Prova a incastrarmi - Find me Guilty
Sidney Lumet - USA 2005 - 2h 05'

da Film Tv (Aldo Fittante)

      Una storia vera. Il boss italo-americano Jackie DiNorscio (un sorprendente Vin Diesel), già in galera con una pena di trent’anni per droga, viene accusato di associazione mafiosa assieme all’intera "famiglia". Definita la giuria presieduta da un giudice liberal, decide di difendersi da solo, creando non pochi scompigli e spiazzando le difese dei suoi "fratelli". Il maxiprocesso, un precedente unico nella storia giudiziaria americana (627 giorni di udienze), si conclude con una clamorosa assoluzione per tutti dopo sole 14 ore di camera di consiglio: i giurati, infatti, non riuscirono a non farsi contagiare dall’irresistibile simpatia di DiNorscio, capace di depistare su binari di (avan)spettacolo le testimonianze contro e a favore, gli indizi schiaccianti, l’impressionante e certosino lavoro del Pm e dei suoi collaboratori. La cinepresa di Sidney Lumet, 80 anni di solidissimo mestiere, circumnaviga da sempre tra aule giudiziarie e distretti di polizia, da La parola ai giurati a Il verdetto e Terzo grado, e non di rado ha tratto ispirazione dai fatti della cronaca (si pensi a Serpico). In Find Me Guilty contamina (in complicità con TJ.Mancini & Robert J. McCrea) la scena legal con la commedia cinica stile Sopranos. Le sue simpatie sono politicamente scorrette e pendono decisamente dalla parte degli "impresentabili" malavitosi. Guardando il film si intuiscono le bizzarre dinamiche procedurali che hanno consentito anche a "colpevoli apparenti" come O.J. Simpson o Michael Jackson di non farsi "incastrare". Come recita un personaggio: «Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente». In un piccolo cameo, la bellissima Annabella Sciorra evapora una scia che ha il profumo di un indelebile fluido erotico.

da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)

      «Non sono un gangster, un gagster», cioè un comico. Lo dice Jack DiNorscio che, in galera per 30 anni, negli '80 fu accusato e travolgente avvocato di stesso, protagonista del processo più lungo della storia, 627 giorni per inchiodare la «famiglia» Lucchese alle sue colpe: 14 ore di giuria, poi il verdetto shock. Il vero DiNorscio è morto mentre il grande 80enne Sidney Lumet, che classe!, da sempre cultore di drammi giudiziari (La parola ai giurati, Serpico) girava in aula questi 125 minuti dal ritmo serrato, dove l' etica fa capriole, parlati con gli atti dell' inchiesta. Star un gangster «simpatico» per cui l' avvocato patteggia l'apparizione tv: il rischio è sempre quello di farci apprezzare i «padrini». Vin Diesel senza muscoli, ingrassato ingurgitando gelati, è bravissimo, un brillante infame nel cast perfetto di un film processo che è come il Vincitori e vinti della mafia.

da La Repubblica (Paolo D'agostini)

      L''ottantaduenne Sidney Lumet appartiene a quella generazione di registi americani che hanno illustrato la capacità della più grande democrazia del mondo di sviluppare gli anticorpi della critica alla propria società. Gente come Arthur Penn, come Robert Altman, un po' prima di loro John Frankenheimer, Martin Ritt. E ha infilato nel corso della sua lunga carriera una serie davvero impressionante di capolavori: La parola ai giurati e La collina del disonore, Quel pomeriggio di un giorno da cani e Quinto potere, L'uomo del banco dei pegni e Serpico. Fra l'altro tutti contenitori di memorabili interpretazioni: di Al Pacino, Peter Finch, Sean Connery (che mai ha avuto un'occasione come quella di La collina del disonore), di Rod Steiger e Henry Fonda.
Stavolta dev'essersi proprio divertito, dall'alto della sua età e della sua autorità, a realizzare con
Prova a incastrarmi - Find me guilty un film che rispetta, sì, quella grande tradizione di cinema processuale da cui proprio lui cominciò con La parola ai giurati (Twelve angry men, che tra l'altro fu solo in seconda battuta un film, perché come Il giorno del vino e delle rose e come Marty proveniva negli stessi anni Cinquanta dalla televisione), ma si muove come un acrobata sul filo dell'ambiguità mettendosi al servizio di un personaggio molto equivoco, anzi decisamente negativo.
Il gangster italoamericano Jackie Di Norscio fu tra il 1987 e il 1988 la star del più grande e più lungo maxiprocesso di mafia mai celebrato negli Stati Uniti. Finirono con lui alla sbarra tutti i boss del clan Lucchese che infestava il New Jersey. Jackie, il solo degli imputati che stesse già in galera scontando una pena, rifiutò ogni offerta di sconto in cambio di una testimonianza contro la sua "famiglia" e decise di difendersi da sé in aula. Malvisto dagli altri mafiosi e per primo dal capo in testa perché inaffidabile e sbruffone Jackie riuscì a smontare la testimonianza chiave di un mafioso collaboratore di giustizia e ad aggirare una massa enorme di prove schiaccianti. E alla fine convinse la giuria che, clamorosamente, prosciolse tutti.
Il film e il ruolo del protagonista sono una tribuna d'onore per l'attore che interpreta Jackie: Vin Diesel. Che mette in campo una gamma vastissima di sfumature, che non nega niente della sua montagna di vizi e debolezze, e forse proprio per questo riesce a comunicare in modo tanto diretto e "umano" con la gente comune che deve giudicarlo. Una prova anche questa, in definitiva, di democrazia. Gran parte del materiale travasato nel film viene dai verbali del processo.

i giovedì del cinema invisibile TORRESINO ottobre-dicembre 2006

promo

ll gangster italoamericano Jackie Di Norscio fu tra il 1987 e il 1988 la star del più grande e più lungo maxiprocesso di mafia mai celebrato negli Stati Uniti. Finirono con lui alla sbarra tutti i boss del clan Lucchese che infestava il New Jersey. Jackie, il solo degli imputati che stesse già in galera scontando una pena, rifiutò ogni offerta di sconto in cambio di una testimonianza contro la sua "famiglia" e decise di difendersi da sé in aula. La cinepresa di Sidney Lumet, 80 annidi solidissimo mestiere, circumnaviga da sempre tra aule giudiziarie e distretti di polizia, qui contamina la scena legal con la commedia cinica stile Sopranos. Le sue simpatie appaiono politicamente scorrette...