Prossima fermata Fruitvale Station (Fruitvale Station)
Ryan  Coogler - USA 2013 - 1h 30’

Gran premio della Giuria e del Premio del pubblico


   La mattina del 31 dicembre 2008 Oscar Grant, ventiduenne di San Francisco si prepara a festeggiare in contemporanea il compleanno della madre e il Capodanno. Ha precedenti per spaccio, ma è un bravo giovane, che ama la mamma, la fidanzata e la figlia di quattro anni. Malgrado gli sia stato tolto il lavoro Oscar vuole aver fiducia nel futuro. Lo spettatore però, sa già che, per lui, un futuro non c'è: nella sequenza iniziale è stato mostrato il video ripreso al cellulare della sua uccisione, avvenuta alla stazione di Fruitvale dopo una rissa in metropolitana. Ha sparato un agente; Oscar era disarmato. Basato su un fatto reale, il debutto alla regia di Ryan Coogler è stato premiato dalla giuria e dal pubblico al Sundance. Parzialmente girato in super-16mm, per dare un senso di verità, il film non si vieta tuttavia l'approccio emotivo alla materia. Però lo fa a buon diritto, ottenendo un grosso effetto sullo spettatore. Che, questa volta, non prova solo indignazione per un episodio di folle razzismo; ma anche perché, lungo la via, ha imparato a voler bene allo sfortunato ragazzo.

Roberto Nepoti - La Repubblica

   La notte di capodanno del 2009, mentre con la fidanzata e gli amici sta rientrando verso casa, Oscar Grant, 22 anni, viene prelevato dalla polizia della stazione della metropolitana di Fruitvale, San Francisco, e perforato al polmone dal proiettile di un poliziotto che ha perso la testa. Ryan Coogler racconta la storia di Oscar a partire dalla mattina del 31 dicembre, giorno del compleanno di sua madre, illuminando la quotidianità così come i segni premonitori e sottolinenando i piccoli e grandi ostacoli che la sua decisione di mettere la testa a posto incontra continuamente sulla via. C'è un intento nobile alla base di Fruitvale Station, che risponde ad una questione morale senza tempo ma anche ad un fenomeno del tutto contemporaneo, legato alle nuove tecnologie. È la volontà di restituire, per quanto possibile, una narrazione e una dimensione dignitose alle figurine sfuocate e urlanti immortalate con il telefonino da chi era presente e ha documentato la brutalità della cronaca. Allargare lo schermo, l'analisi, la denuncia. Restituire un ragazzo alla vita perché l'ingiustizia riguardo alla sua morte appaia, se possibile, con maggior evidenza. L'intento è importante, ma l'obiettivo parzialmente mancato. La performance di Michael B. Jordan è meritoria: il giovane attore di Chronicle si cala nel corpo del protagonista riempiendolo di nervi e sfumature, nonostante il perenne movimento imposto dalla giornata piena di eventi. Purtroppo, è proprio l'ansia da cui è affetta la sceneggiatura, di voler riempire ogni istante di quotidianità, a privare il film di quei momenti di astrazione che l'avrebbero fatto levitare. Coogler ci ricorda che nessun attimo è mai banale, ma occorre ammettere che quelli da lui selezionati non sono nemmeno speciali o resi tali dallo sguardo della macchina da presa e anzi imprigionano il film in una sequenza troppo ovvia e routinaria, alla quale sfuggono poche eccezioni (su tutte, la ricerca del biglietto d'auguri per il compleanno della madre, che denuncia come non ci sia posto per le persone di colore nemmeno tra le immagini più cheap in vendita nel loro stesso quartiere). Nonostante non arrivi davvero al cuore, almeno fino a quando la finzione non lascia il posto alle immagini mute ma struggenti della realtà, ad un passo dai titoli di coda, Fruitvale Station resta un esordio più che significativo, per la scelta del soggetto, la competenza nella realizzazione e la forza delle interpretazioni che contiene.

Marianna Cappi - mymovies.it





promo

Oscar Grant è un ventiduenne di Bay Area, San Francisco, che la mattina del 31 dicembre 2008 si sveglia con una strana sensazione: decide così di cambiare il suo atteggiamento, provando a essere un figlio migliore per sua madre, un partner insostituibile per la sua ragazza e un padre perfetto per T, la loro figlia di quattro anni. Le cose però non vanno proprio secondo i suoi piani, soprattutto quando, alla fine della giornata, incontra la polizia alla stazione di Fruitvale... Ispirato alla vera storia di Oscar Grant, ventiduenne californiano ucciso dai poliziotti la notte del Capodanno 2009 il film è parzialmente girato in super-16mm, per dare un senso di verità, ottenendo un grosso effetto sullo spettatore. Non c'è solo l'indignazione per un episodio di folle razzismo, ma anche un riuscito coinvolgimento emotivo con la vicenda umana dello sfortunato ragazzo. Vincitore del Gran premio della Giuria e del Premio del pubblico al Sundance Festival 2013.

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