Gebo e l'ombra (O Gebo e a Sombra)
Manoel de Oliveira - Portogallo/Francia 2012 - 1h 35'

Venezia 70

   Girato a 104 anni - oggi ne ha 106 - dall'infrangibile maestro portoghese Manoel de Oliveirafilm precedente in archivio, Gebo e l'ombra, tratto da una pièce di Raul Brandão del 1923, è uno dei pochi regali di questa estate cinematografica che sembra peggio di sempre. Il film da camera del grande regista, tutto in una sera e in una notte, mostra l'essere o non essere di una famiglia in attesa. (...) da un lato la conservazione, dall'altro il movimento, la rottura, anche illegale, perfino il crimine per infrangere l'immobilità di chi accetta anche di mentire pur di mantenere ordine e silenzio. Tutto ciò, come sempre, non è virgolettato dal regista, capace di orchestrare 91 minuti di dialogo misto e vivace, dove anche le parole sono illuminate dalla fotografia di Renato Berta, un interno alla Vermeer, più umile, in cui sono plasticamente messi in rilievo vizi e virtù, con una porta che divide da un mondo freddo, bagnato e invisibile. Il regista festeggia il suo talento con una grande compagnia di attori: Michel Lonsdale è di una palpabile, infinita tristezza con cui rappresenta il sesto stato dei poveri, dei deboli rassegnati. Intorno a lui girano tre donne variamente illuse: la moglie Claudia Cardinale che vuole ignorare la verità sul figlio fuggito, la nuora Leonor Silveira che ha un sesto senso che la aiuta a capire la verità, la vicina Jeanne Moreau in visita ottocentesca. Gruppo di famiglia di terza età (meno Ricardo Trepa, il fuggiasco) cui l'autore affida un messaggio di poca speranza nella bottiglia.

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera

   Il film più recente di Manoel de Oliveira, patriarca del cinema con i suoi splendidi 105 anni, è tratto da una pièce di Raoul Brandão e rispetta rigorosamente l'unità di luogo. Come molte altre opere del portoghese, si articola per lunghe inquadrature fisse, senza primi piani né varianti stilistiche onde non distrarre lo spettatore dalle parole. La recitazione del grande cast di veterani (...), completato dal giovane nipote, è volutamente teatrale. Con ironia - in fondo ammirativa - il giornale Libération ha definito il film 'un racconto Disney per novantenni'. Però ci puoi trovare Cechov, Pirandello e altri classici di amara saggezza.

Roberto Nepoti - La Repubblica

   Messa in scena del dramma morale (1923) dello scrittore modernista Raul Brandão (...), Gebo e l'ombra è l'ennesima conferma del rigore poetico dell'ultracentenario Manoel De Oliveira. Si sa che il maestro lusitano reputa il teatro «un presente» di cui il fantasmatico cinema può catturare l'effimera realtà; e che per lui le parole possiedono suggestione pari a quella delle immagini. Soprattutto se affidate a ottimi interpreti quali Michael Lonsdale nel ruolo del titolo, la Cardinale, la Moreau e i portoghesi Silveira e Cintra. (...) Nella fotografia a lume di candela di Renato Berta, i personaggi dialogano di vita e morte, arte e denaro in una recitazione che, nel suo sottile straniamento, conferisce al dramma spessore simbolico eppur palpita di umanità.

Alessandra Levantesi Kezich - La Stampa


 

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Gebo, un anziano ragioniere, vive con la moglie Doroteia e la nuora Sofia, entrambe preoccupate per la scomparsa di João, rispettivamente figlio e marito. Sembra che Gebo stia nascondendo qualcosa ma poi, all'improvviso, João arriva... Un'opera da camera, tutto in una sera e in una notte, in cui il maestro portoghese è capace di orchestrare un dialogo misto e vivace, dove anche le parole sono illuminate dalla soffusa fotografia di Renato Berta. Un interno alla Vermeer, più umile, in cui sono plasticamente messi in rilievo vizi e virtù grazie ad una una grande compagnia di attori: Michel Lonsdale, Claudia Cardinale, Jeanne Moreau in visita ottocentesca. Tratto da una pièce di Raoul Brandão Gabo e l'ombra rispetta rigorosamente l'unità di luogo, con un impianto teatrale di affascinnate rigore stilistico. Gruppo di famiglia di terza età? Però ci puoi trovare Cechov, Pirandello e altri classici di amara saggezza.

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