Il caso Paradine (The Paradine Case)
Alfred Hitchcock - USA 1947 - 1h 56'

     Il caso Paradine è il terzo Hitch di cui ci occupiamo, certamente minore rispetto a Rebecca e Il sospetto e soprattutto non amato dal regista che nelle sue dichiarazioni si divertì a trovare i difetti più che i pregi del film. Tra questi soprattutto la scelta degli attori: "non penso che Gregory Peck possa impersonare un avvocato britannico, perché un avvocato britannico è un uomo molto educato ed appartiene alle classi superiori. Avrei preferito Laurence Olivier." La storia infatti è quella di un avvocato che s'innamora di una sua difesa la bella signora Paradine, probabile colpevole dell'omicidio del marito. E' una vicenda torbida: il giudice è mal disposto verso l'avvocato perché la moglie di questi ha respinto le sue avances. Si scopre che la sig.ra Paradine era l'amante del suo stalliere... "Louis Jordan, per la parte del garzone di stalla, è l'errore peggiore del cast. Un attore più grezzo... Doveva puzzare di letame". E anche la nostra Alida Valli nella parte della signora Paradine, non andava bene ad Hitch: "Il produttore, Selznick credeva che sarebbe diventata una seconda Ingrid Bergman..."
Che c'è di buono allora nel film? L'atmosfera incombente, quel senso di angoscia nella perdita della libertà di una persona normale. Un tema che ritroveremo ne
Il ladro
, ma che qui è stupendamente accennato nella frase della sig.ra Paradine, quando viene portata via dalla polizia: "Non credo che sarò di ritorno per cena". E poi la caduta verso il basso, la sig.ra Paradine che è l'amante dello stalliere, il giudice malvagio per vendetta (questo sì un attore azzeccatissimo, Charles Laughton), l'avvocato che distrugge la propria carriera per essersi perso dietro alla sua cliente. Nella seconda parte poi, tutta ambientata nel tribunale, troviamo splendidi spunti di regia, abili movimenti di macchina... Hitchcok resta Hitchcock.

ezio leoni -  telechiara maggio 1991