Le luci della sera
((Laitakaupungin
valot) |
Vedere un film del finlandese Aki Kaurismäki, 49 anni, è un autentico piacere. La semplicità classica e profonda, lo stile lucido tutto concentrato sui protagonisti e sulla storia, senza distrazioni nè parentesi, l'espressività degli attori, il deserto irreale della città: questo e altro fanno di Kaurismäki un maestro. Le luci della sera (dopo Nuvole in viaggio e L'uomo senza passato) è l'ultimo film d'una trilogia proletaria dedicata ai perdenti: se il soggetto dei primi due film era la mancanza dl lavoro e la mancanza di casa, il tema di questo è la mancanza di affetti, la solitudine. Il protagonista arranca alla ricerca di un piccolo posto nel mondo ma il meccanismo sociale senza volto e l'indifferenza generale lo condannano all'isolamento. Non conosce nessuno, non vede nessuno, si tiene lontano dai gruppi di colleghi di lavoro e di bar. Fa la guardia notturna. Una bionda lo corteggia per incarico di certi delinquenti che gli rubano le chiavi, svuotano una gioielleria e fanno in modo che la colpa venga attribuita a lui. Due anni di prigione. Perde la libertà, il lavoro, le speranze. Ma all'uscita dal carcere una ragazza l'ha aspettato, e forse... La magia, le luci romantiche, il lato favoloso d'altri film del regista sono scomparsi per lasciar posto al male di vivere. Dolci canzoni; musica di tango, accompagnano la brutalità. |
Robertp Nepoti - La Repubblica |
TORRESINO febbraio
2007