Sul lago Tahoe (Lake Tahoe)
Fernando Eimbcke  - Messico/Giappone/USA 2008 - 1h 25'

  Il mondo sarà salvato dai ragazzini anche in Messico? Accolto dai consensi della critica e dagli applausi del pubblico, Lake Tahoe del messicano Fernando Eimbcke racconta un mondo dove solo gli adolescenti (e qualche vecchio) sembrano capaci di affrontare i nodi della vita: come Juan, il sedicenne che vediamo inspiegabilmente andare a sbattere con la macchina contro un palo e mettersi quindi alla ricerca di un meccanico capace di riparargli la vettura. Perché voglia andarsene da casa, perché non riesca a parlare con la madre, perché il fratellino ritagli ossessivamente immagini sportive e perché gli amici di famiglia che incontra lo abbraccino con insolito trasporto lo scopriremo solo verso la fine del film. Fino ad allora lo seguiremo in una specie di odissea cittadina, dove lo stile curiosamente ellittico della regia si sposa perfettamente all'idea di dare un'identità e uno spessore al protagonista grazie all'incontro con gli altri personaggi e non solo (o non tanto) coinvolgendolo all'interno di una storia. Costruito così attraverso una serie di confronti - il vecchio meccanico che vive con il boxer Sica, l'impiegata del negozio di ricambi che non sa niente di auto ma tutto di punk, l'apprendista meccanico che ha fatto del kung fu e di Bruce Lee la guida spirituale della sua vita - anche il personaggio di Juan prende forma e consistenza, evitando le trappole dello psicologismo (all'origine di tutto scopriremo che c'è un lutto da elaborare) ma anche le tentazioni di certo stereotipato cinema giovanilista. Eimbcke si inventa un modo di raccontare fatto di brevi scene dove le parole spesso non servono, collegate tra loro da «code» completamente nere, dove a volte si ascolta in colonna sonora qualche rumore o qualche parola. E l'effetto, piuttosto che spezzettare la storia, finisce per essere quello di sottolineare la forza delle immagini che si vedono, come se dell'avventura di tutto un giorno (tanto dura il film) il regista volesse farci vede solo quello che ritiene davvero importante. Così il risultato finale è una specie di «diario» improvvisato e divertente, raccontato all'insegna di una leggerezza contagiosa e affascinante.

Paolo Mereghetti - Il Corriere della Sera

promo

Le traversie dell'inventore del tergicristalli elettrico possono sembrare un soggetto non proprio esaltante per un film, ma la vera storia di Robert Kearns, l'uomo che voleva produrre e vendere autonomamente il primo modello di tergicristalli ad intermittenza e che è stato invece truffato dalla Ford, diventa una parabola tipicamente americana sulla seconda occasione e il mito del successo, sul riscatto di se stessi e su una vita passata cercando di ottenere soddisfazione. Kearns non lotterà alla fine per ottenere una vita migliore ma per un senso assoluto di giustizia, anche a costo di andare contro i propri interessi...

cinema invisibile TORRESINO ottobre-dicembre 2009