Il prossimo tuo
Anne Riitta Ciccone - Finlandia/Francia/Italia 2008 - 2h 4'

  Che cosa accomuna la pittrice italiana, la hostess finlandese, il reporter francese? Le loro vite attuali, i loro passati, la loro mancanza di relazioni, la loro sfiducia e le loro delusioni. La costruzione richiede un po'di pazienza e disponibilità. Non è un ritmo consueto. Sono tutte persone che hanno avuto brutte esperienze, che le hanno portate a chiudersi. Ad essere pessimiste verso il prossimo. Ma in ciascuna di queste tre vite c'è o interviene un elemento che serve a scuoterle. Una ragazzina rom dotata di talento artistico. Un professore pensionato, vicino di casa, che sente la mancanza della famiglia che non ha più. I due figli adolescenti del reporter, il maschio che vuole farsi prete e la ragazza che non riesce più ad applicarsi alla sua brillante carriera di tuffatrice. Aiutare gli altri ad esprimersi, questa sarà la cura.

Paolo D'Agostini - La Repubblica

  Esiste un genere di cinema dei destini incrociati, oggi fin troppo di moda. Molte storie diverse che s'intrecciano per spiegarci che a diverse latitudini si soffre uguale e forse per motivi simili e che in fondo non aveva torto Sartre a scrivere che ogni uomo li vale tutti, tutti lo valgono. Qui la regista debuttante Anne Riitta Ciccone racconta tre storie: in Italia (una pittrice e una giovane allieva), in Francia (un giornalista torna distrutto dall'Iraq e scioglie famiglia), in Finlandia, dove Eva è stata traumatizzata dalla violenza di un branco. Come in certo cinema di Haneke c'è un randagismo morale da Old Europa che il film riflette con un caparbio, tenero cinismo. Una classe sociale e morale che non ha regole se non la fiducia nel cinema specchio della realtà..

Maurizio Porro - Il Corriere della Sera

  Fra Parigi, Roma, Helsinki (che sono i coproduttori del film) si svolge il girotondo esistenziale di Il prossimo tuo, sceneggiato e diretto da Anneriitta Ciccone che pur finlandese di nascita è italiana di origine e di formazione cinematografica. Da cui un team artistico nostrano che include un bel trio di direttori di fotografia (Fabio Cianchetti, Pasquale Mari, Fabio Zamarion), il musicista Franco Piersanti e lo scenografo Maurizio Sabatini. Li citiamo tutti perché la pellicola - con un'ambientazione che cambia in continuazione trasferendosi dalle lande innevate del grande Nord al caotico traffico della capitale francese, dalle pittoresche stradine del centro storico romano all'assolato Villaggio dei pescatori di Fregane – ha il suo punto di forza nella raffinata qualità formale. Mentre, per debolezza di copione, risultano meno convincenti le storie intrecciate di un piccolo gruppo di personaggi vulnerati al punto di non saper più ricostruire un vero rapporto umano. C'è l'hostess di terra, che ha fatto una scelta di isolamento totale, c'è il marito e il padre fallito che cerca l'oblio cliccando ossessivamente siti porno, e c'è la pittrice che non dorme più di una notte con lo stesso uomo: un cerchio di solitudine e angoscia che solo con l'«ama» sottinteso nel titolo si può sperare di superare. Nel cast, che comprende anche Maya Sansa, il più bravo è Jean-Hughes Angladé, che riesce a dare uno spessore di protagonista al suo inviato di guerra incapace di trovare pace dopo essere sopravissuto, lui solo, a un attentato in Afghanistan.

Alessandra Levantesi - La Stampa

cinema invisibile TORRESINO ottobre-dicembre 2009