Syriana
Stephen Gaghan - USA 2005 - 1h 52'

miglior attore non protagonista (GEORGE CLOONEY)


sito ufficiale

da La Repubblica (Roberto Nepoti)

      È assolutamente da vedere, ma da vedere a batterie cariche e antenne tese, Syriana di Stephen Gaghan. Perché lo sceneggiatore-regista ha ordito un piano ambizioso, mettendoci dentro due punti di vista molto forti: uno sulla realtà attuale, uno sul modo di fare cinema. Quanto al primo, la "morale" è sintetizzata nelle parole di un personaggio, che dice: "La corruzione è l'intrusione del governo con le sue regole nei rendimenti del mercato. La corruzione ci tiene al sicuro e al caldo. La corruzione è la ragione della nostra vittoria". Con questa premessa, Gaghan affronta gli scenari del mondo globalizzato, convocando una miriade di personaggi tutti gravitanti intorno allo stesso affare: il gruppo petrolifero texano Connex trama per far cadere un principe arabo riformista, Nasir, che intende affidare alla Cina lo sfruttamento dei gas naturali del suo emirato. Ci sono un veterano agente della Cia, un giovane analista esperto in energia, un procuratore di Washington che indaga sul trust del petrolio, un egiziano in possesso di un micidiale missile Stinger e molti altri characters, tra cui il giovanissimo Wasim che, perduto il lavoro alla Connex, si converte al terrorismo. Non è sempre facile capire ciò che sta accadendo. La difficoltà dipende dal punto di vista cinematografico adottato, che è multiplo e prismatico, così da indurre a raccordare di continuo una molteplicità di personaggi, azioni, luoghi in gioco. Anziché di un difetto, però, si tratta di un pregio. Perché il film riproduce, anche nel suo andamento narrativo, l'estrema complessità degli intrighi della globalizzazione, in quel teatro critico del nostro tempo che è il Medioriente. Un po' come accadeva in Traffic, che fruttò l'Oscar per la sceneggiatura a Gaghan, le azioni procedono parallele e alternate. La vertigine della sceneggiatura si traduce in un montaggio serrato di eventi che mira - e ci riesce - a sintetizzare e a mettere in relazione, in un sol colpo, gli sporchi giochi di potere in cui sono coinvolti multinazionali, servizi segreti, interi popoli. Tutta la corruzione, insomma, che tiene "al sicuro e al caldo" chi abita in certi Paesi, a spese di chi cerca di sopravvivere in altri. A conferma della complessità, gli stessi protagonisti stentano a capire gli intrighi in cui sono avviluppati: a cominciare da Bob Barnes, l'agente che si rende conto di essere stato sempre sfruttato e ingannato dai suoi capi. Bella prova di Clooney, con barba e venti chili di più, in un ruolo chiave; anche se è candidato "solo" alla statuetta come miglior attore non protagonista, in quanto parte della squadra di un film corale.

cinélite TORRESINO all'aperto: giugno-agosto 2006