Non è ancora domani (La Pivellina) |
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Premio Quinzanne |
La
piccola Asia, una bambina di due anni abbandonata in un parco, viene
soccorsa da Patty, un’artista circense che vive con il marito a San
Basilio. La ragazza porta la piccola a casa sua e nel frattempo si mette
alla ricerca della madre con l'aiuto di Tairo, un adolescente che vive
insieme alla nonna in un camper... |
Paolo Mereghetti - Io Donna |
Premiato alla Quinzaine di Cannes 2009 e in giro per il mondo, La pivellina della bolzanina Covi e dell'austriaco Frimmel è piccolo solo nel titolo: interamente girato nella borgata romana di S. Basilio, celebre per le occupazioni e la lotta per la casa, mette al centro la marginalità e ne fa un ritratto caloroso, affettivo ed empatico, con i colori rubati a una bimba ritrovata dal circo alla vita. Senza i manicaretti del cinema italiano che si vuole indipendente, prende una storia semplice. [...] Il circo e i circensi saranno pure disastrati, ma questo neo cinema vérité sa renderli nella loro ineludibile rispettabilità: puzzano di vita, autentica perché precaria, e meriterebbero l'affido. Di Asia, ma non solo. |
Il fatto quotidiano |
Si ride, ci si commuove, si fa il tifo perché questa piccola peste rimanga lì dove nessuno l'avrebbe mai portata. Senza un briciolo di retorica o furbizia. E si sente infine il profondo rispetto che incutono queste persone, che vivono le difficoltà con il sorriso e la solidarietà, che si parlano a muso duro ma cercano l'integrazione che la società benpensante gli nega. «Anche per l'ignoranza: nomadi, Rom, loro per l'opinione pubblica e i governi sono tutti uguali». |
Boris Sollazzo - Liberazione |
promo |
I protagonisti lavorano in un circo disastrato: un adolescente che ama giocare a pallone e poco lo studio, una piccola comunità che abita nelle roulotte, luce e acqua «presi» al comune di Roma.... Siamo a San Basilio, periferia di occupazioni e lotta per la casa che i due registi filmano senza mai uscire dallo spazio dei personaggi, senza panoramiche «narrative» oltre al racconto dei loro movimenti. La pivellina mette al centro la marginalità e ne fa un ritratto caloroso, affettivo ed empatico, con i colori rubati a una bimba ritrovata dal circo alla vita. Senza i manicaretti del cinema italiano, si ride, ci si commuove, si fa il tifo perché questa piccola peste rimanga lì dove nessuno l'avrebbe mai portata. Senza un briciolo di retorica o furbizia. E si sente infine il profondo rispetto che incutono queste persone, che vivono le difficoltà con il sorriso e la solidarietà, che si parlano a muso duro ma cercano l'integrazione che la società benpensante gli nega. |
TORRESINO
- giugno 2010 |
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