Caos calmo
Antonello Grimaldi - Italia 2007 - 1h 52'

     Un film originale, insolito nel cinema italiano. Segna, prima di tutto, l'ingresso in scena di un regista che, dopo alcune prove minori, si appresta a recitare un suo ruolo nel cinema di qualità: Antonello Grimaldi. Il suo film, ricavato da un romanzo di Sandro Veronesi e prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci, propone come protagonista un Nanni Moretti assai ben controllato, fedele alla sua estrosità di regista e insieme alla complessa coloritura del personaggio di Pietro Paladini, un manager che, nella stessa mattinata, salva una ragazza dalle onde del mare (e nessuno ringrazierà lui e il fratello, anche lui reduce da una analoga impresa) e perde la moglie. Il film suscita, fin dalle prime inquadrature, un'emozione che attraversa una storia apparentemente scombinata eppure percorsa da necessità narrativa sull'elaborazione del lutto. Che avviene in un parco con chiostro situato proprio davanti alla scuola frequentata dalla figlia di Pietro. Quanto sia penetrante l'occhio di Grimaldi lo mostra il disegno di alcune figure minori quali il proprietario del chiostro (pare non avere occhi per niente e al contrario si accorge di tutto) o il ragazzino down o la ragazza bellissima che al mattino porta a spasso il cane. Presenze vive e non macchie per animare uno sfondo che, in apparenza sfocato, si anima di osservazioni sulla marginalità, il perdurare del quotidiano, e introduce presenze fondamentali nella vita di Pietro che, vivendo in un mondo che ha smarrito Dio, si è chiuso in se stesso. Il suo corpo diventa un tamburo che esalta un senso di punizione per l'assenza di un dolore vero e che si manifesta nella cura, di sicuro nevrotica, nell'accudire alla figlia: abbandona il lavoro, si trasferisce in pianta stabile nel parco dove riceve gli amici, i parenti, addirittura il presidente di una grande industria straniera che vuol fondersi con una italiana (ciò dà luogo a una battuta sulla Trinità del simpatico ed esaltato Silvio Orlando). Sarà un'infuocata scena d'amore e le parole della figlia che gli spiegherà, sull'esempio di una lezione di scuola sulla doppia natura di alcuni vocaboli, come non tutto nella vita è irreversibile.

Francesco Bolzoni – Avvenire

    La scopata tra Nanni Moretti e Isabella Ferrari ricorda un video porno girato in casa, quando i mezzi tecnici diedero il via al pecoreccio autarchico. Saranno le autoreggenti, sarà la biancheria nera, saranno le collane, sarà Nanni Moretti senza i boxer, o forse il suo modo di maneggiare il capezzolo - scrive Lietta Tornabuoni - "come se suonasse il campanello dell'interno 6". Pagato il pegno ai chiacchieratissimi minuti, diciamo che il difetto sta nel protagonista, Pietro Paladini. Altero e saputo, reso più rigido dalla vedovanza, risulta simpatico soltanto quando si nannimorettizza. Spiegando al proprietario del baretto dove ogni giorno mangia che in un certo piatto di pasta non bisogna aggiungere il pecorino. Non tutto va con tutto, troppi ingredienti possono fare a pugni, "solo gli insicuri si preoccupano e mettono troppa roba dentro". Nannimorettizzata anche la scena con il telefonino regalato alla figlia dallo zio Alessandro Gassman, lucido di brillantina perché disegna jeans, è ricco, e frequenta altri ricchi, gente che neanche ringrazia quando viene salvata da sicuro annegamento.

Mariarosa Mancuso - Il Foglio

cinélite TORRESINO all'aperto: giugno-agosto 2008

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Più chiacchierato o più apprezzato? Caos calmo di Sandro Veronesi era un romanzo faticoso da leggersi, affollato a dismisura di personaggi secondari però incentrato su un protagonista, anche voce narrante, che morta all'improvviso sua moglie, temendo conseguenze negative di quella perdita sulla figlia decenne, lasciava un alto incarico in un'impresa di prestigio e se ne stava sulla sua auto tutto il giorno di fronte alla scuola della bambina, intento solo a quello; mentre attorno amici, parenti, colleghi gli si alternavano quasi tutti con un problema da risolvere o con una crisi personale, nella vita privata e sul lavoro. Antonello Grimaldi ha affronta con arguzia quel romanzo, sintetizzando al massimo i personaggi, e apportando, alla trama, alcune opportune varianti. Ciò che ne è uscito è un film che suscita, fin dalle prime inquadrature, un'emozione che attraversa una storia solo apparentemente scombinata e percorsa nel profondo dalla necessità narrativa dell'elaborazione del lutto. Che poi la scelta di Nanni Moretti abbia fatto ancor più convergere l’attenzione su lavoro di Grimaldi è cosa nota, così come è indiscusso che quella scena arrapata tra Nanni e Isabella Ferrari è stata la chiave vincente del blitz pubblicitario del film. Ma Caos calmo non è solo quello e la sfida di raccontare una vicenda del tutto interiore, che può esprimersi in film soltanto con battute o movimenti esteriori, è vinta proprio grazie all'interpretazione tutta “morettiana” del protagonista.