Guida per riconoscere i tuoi santi (A Guide to Recognizing Your Saints)
Dito Montiel - USA 2006 - 1h 38'

da Il Messaggero (Fabio Ferzetti)

    Tutto l'amore e la violenza della giovinezza in un film che ci riporta al cinema libero e folle dell'America anni 70 con una storia di memoria e tradimento, di fuga e riconciliazione. Tutti i salti, gli strappi, le incoerenze, le improvvisazioni, le cose già fatte mille altre volte ma sempre così belle ed emozionanti che sembrano nascere sotto i nostri occhi, in un esordio che non può non far pensare al primo Scorsese e a Spike Lee. Anche se Dito Montiel, ex-musicista punk, ex-modello per Bruce Weber, ex-galoppino dei gangster greci e italiani di Queens, scrittore acclamato per un libro ancora non tradotto che porta lo stesso bellissimo titolo del film, Guida per riconoscere i tuoi santi, ha una voce tutta sua; così come appartengono solo a lui questa storia divagante come un brano free jazz e i tanti personaggi che la popolano, a cui il film accenna appena ma che danno ampiezza e profondità a questa rievocazione appesa al filo della memoria.
Due epoche, due mondi. Pochi flash condensano il dopo: la fuga dalle "mean streets" di Astoria, inferno e paradiso insieme, l'approdo in California, la rinascita come scrittore di successo, nutrita dai ricordi cui attinge anche il film. Il resto, cioè quasi tutto, è l'adolescenza di Dito. Dito come il regista (ma "il film non è al 100% autobiografia", giura Montiel), che da grande avrà il volto dolente di Robert Downey Jr. nell'interpretazione meno esteriore della sua vita, ma da ragazzo ha la faccia tosta e il passo svagato di Shia La Boeuf, il più riflessivo, si fa per dire, di un gruppetto di amici a geometria variabile.
C'è il bruto incontrollabile che metterà tutti nei guai, il fratello pazzo destinato a fine atroce, il gregario che tiene duro, il compagno di scuola scozzese che vuole fondare una band con Dito (la nascita della loro amicizia ispira una scena magnifica e fatta di niente, una gita verso Coney Island che è quasi un condensato del film), un pugno di cattive ragazze irresistibili su cui svetta la seducente ragazza di Dito (Melonie Diaz, poi Rosario Dawson). Ma soprattutto ci sono i genitori di Dito, il "latino" Chazz Palminteri e l'irlandese Dianne Wiest, coppia granitica quanto mal assortita che condensa i rimpianti e i sensi di colpa del Dito adulto, di ritorno dopo decenni per vedere il padre malato, ritrovare i luoghi, le voci, i fantasmi di quel mondo sparito ovunque fuorché dentro di lui. E forse, chissà, riconciliarsi con quella figura paterna così amata e così soffocante, celebrata nei libri ed evitata nella vita.
Il tutto assemblato con logica musicale più che narrativa, con una capacità di far parlare i corpi e gli ambienti che lascia senza fiato, con una sensualità che traduce in immagini quello che i personaggi "sanno benissimo ma non diranno mai", per usare la formula di Montiel, o diranno solo per sbaglio (la dichiarazione sul balcone, altro pezzo di bravura). In un film non privo di errori, autoindulgenza, ripetizioni. Ma ricco, emozionante, motivato e inventivo come se ne vedono di rado.

cinélite TORRESINO all'aperto: giugno-agosto 2007