Remember
Atom Egoyan - Canada/Germania 2015 - 1h 35'

VENEZIA 72 - Concorso

    È davvero bello Remember, il nuovo film di Atom Egoyan, regista nato al Cairo nel 1960 da genitori armeni (ma naturalizzato canadese dall’età di tre anni). Idealmente è stato definito una prosecuzione di Ararat, sua pellicola del 2002, ma giocata – ha affermato lo stesso regista  – su di un piano solo, a differenza di quest'ultimo.
E
Remember presenta un testo sicuramente singolare: un thriller per certi aspetti, un paradosso per altri. Si può, infatti, leggere duplicemente, dato che si presta ad almeno due chiavi di lettura: la prima, ‘semplice’, che non permette di concepire come una persona anziana, con incipiente Alzheimer, possa portare a termine quanto prefisso e concordato con altra persona, sua coetanea e, per quanto capiamo, della stessa fede e nazionalità. Ma  il film si offre a ben altre considerazioni più complesse (ecco la seconda chiave di lettura). Per dare ad esso un significante, ma, soprattutto, un significato, si deve far riferimento a Freud ed ai recessi più inconsci della mente.
Il plot narra di due sopravvissuti alla Shoah, ad Auschwitz, molto anziani ormai, residenti in un ospizio di lusso che (pare) rispettare il loro vissuto personale (vivono in un ambiente ricreato, in parte, con il mobilio di casa) che decidono di vendicarsi di chi ha distrutto le loro famiglie nel campo di concentramento. Uno, il più malato (Martin Landau, magnifico attore per Hitchcock e Woody Allen), predispone, letteralmente, per l’altro ancora autonomo, ma che ha subìto un lutto recente (a morte della moglie) e soffre di altalenante Alzheimer, un "viaggio della vendetta", sulle orme di Simone Wiesenthal e della sua crociata antinazista post-bellica (un Christopher Plummer di incredibile, realistica naturalezza). Occorre tacere sull'evolversi narrativo di questo 'thriller della memoria' per non vanificare, nella visione, il crescere dell'emozione (e della sorpresa). Basta dire che
Remember è film da vedere e rivedere, da metabolizzare. Perché la sua ‘soluzione finale’ è riconoscimento reale di ciò che potrebbe essere oppure è già stato…

Maria Cristina Nascosi Sandri- ottobre 2015 - pubblicato su MCmagazine 38


promo

Il 90enne Zev (Christopher Plummer) lascia l’ospizio dove vive e, spinto dall’amico Max (Martin Landau), va alla ricerca della guardia nazista che assassinò le loro famiglie circa 70 anni fa e che ora vive in America sotto falso nome. Malgrado l’Alzheimer che lo tormente e le evidenti difficoltà che la scelta comporta, Zev è deciso a svolgere la su missione per rendere una giustizia troppo a lungo rimandata, pronto a portarla a compimento con la sua stessa mano ormai tremolante. Un avvincente viaggio dove l’individuazione del possibile colpevole viene via via disattesa, fino a giungere ad una sorprendente, inaspettata catarsi: il meticoloso, sofisticato piano di vendetta si trasforma in un coinvolgente thriller della memoria.

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