Non è ancora domani (La Pivellina)
Tizza Covi, Rainer Frimmel – Austria/Italia 2009 - 1h 40'

Premio Quinzanne

   La piccola Asia, una bambina di due anni abbandonata in un parco, viene soccorsa da Patty, un’artista circense che vive con il marito a San Basilio. La ragazza porta la piccola a casa sua e nel frattempo si mette alla ricerca della madre con l'aiuto di Tairo, un adolescente che vive insieme alla nonna in un camper...
A volte il cinema compie il ”miracolo” per cui era stato inventato: mostrarci con altri occhi quello che a volte guardiamo distrattamente (l’arrivo di un treno in una stazione, l’uscita degli operai da una fabbrica) offrendoci così un’immagine “nuova” della realtà. Tizza Covi e Rainer Frimmel, lei bolzanina, lui viennese, entrambi fotografi passati al documentario e con questo film al lungometraggio di finzione, partono da uno spunto insolito (una bambina di due anni abbandonata in un parco giochi alla periferia di Roma, ma con indosso un biglietto della madre che assicura il suo futuro ritorno) per raccontare il mondo degli artisti di strada (sono, infatti, due di loro, non più giovanissimi, che portano nella loro roulotte la piccola Asia, praticamente adottandola) e come una “pivellina” possa cambiare loro la vita. Non con romanzeschi colpi di scena, ma gioco dopo gioco, nanna dopo nanna, offrendo allo spettatore la possibilità di scoprire un’umanità che forse ignorava o su cui lo sguardo di solito scivola via in fretta. E che invece il film mette in luce con una dolcezza e una curiosità meravigliose.

Paolo Mereghetti - Io Donna

   Premiato alla Quinzaine di Cannes 2009 e in giro per il mondo, La pivellina della bolzanina Covi e dell'austriaco Frimmel è piccolo solo nel titolo: interamente girato nella borgata romana di S. Basilio, celebre per le occupazioni e la lotta per la casa, mette al centro la marginalità e ne fa un ritratto caloroso, affettivo ed empatico, con i colori rubati a una bimba ritrovata dal circo alla vita. Senza i manicaretti del cinema italiano che si vuole indipendente, prende una storia semplice. [...] Il circo e i circensi saranno pure disastrati, ma questo neo cinema vérité sa renderli nella loro ineludibile rispettabilità: puzzano di vita, autentica perché precaria, e meriterebbero l'affido. Di Asia, ma non solo.

Il fatto quotidiano

   Si ride, ci si commuove, si fa il tifo perché questa piccola peste rimanga lì dove nessuno l'avrebbe mai portata. Senza un briciolo di retorica o furbizia. E si sente infine il profondo rispetto che incutono queste persone, che vivono le difficoltà con il sorriso e la solidarietà, che si parlano a muso duro ma cercano l'integrazione che la società benpensante gli nega. «Anche per l'ignoranza: nomadi, Rom, loro per l'opinione pubblica e i governi sono tutti uguali».

Boris Sollazzo - Liberazione

promo

I protagonisti lavorano in un circo disastrato: un adolescente che ama giocare a pallone e poco lo studio, una piccola comunità che abita nelle roulotte, luce e acqua «presi» al comune di Roma.... Siamo a San Basilio, periferia di occupazioni e lotta per la casa che i due registi filmano senza mai uscire dallo spazio dei personaggi, senza panoramiche «narrative» oltre al racconto dei loro movimenti. La pivellina mette al centro la marginalità e ne fa un ritratto caloroso, affettivo ed empatico, con i colori rubati a una bimba ritrovata dal circo alla vita. Senza i manicaretti del cinema italiano, si ride, ci si commuove, si fa il tifo perché questa piccola peste rimanga lì dove nessuno l'avrebbe mai portata. Senza un briciolo di retorica o furbizia. E si sente infine il profondo rispetto che incutono queste persone, che vivono le difficoltà con il sorriso e la solidarietà, che si parlano a muso duro ma cercano l'integrazione che la società benpensante gli nega.

 

TORRESINO - giugno 2010

 
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