Mare dentro (Mar Adentro)
Alejandro Amenábar - Spagna 2004 - 2h 5'

 Leone d'argento (regia) e Coppa Volpi (miglior attore)


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     La vita é un diritto, non è un dovere”. Su questa riflessione di laica essenzialità “vive” la tensione drammaturgica di Mare dentro che mette in scena la tormentata esistenza di Ramon Sampedro (un personaggio davvero esistito, caso sociale nella Spagna del 1998), immobilizzato fin dalla gioventù per una lesione alla colonna vertebrale, in lotta con la legislazione spagnola che gli nega la libertà di morire. Quello dell’eutanasia è un tema che altre volte il cinema non ha esitato ad affrontare (anche con il sorriso beffardo del recente Le invasioni barbariche), ma che qui viene dipanato senza mezzi termini, con un impeto e una discrezione che lasciano un segno di profonda, sofferta veridicità.
Ramon, tetraplegico, rifiuta la sedia a rotelle, ancorato con sorridente serenità al suo letto dove ha imparato a scrivere grazie ad un’asta che manovra con la bocca. La sua è una scelta ponderata, ma non per questo meno straziante, ora condivisa, ora rifiutata da quanti gli stanno amorevolmente accanto. La DMD, un’associazione che difende il diritto a morire dignitosamente, gli ha procurato un avvocato per difendere in tribunale la sua richiesta (il problema legale sta nel rischio d’incriminazione per chi lo aiuterà al momento nel trapasso) e costei, Julia, è a sua volta precaria nel vivere, perché affetta da un’inesorabile malattia degenerativa. L’incontro tra Julia e Ramon dà a
Mare dentro un respiro di struggente, inattesa tenerezza. Lei è sposata, ma scopre nella soave rassegnazione di Ramon un calore umano, una sensibilità letteraria (le sue poesie saranno raccolte in un libro, “Fogli dall’inferno”) che li avvicina a tal punto da decidere di affrontare insieme la morte. Ma sono tanti i personaggi che accompagnano, con commossa partecipazione, l’amaro cammino di Ramon. Il fratello maggiore José che non accetta la sua drastica decisione, il nipote Javi che gli è a fianco per tutte le necessità, ma che non riesce a percepire il dissidio profondo tra desiderio d’amore e di morte; Manuela, la premurosa cognata che non osa ostacolarlo, ma che ha il volto rigato dalle lacrime, segnato da un dolore lancinante, il padre che assiste attonito al proprio assurdo dramma (“c’è solo una cosa peggiore della morte di un figlio. Che voglia morire”). Infine Rosa, una donna semplice, madre di due bambini, che arriva ad amare Ramon con tale dedizione da prendere su di se, alla fine, la responsabilità di accompagnarlo all’estremo passo.

In tanta inquietudine esistenziale la misurata interpretazione di Javier Bardem e la rasserenante regia di Alejandro Amenábar (premiati entrambi al Festival, rispettivamente col Leone d’Argento e con la Coppa Volpi) danno a Mare dentro un tocco di intrinseca armonia che blandisce la violenza etica del suicidio assistito. Ramon, che non accetta di condurre un’esistenza che lo fa sentire altro da sé e che sopravvive ai suoi giorni di triste immobilità dando libero spazio alla sua fantasia. Ramon che rivive, con fulgida concretezza, la gioie del suo passato e il traumatico tuffo nel mare che gli ha spezzato la spina dorsale. Ramon che si alza dal letto e ci fa volare con lui, in soggettiva, sopra i verdi paesaggi della Galizia. Ramon che nel bacio appassionato di Julia trova un momento di pace al suo asfittico vivere di sogni. Ramon Sampedro prima che la dignità di una scelta di morte trova in Mare dentro la dignità di un personaggio, vero e indimenticabile. “Permetti a questa immagine serena di impadronirsi di te”: le parole con cui comunica il suo universo poetico, diventano anche chiave di lettura per un approccio sublimante alla sua storia, satura d’amore quanto di amarezza e disperazione.

ezio leoni - La Difesa del Popolo  19 settembre 2003

LUX - settembre 2004

Alejandro Amenábar
filmografia essenziale

1996 Tesis
1997 Apri gli occhi
2001
The Others
2004 Mare dentro
2009 Agora