Giallo a Milano
Sergio Basso - Italia 2009 - 1h 15'

   Ogni dubbio è fugato: nel territorio del documentario italiano si trovano esigenze di racconto e ricchezze creative che altrove appaiono più raramente. Giallo a Milano, un’inchiesta sui cinesi residenti nel capoluogo lombardo firmata da Sergio Basso, è uno dei più interessanti lavori visti negli ultimi mesi. Un film che, raramente accade nel cinema italiano, traduce la curiosità intellettuale in ricerca formale. L’idea del documentario nasce dal senso di saturazione per la scarse e depistanti notizie sulla comunità cinese residente a Milano.
Giallo a Milano è immediato come un reportage giornalistico (sarà utile anche tra 10 anni, ma è fondamentale vederlo oggi), è autoironico (usa accelerazioni, rallenti, un pregevole video d’animazione, Basso ha la capacità di cogliere l’attimo nelle interviste e di non cadere mai nel patetico), trasversale (le diversità cinesi, viste da vicino, si mostrano molto simili alle nostre stramberie, tanto quanto distanti dalla nostra abitudine a banalizzare lo straniero), puntuale e sistematico (i quindici capitoli che dividono il racconto danno un ritmo da poliziottesco anni ‘70 rivisitato alla Tarantino, ma si collegano tra loro in una prospettiva completa e esaustiva). Infine, è anche un po’ romantico, quando ricostruisce le affettuosità di una giovane coppia che si scambia effusioni e sogni nel proprio letto. Ah, fornisce tante utili informazioni: sapete perché i cinesi vengono/rimangono in Italia? Tra le altre motivazioni: perché ormai la Cina si è troppo sviluppata, fare fortuna in Italia è più facile (neomamma)… perché la cultura italiana mi è più vicina di quella cinese (anziana emigrata da adulta)… perché voglio avere una vita normale, non voglio essere famosa (giovane talentuosa cantante lirica)… perché non voglio che l’essere cinese mi perseguiti come un’ombra (artista emergente)…. perché abbiamo il surplus di due culture (bauscia cinesi nati in Italia)…
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Mimmo Gianneri



promo

Una ballata sulla comunità cinese a Milano. Un documentario che ha il tono di un'inchiesta poliziesca (il gioco del titolo è chiaro?). La Chinatown di Milano è problematica: ha fatto registrare diversi omicidi avvenuti alla luce del sole... Tensione etica e sguardo trasversale. Giallo a Milano è immediato come un reportage giornalistico ma è anche autoironico (usa accelerazioni, rallenti, un pregevole video d’animazione) e Basso ha la capacità di cogliere l’attimo nelle interviste che acquistano un'intrigante immediatezza. Nel territorio del documentario italiano si trovano esigenze di racconto e ricchezze creative che altrove appaiono più raramente.

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TORRESINO - settembre 2010

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