Il quinto impero (O quinto imperio)
Manoel de Oliveira - Portogallo/Francia 2004 - 2h 7'

da Il Corriere della Sera (Maurizio Porro)

      Altro che Film parlato, questo del 97enne De Oliveira film successivo in archivio è parlatissimo, a prima vista vicino al teatro (testo di Josè Regio) e lontano dal cinema. Ma il suggestivo impianto, la fiducia nel mezzo, la potenza della Storia, la coerenza espressiva ne fanno un racconto ampio, rigoroso, barocco: ne restate incantati, proprio per la fede nel cinema che prevede. In scena il mitico re Sebastiano del Portogallo che vede crollare nella crociata contro l'Islam la sua utopia di riunire il mondo sotto il pacifico impero cristiano. Il corpo scomparve, fu Re annunciato e nascosto. Memoria e realtà, tutto in una notte, con sciabolate di luce e di parole che rotolano come pietre lungo le buie pareti di un castello, tra fantasmi e profezie. Perfetti Riccardo Trepa, cugino dell'autore, e il santo profeta calzolaio Miguel Cintra.

da La Stampa (Lietta Tornabuoni)

      Ritratto, ispirato a un dramma di José Régio, di una figura leggendaria della storia portoghese, presente pure nella mitologia musulmana: Sebastiano, re-ragazzo cinquecentesco bellissimo, malato, orfano, sprezzante dei bassi livelli del suo tempo, adoratore della grandezza nobile e guerriera dei suoi antenati, che scomparve dopo una sconfitta in battaglia nel 1578 diventando una specie di messia il cui ritorno venne a lungo atteso. Il personaggio, amato da Fernando Pessoa e celebrato da molti artisti e uomini di cultura portoghesi, sognava un mondo senza più guerre di conquista, guidato da un unico re (lui) e da un solo papa: secondo il regista è la stessa utopia dell'Unione Europea che tenta adesso di tenere insieme Paesi diversi (di qui la seconda parte del titolo, «Ieri come oggi»). Con alta passione e disperazione, nel film il giovane sovrano (interpretato dal nipote di De Oliveira) parla di sé e i cortigiani parlano di lui, alla maniera del «cinema di parola» e del cinema della Storia del grande maestro ultranovantenne. I protagonisti, vestiti con magnificenza, si muovono come figure di quadri viventi; il testo è ancora più perfetto del solito.

da Film Tv (Bruno Fornara)

      Dopo i regni caduchi della storia umana, il quinto impero sarà quello di Cristo, regno di pace universale. Manoel de Oliveira torna a un tema che ha già affrontato in altri suoi film. Torna al sebastianismo, al mito di re Sebastiano, nipote di Carlo V, che nel 1578 partì per il Marocco in quella che voleva essere l'ultima crociata contro l'Islam. Nella battaglia di Alcàcer-Quibir, i portoghesi furono sconfitti, il corpo del re non fu mai trovato e da allora la leggenda dice che tornerà, tra la nebbia, su un cavallo bianco, per portarci la pace. Nella letteratura, nel teatro e nel cinema portoghese, re Sebastiano, il Nascosto, l'Atteso, è tuttora figura viva e intensa. Oliveira parte da un dramma di José Regio, ne conserva la teatralità, fa del giovane re il campione delle ossessioni cristiane e di tutte le tragiche, fragili e fallaci (fallaci...) utopie che, ieri come oggi, vorrebbero, attraverso le guerre, fondare un mondo di pace. Cinema di parola, immagini come affreschi, ambienti oscuri, animi infiammati e anime incerte, un'atmosfera di lugubre e notturno sfacelo tra cortigiani, buffoni e profeti. Cinema meditativo e provocatorio nella sua frontalmente rarefatta ed elegante chiarezza.

i giovedì del cinema invisibile TORRESINO ottobre-dicembre 2005
PRIMA VISIONE