La ragazza senza nome (La fille inconnue)
Jean-Pierre e Luc Dardenne - Belgio/Francia 2016 - 1h 53'

  ...narrazione tesa di uno stile che sa accordare ogni variazione, anche la più impercettibile a un universo poetico netto e identificabile nel quale film dopo film ritornano gli stessi motivi e le stesse domande: una variazione sulla realtà che illumina traiettorie universali. Non è mai questione di colpevoli o di vittime nel cinema dei Dardenne (...) persino nei film meno riusciti come era il precedente Due giorni, una notte rispetto al quale i due fratelli cineasti sembrano stavolta molto più a loro agio - forse anche grazie alla presenza di Adéle Haenel (...) superba e essenziale (a differenza delle faccette di Marion Cotillard). Vi ritroviamo anche i luoghi di molti loro altri film, Seraing la periferia di Liegi anonima e indifferente, gli attori, da Fabrizio Rongione a Jérémie Regner e Olivier Gourmet, quasi a sottolineare la continuità di uno sguardo sul mondo, di un'indagine che come quella del personaggio ne interroga - e ne mette in evidenza - il funzionamento negli aspetti meno accettabili. Loro (e lei)non giudicano, non accusano né impongono una visione allo spettatore per tranquillizzarne le aspettative, e tantomeno cercano il sentimentalismo complice che produce comunque un sollievo. Il loro cinema parla del presente, del nostro tempo, quel fotogramma unico e ripetuto che si insegue sugli schermi del festival, attraverso un'immagine la cui dimensione «politica» si produce nei contrasti. (...) Come sempre nei Dardenne è il corpo a parlare, a disegnare la realtà. Corpi malati, stressati, feriti, che fanno fatica a respirare, soffocano nelle convulsioni, vecchi o giovani poco importa. Corpi che sono soltanto merce, ignorati, calpestati, sfruttati.

Cristina Piccino - Il Manifesto

  All'ultimo festival di Cannes (...) La ragazza senza nome è stato accolto assai freddamente. Con umiltà, Jean-Pierre e Luc si sono rimessi al lavoro: ne hanno revisionato il montaggio ed eliminato sette minuti, in modo da rendere l'insieme più dinamico e centrato sull'indagine (le parti soppresse riguardavano soprattutto il lavoro del medico). In effetti il soggetto ha il sapore di un poliziesco a sfondo sociale, un po' alla Georges Simenon; e tuttavia non è questo l'aspetto che preme di più ai Dardenne. I quali ribadiscono più che mai con questo film il loro statuto di registi umanisti e, insieme, quello stile inconfondibile che (malgrado le imitazioni) permette di riconoscerli a prima vista. (...) Forse due linee narrative basate sulla responsabilità sono tante per un solo film; però la parte dell'indagine è fortissima e interpella lo spettatore sul suo personale senso etico. Via via che i personaggi rivelano cose poco edificanti di se stessi, reagendo alle domande di Jenny come a una cartina di tornasole. E poi c'è lo 'stile Dardenne': la precisione implacabile delle inquadrature e dei movimenti di macchina, la centratura dello spazio sui corpi dei personaggi. (...) Quanto all'interpretazione di Adèle Haenel, qualcuno l'aveva trovata monotona: ma è ciò che può dire chi pensa che ogni parte vada recitata 'alla' Meryl Streep. La prova dell'attrice ventisettenne è straordinaria per come suggerisce le emozioni tenendosele dentro; mostrando la determinazione di Jenny senza farne un'eroina; sempre avvolta nel suo montgomery come a proteggersi dal mondo esterno, però decisa ad andare fino in fondo.

Roberto Nepoti - La Repubblica

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Jenny, una giovane dottoressa, si sente in colpa per non avere aperto la porta del suo ambulatorio a una ragazza trovata di lì a poco senza vita. Dopo aver appreso dalla polizia che non c'è modo di identificarla, Jenny ha solo un obiettivo: scoprire l'identità della ragazza, così che possa avere un nome sulla tomba. È lo 'stile Dardenne': la precisione implacabile delle inquadrature e dei movimenti di macchina, la centratura dello spazio sui corpi dei personaggi. Un altro romanzo morale che affronta un tema forte come la necessità di assumersi responsabilità personali quando le collettive sembrano perdute.

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LUX - novembre 2016

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