILM FESTIVAL di Udine, finestra incomparabile sul panorama della produzione cinematografica contemporanea asiatica, prevedeva quest'anno una nuova sezione dedicata al documentario.
In quest'ambito è stato proiettato
Boundless di Ferris Lin, che offre un ritratto denso e appassionante di uno dei maestri del cinema di Hong Kong, Johnnie Tofilm precedente in archivio.
Ferris Lin, nato nella Cina continentale, ha seguito To per circa due anni, durante la lavorazione di Romancing in thin air e di Drug War in Cina e di Blind Detective a Hong Kong.
Anche se il documentario, arricchito da clip tratte da una dozzina di film e da interviste a suoi collaboratori, può apparire più indicato per chi ha già una certa familiarità con i film di To, i suoi novanta minuti risultano comunque di grande interesse.
Lin evita infatti l'approccio biografico classico (non ci sono dettagli sulla vita privata di To o riferimenti sul suo lavoro per la televisione o sui film realizzati prima che fondasse la sua casa di produzione, la Milkyway Image nel 1996) e si incentra in particolare su alcuni temi: il difficile rapporto di To con la Cina e l'industria cinematografica continentale, il suo legame con Hong Kong, la sua città nativa e i cambiamenti che in essa si sono prodotti negli ultimi anni, il suo impegno per rilanciarne la travagliata cinematografia, attraverso il programma Fresh Wave (di cui il FEFF ha proiettato alcuni corti realizzati dai suoi allievi), il suo modo di lavorare con la sua troupe abituale, la sua convinzione di avere ancora molto da imparare.
Fin dalla sequenza iniziale, che lo riprende mentre strilla alla affollatissima e sgangherata troupe della Cina continentale, durante le riprese di Romancing (2012), appare evidente il disprezzo di To per le coproduzioni con la Cina continentale, dove ha girato il suo primo film The enigmatic case, ma che poi ha accuratamente ignorato per trentanni, fino a quando ha deciso di riprovarci con Romancing e Drug War. Quelle riprese, descritte in
Boundless con immagini di repertorio dal set, sembrano supportare la sua convinzione che la rinascita del cinema di Hong Kong non dipenda da coproduzioni con il gigantesco vicino, ma dal rafforzamento della propria cultura distintiva, anche attraverso il programma Fresh Wave della Arts Development Council, di cui To si è occupato per nove anni.
La critica alla scarsa professionalità dell'apparato cinese, evidenziata dal contrasto con la precisione e l'affiatamento presenti nel set di Hong Kong, si estende necessariamente ad un sistema politico incapace di dare ascolto alla gente e che considera il cinema come un'arma di propaganda, operando pesantemente con la censura, anche preventiva per quanto riguarda la concessione di finanziamenti.
Di contro il documentario ci mostra To al lavoro sul set di Blind Detective come un artigiano professionista, un uomo pratico, attento ai dettagli, che favorisce un sistema cooperativo e che ottiene una estrema fedeltà dalla sua "famiglia" di collaboratori. E' stato proprio grazie a questa fedeltà infatti, come testimoniano varie interviste, che To è riuscito a portare a termine l'ormai mitico The Mission (1999), realizzato nel periodo più buio della Milkyway, quando l'industria locale era sull'orlo del collasso e nelle casse della società non c'era neanche un centesimo.
Alcune immagini di repertorio da Sparrow (2008) testimoniano inoltre il suo grande amore per Hong Kong e funzionano all'interno del documentario come una delle sue lettere d'amore più personali a una Hong Kong ormai perduta.
Boundless ripercorre dunque a tutto campo la carriera, le idee, il modo di lavorare di un uomo, un professionista, che ha trascorso la sua intera carriera nell'industria cinematografica ed è ancora umilmente aperto a nuove idee e alla continua evoluzione del settore, ma ci fornisce anche delle chiavi di lettura sulla colossale produzione della Cina contemporanea.

Cristina Menegolli - maggio 2014 - pubblicato su MCmagazine 36