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In una piccola città nella provincia di Gyeonggi l'anziana Mija, malata di Alzheimer, vive con il nipote. È una donna eccentrica, piena di curiosità. Il caso la porta a seguire dei corsi di poesia presso il centro culturale del suo distretto. Cercando la bellezza nel suo ambiente quotidiano, al quale sente di non aver mai prestato abbastanza attenzione, le sembra di scoprire davvero le cose che ha sempre avuto attorno. Anche se un evento imprevisto turberà la sua idilliaca armonia con il mondo... Premiata a Cannes 2010, la sceneggiatura di Lee Chang-dong è una lezione di dignità (da cercare e difendere ovunque, contro la malattia, la vecchiaia, la colpa). La poesia del titolo non è solo la cifra stilistica a cui il regista si attiene, ma è anche una cura verso un senso del quotidiano che diventa sempre più oppressivo e vuoto di valori, sentimenti e cultura, la bussola che permette alla protagonista di orientarsi nel buio del presente. Una partitura densa e rigorosa, cui dà vita in modo commovente la straordinaria interprete Yun Jeong-hie, veterana del cinema coreano. |
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TORRESINO
- aprile/maggio 2011 |
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