È arrivata mia figlia (Que horas ela volta?)
Anna Muylaert - Brasile 2014 - 1h 54'

BERLINO 65 - vincitore sezione Panorama

    La sezione Panorama è probabilmente la più interessante del Festival di Berlino, è lì infatti che bisogna cercare, al di fuori dei film in concorso, in genere legati ai grandi nomi e alle grandi produzioni, i film più originali provenienti magari da cinematografie più periferiche. Vincitore dell’edizione 2015 è il film brasiliano The Second Mother (titolo internazionale che sostituisce, per ovvi motivi, l’altrimenti intraducibile Que horas ela volta?*).
Val, la protagonista del film, è una house-keeper in residence, ovvero una collaboratrice domestica di un’agiata famiglia di San Paolo, allo stesso tempo donna delle pulizie, cuoca, badante e balia. Abita da tredici anni nella stessa casa in un mini appartamento senza aria condizionata nel sottoscala: letto, bagno, televisore a schermo piatto. E’ amata e rispettata da tutti i membri della famiglia. C’è il padre, dottor Carlos, pittore mancato ma erede della fortuna domestica (“in questa casa tutti ballano ma il disc-jockey sono io”), la moglie donna Barbara, di più umili origini ma self-made woman (in Brasile si chiamerebbe una socialite), dedita ad una intensa vita mondana, il figlio Fabio (Fabinho) ormai adolescente, che lei ha allevato e amato fin da piccolo, contraccambiata al punto da essere per lui come una “seconda madre”. E’ lei il pivot del peraltro precario equilibrio della famiglia (in effetti tutti sembrano andare più d’accordo con lei che tra di loro!). Naturalmente ci sono delle regole di apartheid domestico: frigo separati, pranzi separati, divieto di accesso alla piscina, che Val rispetta scrupolosamente, pur portandosi dentro il senso di colpa per aver lasciato al paese, nel nord-est del Brasile, la figlia Jessica.
Per trovare qualcosa di simile in Italia, bisogna andare indietro agli anni ‘50 con le ragazze venete che andavano a servizio a Milano, anche se forti affinità esistono con il fenomeno odierno delle badanti polacche e ucraine. Questo fragile, ma ben collaudato equilibrio, si rompe bruscamente quando la figlia, ormai grande, allo scopo di sostenere l’esame di ammissione all’università (il vestibular) chiede ed ottiene il permesso di venire a stare con la madre. Ma la coabitazione non sarà facile, Jessica è incapace di comprendere le regole della casa: “non aprire il frigo”, “non usare la piscina”, “perché non posso dormire nella stanza degli ospiti?”. Le tensioni si accumulano fino all’inevitabile rottura: accusando la madre di pavidità perché accetta di essere trattata come cittadina di seconda classe, Jessica se ne va e obbliga la madre a fare i conti con la sua vita passata e a trovare una nuova dimensione...
C’è una scena che resterà nella storia del cinema brasiliano e, perché no, in quella dell’evoluzione sociale e morale del Paese. E’ quella in cui Val, ormai decisa a licenziarsi e andare a vivere fuori con la figlia, entra nella piscina (invalicabile luogo taboo, simbolo della divisione in classi) e di là chiama Jessica e le fa sentire lo sciabordio dell’acqua, “indovina dove sono?”.
Nei panni della protagonista, un’incredibile Regina Casé, figura totemica della TV e del cinema brasiliano e già premiata come miglior attrice all’ultimo Sundance. La regista Anna Muylaert, pernambucana come altri protagonisti del più recente cinema brasiliano, ci invita a riflettere sulla presenza/assenza dell’essere madre, sulle differenze di generazione e di classe all’interno della società brasiliana e non solo. Dal punto di vista strettamente cinematografico e senza togliere nulla alla sua fondamentale piacevolezza, il film è riuscito solo in parte: il ritmo è a volte troppo lento, i personaggi (ad eccezione della protagonista) sono al limite dello stereotipo, il colpo di scena finale sembra essere solo un pretesto per dare una degna conclusione al processo di affrancamento di Val.

* “A que horas ela volta”, cioè “a che ora torna” (la mamma), è la domanda che il piccolo Fabio rivolgeva di continuo a Val di fronte alle continue assenze della madre...

Giovanni Martini - febbraio 2015 - pubblicato su MCmagazine 37

promo

Brasile. Val lavora come governante per una ricca famiglia di San Paolo. Si occupa di tutte le faccende domestiche, ma anche di Fabinho, il 17enne figlio della padrona di casa che sembra non avere mai tempo per lui. Anche Val è madre, ma tanti anni prima ha lasciato sua figlia Jéssica nella sua città natale per andare a lavorare e da allora non l'ha più vista. Poi, improvvisamente, Jéssica la chiama per dirle che arriverà in città perché vuole provare a frequentare la facoltà di Architettura... Il clima, pur con modi tranquilli e perfino oggettivi, è quello delle differenze sociali. Senza però calcare la mano sul 'lieto fine' con tatto, con misura, facendolo soprattutto scaturire dai caratteri delle due protagoniste, in cifre ora di aperte di battaglie ora da accenti intimisti che scavano nel profondo. Un'amabile commedia di costruita su un felice susseguirsi di piccole scene quotidiane che hanno il sapore dolce-amaro della vita.

 

cinélite giardino BARBARIGO: giugno-agosto 2015