Maria Full Of Grace (Maria, llena eres de Gracia)
Joshua Marston - USA/Belgio 2003 - 1h 41'

da Il Corriere della Sera (Tullio Kezich)

     «Coraggio, guardiamo», come diceva Giuseppe Marotta. Guardiamo che cosa può toccare in questo nostro mondo a una diciassettenne colombiana decisa a infrangere il muro della vita agra. Oppressa da una sgradevole situazione familiare, incinta e senza prospettive di sistemazione, Maria entra in contatto a Bogota con un'organizzazione che contrabbanda l'eroina negli Usa. I 5mila dollari che le offrono prevedono, come contropartita, che lei diventi una «mula», ovvero un corriere della droga. Si tratta di ingurgitare 62 cartucce di polvere altamente velenosa e andare a liberarsene in un albergaccio della Grande Mela. Opera prima di Joshua Marston, premiato a Berlino per l'appassionata interpretazione di Catalina Sandino Moreno scelta su 800 candidate, Maria Full of Grace è un film che pur non stornando lo sguardo dalle situazioni più atroci palpita di un indomabile vitalismo che avrebbe incantato Vittorio De Sica.

da La Repubblica (Roberto Nepoti)

     La diciassettenne Maria vive in un villaggio a nord di Bogotà, asporta spine dai fiori di un roseto industriale, condivide la miseria di una famiglia numerosa, ha un ragazzo che non ama e da cui non è amata. Scopertasi incinta, e lasciato il lavoro tra la disapprovazione generale, la fanciulla tenta la sorte in città. Dove accetta la proposta di trasportare eroina a New York, ospitandola all'interno del proprio corpo... Premiato a Berlino per l'interpretazione della giovanissima protagonista, laureato dal pubblico del Sundance, candidato all'Oscar in rappresentanza della Colombia, Maria full of Grace nasceva come un film a rischio plurimo: situazioni estreme, troppa simbologia. Invece - pur con qualche debolezza - è un'operina toccata dalla grazia; ha scene autenticamente drammatiche, la giusta dose di suspense, una modica quantità d'autoindulgenza nel postulare la commozione dello spettatore. La parte della preparazione al viaggio, i controlli doganali, l'espulsione degli involucri di droga sono raccontati in stile semi-documentaristico. Scelta oculata, perché l'idea, sempre soggiacente, che nel ventre della ragazza coabitino una vita nascente e decine di ovuli mortali era troppo drammatica in sé per sopportare enfasi o sottolineature. La vicenda di Maria è immaginaria, ma documentata su testimonianze di colombiani immigrati nel Queens, protagonisti nella realtà di esperienze assai simili.

TORRESINO - dicembre 2004