La promesse
Luc e Jean-Pierre Dardenne - Belg/Fra/Tun/Luss 1996 - 1h 33'


da Sette - suppl. Corriere della sera (Paolo Mereghetti)

    Forse bisogna davvero tornare alla semplicità del documentarismo per ritrovare un cinema che sappia farci riaprire gli occhi annebbiati da troppo finto-realismo hollywoodiano. Un cinema, cioè, che sappia guardare e cercare, alla ricerca di un mondo non ancora snaturata dalla condanna a "comunicare". Un cinema come quello dei due fratelli belgi Dardenne film successivo in archivio: l'incidente mortale che ucciderà uno degli immigrati clandestini che lavorano per il padre porta un ragazzino ad abbandonare l'innocente amoralità in cui vive per scoprire le tragedie del razzismo e dello sfruttamento, della povertà e dell'egoismo. Ma anche se la trama segue l'evoluzione del quindicenne Igor, non è lui il vero centro del film. Siamo lontanissimi dal meccanismo spettacolare che, per conquistare l'attenzione dello spettatore, sceglie un personaggio e ne fa un "eroe". Il centro - e il senso - del film è la forza con cui, attraverso i personaggi, la macchina da presa sa farci scoprire il reale (sfuggendo il naturalismo). Caso sempre più raro, La promesse ti dà l'impressione straordinaria che, senza il cinema, senza quel cinema, non saremmo stati capaci di "vedere" quello che ci viene mostrato sullo schermo.