Perfect Day (A Perfect Day)
Fernando León de Aranoa - Spagna 2015 - 1h 45’



 

  Raccontare la guerra in commedia è operazione a volte discutibile: il rischio è quello di perdere la misura e scivolare verso la farsa - o peggio - così da perdere ogni rispetto per il dolore e i drammi. Non è solo questione di «far ridere» ma soprattutto di «come» ottenere quello scopo, senza diventare offensivi o irrispettosi. Due confini che Perfect Day dello spagnolo Fernando León de Aranoa non supera mai, guidato da un eccellente senso della misura ma anche da una inesauribile dose di ironia. (...) Spesso giocato sulle assurdità di una situazione ancora più assurda (dove però in gioco può esserci la vita, come dimostrano le pistole che anche i bambini che giocano a pallone estraggono dalle tasche), il film evita qualsiasi manicheismo, dimostrando come anche i militari delle Nazioni Unite rispondono alla stessa logica illogica, gli uni in nome del nazionalismo e dell'odio etnico gli altri in nome dei regolamenti e della burocrazia che regna sovrana (impagabile la giustificazione al disimpegno che nasce dalla differenza tra conflitto nazionale e internazionale e che permette al comandante della zona di lavarsi le mani a proposito del pozzo inquinato). Costruito con una ricchezza di mezzi adeguata al cast internazionale (in una piccola parte c'è anche Sergi Lopez) (...) León de Aranoa è particolarmente abile nel raccontare lo spirito di gruppo, le tensioni che lo attraversano, le furbizie e le ingenuità di chi cerca di fare i conti con una realtà più grande di lui (...) e soprattutto sa restituire le differenze e le specificità di ognuno dei personaggi che mette sotto l'obiettivo della macchina da presa. E che in Perfect Day ci raccontano soprattutto la fatica di compiere il proprio dovere senza preoccuparsi troppo degli ostacoli ma anche ricordando che nessuno è davvero indispensabile. Come dimostra, con un ultimo sberleffo, la scena finale.

Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera

  Chi non si contenta dei film prevedibili dalla prima all'ultima scena questa volta potrà dirsi soddisfatto. In Perfect Day il regista e sceneggiatore spagnolo Fernando León De Aranoa (un habitué dei Goya, gli 'Oscar' iberici) è riuscito a trovare un magico equilibrio tra dramma e umorismo, serietà e leggerezza, gravità e ironia componendo un racconto eroicomico dai toni picareschi e dai dialoghi eccellenti; con uno stile suo personale ma che, a tratti, fa venire in mente i fratelli Coen. Aranoa, che ha filmato autentiche missioni umanitarie, sa dare verità alla cronaca; però aggiunge al film un tocco di quello che definiremmo un 'umorismo realistico', amalgamando bene l'impegno col divertimento. Nel contempo, pur senza pretendere di impartire lezioni, denuncia come ogni guerra abbia i suoi profitti e profittatori e lancia frecciate al curaro contro l'incapacità ad agire dei dispositivi internazionali di difesa (i baschi blu dell'Onu sono rappresentati come autentici idioti), fatti apposta per scoraggiare le migliori intenzioni. Perfect Day, del resto, non risparmia neppure notazioni sulla precaria funzionalità dei suoi protagonisti, eroi molto umani nelle generosità come nelle debolezze che il film si prende il tempo di installare e di far crescere a dovere. In questo compito Aranoa è servito da un ben scelto cast internazionale (...). Un'avvertenza importante. Il dispositivo drammatico del film ruota intorno a una situazione centrale, che lo apre e lo chiude circolarmente. Guardarsi dal lasciare la sala quando sembra che la storia sia già conclusa; e non lo è ancora...

Roberto Nepoti - La Repubblica



promo

Balcani, 1995. A guerra appena finita quattro operatori umanitari sono impegnati nel rimuovere un cadavere da un pozzo, per evitare che contamini l'acqua della zona circostante. La squadra, guidata dal carismatico Mambrú (Benicio Del Toro), comprende Sophie (Mélanie Thierry), ingenua idealista appena arrivata dalla Francia, la bella e disinibita Katya (Olga Kurylenko) e l'incontenibile B (Tim Robbins), volontario di lungo corso e allergico alle regole. Dopo una rocambolesca serie di eventi, i quattro capiranno che si tratta di un compito più difficile del previsto, in un paese in cui anche trovare una corda può diventare un'impresa impossibile. Vengono in mente sia M.A.S.H. che Underground perché León de Aranoa sa trovare un magico equilibrio tra umorismo e dramma, ironia e serietà componendo un divertente racconto eroicomico dai toni picareschi e dai dialoghi (e dagli interpreti) eccellenti.

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