Confessions
Tetsuya Nakashima – Giappone 2010 - 1h 46'

 Confessions, il nero affresco del regista nipponico Tetsuya Nakashima premiato con il Black Dragon Audience Award 2011 al Far East Film Festival 13 approda alfine nelle sale italiane grazie alla Tucker Film. Per Michael Mann è 'un capolavoro inquietante e assoluto'.  Per chiunque lo abbia visto, un vero e proprio cult (sempre nel 2011 ha anche sfiorato la candidatura agli Oscar), uno di quei rari film che sanno riempirti gli occhi di cinema e il cuore di sensazioni.
Thriller? Revenge movie? Dramma psicologico? Le catalogazioni sono tutte valide e, al tempo stesso, tutte superflue. T
rasposizione fedele del romanzo
La confessione di Kanae Minato, Confessions travalica i generi facendosi pura narrazione: il racconto, struggente e glaciale, di un omicidio e di una vendetta che diventa il racconto, feroce e spiazzante, di troppe vite bruciate. Bruciano, sì, i teenager di Nakashima, bruciano di follia e di espiazione, bruciano tiranneggiando i più deboli o nascondendo le proprie fragilità, e bruciano anche gli adulti, bruciano di dolore e di rabbia, muovendosi dentro un mondo che non capiscono e che li schiaccia contro il muro. Scandito da una colonna sonora che spazia da Bach ai Radiohead (ma c'è anche la mano del compositore italiano Gabriele Roberto), e impaginato con autentica furia visiva (tra eccessi e sottrazioni, tra freddezze minimal e deflagrazioni barocche), Confessions parla dell'adolescenza e della maturità come poche altre opere hanno saputo fare. Una partitura tanto affascinante quanto spaventosa dove trovano spazio le falle della società contemporanea e del sistema educativo, in un gioco di specchi e di metafore che grava sullo spettatore come un'imminente e implacabile apocalisse.

 

 Nella giornata dedicata alla promozione del consumo del latte tra gli studenti delle scuole medie, Yuko Moriguchi sta per impartire la sua ultima ed importantissima lezione ad una classe di tredicenni indisciplinati. Tra sbadigli messaggini e brusii, tra ragazze che si truccano e ragazzi che si lanciano palle da baseball, l'insegnante introduce un discorso su sé stessa e sull'amato compagno malato di aids, per arrivare a parlare della sorte capitata alla figlioletta Manami, 4 anni, morta affogata nella piscina della scuola appena un mese addietro. L'atmosfera si fa morbosa, i ragazzi ascoltano e prestano attenzione. Ma quello capitato alla bimba non è stato un incidente, bensì un omicidio perpetrato proprio da due di loro. Nella classe cala il gelo. La professoressa Moriguchi prosegue, non pronuncia mai i nomi dei due giovani assassini, li chiama semplicemente "A" e "B", ma li inchioda con un resoconto che permette agli altri di individuarli senza dubbi di smentita. Quindi aggiunge di aver contaminato con il sangue infetto del proprio compagno i cartoni del latte che i due impuniti hanno appena terminato di bere. Dopo di che ringrazia, si congeda e se ne va.
La prima mezzora di
Confessions è uno degli incipit più folgoranti ed indimenticabili che il cinema sia riuscito a proporre in tempi recenti: l'atto d'accusa dell'insegnante nei confronti dei suoi alunni è fluviale e chirurgico, rancoroso e debordante; mossa dall'inerzia del sistema giudiziario giapponese, che protegge i minori anche di fronte ai delitti più efferati, la professoressa decide di servirsi da sola la propria vendetta: in un crescendo di tensione ed incredulità declama il proprio monologo con il distacco e la freddezza di chi sa di aver perso tutto per sempre. Gli effetti della sua requisitoria si abbatteranno sulle vite dei responsabili del terribile assassinio, in un domino di rivelazioni azioni e reazioni che porterà ad esiti imprevedibili e devastanti.
Trionfatore all'ultima edizione dei Japan Academy Awards,
Confessions è un thriller psicologico originale e poderoso che partendo dal disvelamento di un mistero (l'identità dei colpevoli è chiara fin da subito) ha l'ardire di coinvolgere e sconvolgere mostrandone le conseguenze attraverso una semplice sequenza di racconti: quella della professoressa, infatti, è solo la prima delle confessioni cui il titolo fa riferimento e attraverso cui la pellicola si snoda e si struttura, alla quale si aggiungono poi quelle di Shuya (l'alunno "A"), di Naoki (l'alunno "B"), di sua madre, e della compagna di classe Mizuki. Le loro testimonianze si sommano si accavallano e si integrano, fornendo una continua sovrapposizione di spazi temporali e punti di vista, e conducendo per mano lo spettatore nel pozzo senza fondo di una società malata e senza riferimenti in cui genitori svagati e assenti crescono figli nichilisti anaffettivi e violenti.

Fanno paura i due baby assassini Shuya e Naoki, capaci di commettere un delitto assurdo e di avere, davanti all'evoluzione dei fatti, reazioni tanto antitetiche tra loro quanto parimenti estreme; fanno paura le loro madri, una assente perché fuggita, incurante d'aver abbandonato un figlio a sé stesso pur di far carriera, l'altra onnipresente e iperprotettiva, tesa a deresponsabilizzarlo negando anche l'evidenza; fanno paura i loro compagni di classe, tanto celeri ad emarginare i mostri da apparire a loro volta altrettanto mostruosi; fa paura la giovane e misteriosa Mizuki, così brava a nascondere il proprio lato oscuro dietro una facciata di apparente maturità; e fa paura la stessa professoressa Moriguchi, resa insensibile dal troppo dolore al punto di mettere in piedi un piano diabolico e spietato. Fanno paura tutti: perché sono reali, plausibili, fallibili, e tremendamente umani.
Ma non c'è giudizio morale, non ci sono tesi giustizialiste da portare avanti, c'è piuttosto il chiaro intento di porre l'accento sul corto circuito insanabile tra tensione morale ed umana debolezza, tra propositi di vendetta senso di perdita e bisogno di affermazione. Lucido razionale ed implacabile, Tetsuya Nakashima adotta una regia plastica geometrica e sinuosa che attraverso uno stile algido e distaccato mantiene la pellicola costantemente in equilibrio tra l'eleganza della forma e la brutalità della sostanza del dramma narrato. Sceneggiato dallo stesso regista partendo dal romanzo omonimo di Kanae Minato, sostenuto dalla fotografia nitida e pulita di Masakazu Ato e Atsushi Ozawa e dalla prova glaciale ed incisiva di Takako Matsu nel ruolo della professoressa Moriguchi, abilissima nel renderne il vuoto interiore lavorando per sottrazione, e contrappuntato da una colonna sonora di tutto rispetto nella quale, accanto alle sperimentazioni dei Boris, spicca tra le altre l'ipnotica e notturna
Fantasy degli xx oltre alla struggente ed ansiogena Last Flowers dei Radiohead,
Confessions è un film disturbante poetico ed estremo: una visione suggestiva e impressionante, destinata a restare, capace di appagare gli occhi e scuotere le menti.

da Film TV - ("opinione di Pazuzo")

 Differenze con il libro

Il film è estremamente fedele al romanzo originale nella trama e nella descrizione dei personaggi. Nel libro la psicologia di questi è descritta in maggiore profondità ma senza che nella versione filmica sia omesso nulla di davvero importante.
Tra le poche differenze nell'intreccio:
  • Nel libro, quando Shuya Watanabe si reca all'università per vedere la madre ne incontra il suo attuale marito mentre nel film si tratta di un altro professore che lo informa del fatto che lei si è risposata;
  • Nel film il monologo iniziale è inframmezzato a una scena sul tetto della scuola che mostra uno studente vittima di bullismo e a brevi inquadrature sui display dei cellulari di alcuni studenti;
  • Nel film è stato aggiunto un dialogo in una caffetteria tra la professoressa e la giovane Kitahara;
  • Nel film il modo in cui alla professoressa viene impedito di compiere un'azione cruciale è diverso rispetto al libro;
  • Nel libro manca la frase finale che chiude invece il film, e che lascia spazio ad un'interpretazione diversa dei fatti.

promo

Yuko Moriguchi, un'insegnante delle medie distrutta dal dolore per la perdita della figlioletta di quattro anni, affogata nella piscina della scuola, torna all'insegnamento dopo un periodo di lontananza. Nella sua classe, una prima liceo molto difficoltosa, Yuko ha da tempo ha rinunciato a fermare il caos che la governa, ma durante l'ultimo giorno di scuola riesce a ottenere l'attenzione degli alunni. Durante il suo discorso di commiato, Yuko “confessa” di sapere che la figlioletta non è morta a causa di un incidente, ma è stata brutalmente uccisa proprio da due studenti della classe. Non ha bisogno di attendere le loro “confessioni” per attuare la sua vendetta… Thriller? Revenge movie? Dramma psicologico? Confessions travalica i generi facendosi pura narrazione: il racconto, struggente e glaciale, di un omicidio e di una vendetta che diventa il racconto, feroce e spiazzante, di troppe vite bruciate. Uno di quei rari film che sanno riempire gli occhi di cinema e il cuore di sensazioni.

film del week-end precedente

 LUX - maggio 2013

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