Hedi
Mohamed Ben Attia - Tunisia 2016

BERLINO 66 - Miglior attore

    Premiato (giustamente) come miglior opera prima, Hedi, del tunisino Mohamed Ben Attia, è certamente une delle poche belle sorprese del concorso. Coprodotto e sponsorizzato dai carismatici fratelli Dardennefilm precedente in archivio, è una tenera storia di amore e di auto-superamento, ambientata sullo sfondo della Tunisia odierna, tra crisi economica, terrorismo e la sensazione che la "primavera" di pochi anni fa non sia servita a niente.
Hedi, il protagonista, è un mite ragazzone sui 25 anni, arrivato alle soglie della maturità e nell'imminenza di un matrimonio semi-combinato, senza aver mai avuto il coraggio di dire di no. Tutto nella sua vita è sempre stato organizzato dalla madre Baya, una vedova autoritaria, abituata a decidere al posto suo. È lei che ha scelto come futura moglie Khedija, una bella ragazza di ottima famiglia (con cui peraltro i rapporti si limitano da anni a casti colloqui in macchina sotto al balcone di casa!) e gli ha trovato un lavoro malpagato e ancor meno amato come rappresentante per la Peugeot. Adesso è tutta presa dai preparativi (cibi, vestiti, invitati) per lo sposalizio tradizionale, in occasione del quale arriverà dalla Francia, dove si è sposato e ha fatto fortuna, l'altro figlio Ahmed. Lui sì che ha dato soddisfazioni alla mamma, altro che quello smidollato del fratello! Il protagonista si avvia così verso il suo incolore destino, quando un viaggio di lavoro lo porta a Mahdia, città turistica sulla costa dove soggiorna in un enorme resort semi-deserto (impossibile non pensare ai terribili effetti che i recenti attentati debbano aver avuto sul turismo della Tunisia). Ed è qui che conosce Rim. Lei, 30 anni, spontanea, evoluta, immediatamente sensuale, è quella che chiameremmo una G.O. (gentil organizateur); si occupa degli sparuti gruppi di turisti ed anche canta e balla dopo cena con un improbabile gruppo musicale caraibico. Gli opposti si attraggono: scocca la scintilla. Hedi (non dimentichiamolo mai quando parliamo dei paesi arabi musulmani) finalmente e per la prima volta conosce il sesso, quello vero. Lei gli propone di seguirlo in Francia, lui è finalmente sé stesso, riesce a parlare di quello che veramente sente e ama (ha sempre sognato di essere un disegnatore di graphic novel). Insieme ridono, si divertono, e rievocano i momenti di quella primavera araba, quando, per un attimo, "tutti siamo stati noi stessi". L'alternativa di Hedi è ora questa: fare come sempre gli è stato imposto o mandare all'aria il matrimonio e provare ad essere felice?

Il parallelo tra la sua scelta personale (Khedija o Mir?) e quello del suo paese tra tradizione e modernità è forse un po' schematico, ma pertinente. Il regista Attia, con la sua narrativa semplice ma coinvolgente (ci sarà una manina del Dardenne?), suggerisce senza affermare, riuscendo a darci un'immagine efficace della realtà odierna del suo paese. Alla fine, dopo i prevedibili drammi e scontri con le due famiglie, una scelta ci sarà. Così, sembra augurarsi il regista, sarà anche per la Tunisia.
PS: Ad Majd Mastoura è andato il premio come miglior attore. Decisione rispettabile, anche se c'erano altre opzioni, basti pensare ai due giovani interpreti di Quand on a 17 ans.

Giovanni Martini - febbraio 2016 - pubblicato su MCmagazine 39