A proposito di “certe signore” di Chabrol

     

   Di diritto fra i nomi storici della Nouvelle Vague, ma non così amato come Truffaut e Rohmer, Claude Chabrol (1930-2010) resta nell'immaginario cinematografico per una filmografia ricca (oltre cinquanta titoli) e sempre intrigante, tra ambigui drammi psicologici e intricati polizieschi, impietoso nello scavare sotto le ipocrisie e le ossessioni della provincia e della borghesia francese. E sono le donne, spesso, al centro del suo meccanismo narrativo, inquiete e tormentate, vittime o carnefici, a corto di morale ma piene di iniziativa. Indomite, dotate di un lucida determinazione e di un torbido fascino cinematografico. Le interpretazioni di Jean Seberg, Stéphane Audran, Romy Schneider, Marie Trintignant, Isabelle Huppert, Sandrine Bonnaire ne sono un perfetto esempio e scandiscono l'intensità della sua filmografia. (e.l.)

 

Criminal Story (La Route de Corinthe)
Claude Chabrol - Francia/Italia/Grecia 19671h 40’

  La vedova (JEAN SEBERG) risolve il misterioso assassinio di un agente americano, che era stato incaricato di individuare una centrale elettrica che disturbava le comunicazioni nel Mediterraneo. Parodia del thriller spionistico, dal ritmo vivace e dallo humour nerissimo. Gli svariati riferimenti intellettuali (dalla tragedia greca a Hitchcock) sono assemblati col gusto del divertissement raffinato, anche se alla lunga rischiano di stancare. Cameo per Chabrol nel ruolo di Alcibiades.

 

Stéphane, una moglie infedele (La Femme infidèle)
Claude Chabrol - Francia/Italia 19681h 38’

  L’assicuratore Charles trasecola quando scopre che la moglie (STÉPHANE AUDRAN) ha un amante: lo affronta, perde le staffe e lo uccide. Dal quel momento inizia una doppia partita: con la polizia, e con la moglie, cui ai è guardato bene dal dire nulla, Il gioco di allusioni e reticenze dovrebbe diventare una più generale metafora del vivere borghese: ma importa soprattutto la compattezza della messinscena e l’acutezza nella descrizione dei tre personaggi (“La complessità del suo cinema non sta in ciò che racconta, ma nel modo con cui viene messa in scena anche la situazione più quotidiana e banale”).. Decisamente uno dei migliori Chabrol del periodo (anche autore della sceneggiatura), nel filone che comprende anche L’amico di famiglia e Gli innocenti dalle mani sporche. Bellissimo il finale “con il suo contraddittorio movimento di carrello indietro e zoom in avanti”.

 

Gli innocenti dalle mani sporche (Les Innocents aux mains sales)
Claude Chabrol - Francia/Italia/Rft 19752h

  Julie (ROMY SCHNEIDER) e l’amante Jeff progettano di sbarazzarsi del marito Louis simulando un incidente. Julie viene incriminata dell’omicidio, ma sorgono due imprevisti: il cadavere non in si trova e l’amante si è dissolto. Meglio non rivelare gli sviluppi… Ciò che importa a Chabrol, comunque, non è la meccanica della sorpresa (« La prima lettura del romanzo di Richard Neely mi aveva fatto ridere a crepapelle, con quelle moltiplicazioni di colpi di scena che sfioravano la parodia ») quanto le reazioni dei personaggi, e il clima di sospetto e di ambiguità che si instaura tra loro. Il vero colpo d’ala del film è il controcanto ironico e hitchcockiano (debitore in particolare di Frenzy) costituito dai due poliziotti che seguono il caso, e lo commentano amabilmente a tavola. Tutt’altro che un fiasco di Chabrol, come si legge spesso, e anzi uno dei suoi film più sfaccettati e torbidi (la Schneider, tra parentesi, non ha mai concesso tanto).

 

Betty
Claude Chabrol - Francia 19921h 43'

  Scacciata con vergogna dalla famiglia del marito, Betty (MARIE TRINTIGNANT), adultera alcolizzata con tendenza all’autodistruzione, viene salvata e coccolata dalla più anziana Laure: il rapporto di amicizia diventa presto vampiresco e a farne le spese è proprio la generosa Laure. Da un romanzo di Simenon, una storia di donne con ambizioni di scavo psicologico che finisce con un saggio di recitazione. Chabrol dirige con mano accademica e si impiglia forse in troppi flashback, ma da apprezzare, in ogni caso, il modo con cui il melodramma viene sfiorato e lasciato sullo sfondo.

 

Il buio nella mente (La Cérémonie)
Claude Chabrol - Francia 19951h 51'

  L’introversa Sofie (SANDRINE BONNAIRE), che nasconde al mondo di essere analfabeta, viene assunta come domestica dagli snob e colti Levièvre. Con la solidarietà di una postina mezza matta (ISABELLE HUPPERT) e probabile infanticida, condurrà una personale lotta di classe che si concluderà in un bagno di sangue. Ispirandosi al romanzo Jidgement in Stone di Ruht Rendell (già portato sugli schermi da La morte non sa leggere) Chabrol aggiorna le sue caustiche radiografie della provincia francese con un pessimismo sorprendente anche per lui. Ricchi contro poveri, Don Giovanni di Mozart contro televisione spazzatura: non si salva nessuno e non c’è alcuna liberazione nella prevedibile violenza: La prima parte comunque è la migliore e le due protagoniste (premiate a Venezia) costituiscono a tutto tondo personaggi indimenticabili.


le schede sono tratte da Dizionario dei film – a cura di Paolo Mereghetti

cinema invisibile TORRESINO febbraio-giugno 2011