Mississippi Masala
Mira Nair - India/USA 1991 - 1h 58'


    "E' il 1972. Gli asiatici vengono espulsi dall'Uganda in seguito all'ordinanza di Idi Amin. Tra i molti, una famiglia indiana, legata alle proprie origini e alle proprie tradizioni. L'Africa era divenuta il loro paese, là si erano sentiti di casa, si erano identificati con la popolazione indigena. Diciotto anni più tardi, in Mississippi - dove la famiglia si è trasferita - la figlia si innamora di un negro americano. Messi a conoscenza della relazione, i due genitori ripensano all'Uganda, al paese dal quale sono stati allontanati. Si creano delle tensioni, un conflitto tra due mondi, quello indiano e quello afro-americano".
Il nuovo film di Mira Nair
film successivo in archivio, 3 anni dopo Salaam Bombay!, è una fresca storia d'amore, sotto cui si agitano pulsioni di ordinario razzismo. Il curioso sta nell'originalità delle sfumature della pelle. "Quando pensiamo ai rapporti di razza non c'immaginiamo la gerarchia dei colori che stanno tra il nero e il marrone. In India, anche se non c'è una precisa coscienza di quello che sta dietro i colori, ciò che è più chiaro viene identificato con la bellezza, mentre tutto quello che è scuro la non bellezza". Il contrasto etnico in due comunità, apparentemente vittime, ma in realtà protagoniste dell'intolleranza razziale, viene sempre mantenuto in Mississippi Masala sui toni soffusi della commedia, ma la naturalezza dell'esordiente Sarita Choudhury e la spiccata personalità di Denzel Washington (Glory, Mo' Better Blues) conferiscono alla coppia ed al film stesso una verace grinta di intensa partecipazione e di vivace modernità. Alla loro scelta di essere se stessi, di affrontare la vita insieme senza farsi soffocare dal peso della tradizione, Mira Nair cerca di far corrispondere una presa di coscienza globale che non sia solo crescita interiore dei personaggi del film, ma che abbia il sapore dell'universalità.
"Spero che quanti lo vedranno saranno capaci di riconoscersi, capiranno che non si tratta solo di un film sull'Altro, ma sulla condizione umana in generale. Dovunque, sono sempre l'ignoranza, la miopia e i malintesi che stanno alla base dell'incomprensione e dei pregiudizi".

e.l. -  pieghevole LUX marzo/maggio 1992

VENEZIA 1991: Osella miglior soggetto e miglior sceneggiatura