The Commitments
Alan Parker - Gran Bretagna 1991 - 1h 59'

  

Alan Parker, film di successo ma non sempre film riusciti: Saranno famosi, fresco ma alla distanza troppo furbo", The Wall film mito per alcuni, caotico maxi-videoclip per altri, Mississippi Burning, incerto tra approfondimento psicologico e denuncia d'effetto... Ora con The Commitments finalmente la sensazione di guardare più alla sostanza che al botteghino, di lasciarsi andare alle emozioni, all'atmosfera di un racconto vibrante e suggestivo: un gruppo di giovani musicisti guidati da un manager intraprendente, un nome indovinato The Commitments, le promesse, una "missione" impegnativa, portare a Dublino la musica soul, la musica "giusta per la working-class". Il soul con tutto il suo calore, la sua sofferenza e il suo ottimismo avvolge il film di Parker, si sprigiona dalla verace performance degli interpreti: le scene delle selezione dei musicisti sono proprio gli spezzoni dei provini fatti per il cast, l'affiatamento che cresce nella band è autentica maturazione artistica del gruppo, la colonna sonora un repertorio musicale di assoluta originalità e feeling.
"I dodici commitments sono stati selezionati tra oltre 1500 giovani... Ogni giorno diventavano più bravi, la vicenda del film diventava la loro vicenda, li abbiamo messi insieme a caso e, dopo un mese, erano già un gruppo professionale. Cantano insieme ancor oggi e sono molto apprezzati come band... Abbiamo scelto la colonna sonora tra trecento canzoni, tutte di giovani irlandesi, che si ispirano alla black-music genere Otis Redding, ma con un sound molto più moderno. Soul è una parola bianca che raccoglie molta musica nera di origine diversa. Anche certo rock che si sente suonare oggi richiama il soul. Era diventato troppo semplicistico e ripetitivo e allora si comincia a guardare indietro..."
C'è in
The Commitments il desiderio di un autore di riappropriarsi del presente attraverso i giovani e la loro voglia di riscoprirsi vivi nella musica e nell'aggregazione spontanea, c'è il piacere comune di ritrovare nella fusione dei musicisti e dei loro accordi tutto il fluire della cultura rock degli ultimi trent'anni, c'è uno sguardo non banale sulla emarginazione sociale, sulle contraddizioni nazionalistiche in un'Europa sempre più grande, sempre più unita, ma tutt'altro che uniforme nel suo rinnovamento e nella sua "ricchezza".
"In realtà
The Commitments è anche un film politico, perché parla di un paese povero. L'Irlanda di oggi mi ricorda la Londra grigia della mia infanzia. E parla di giovani che non hanno altro che la musica per sopravvivere. Insieme c'è la disoccupazione. L'unica speranza è quella di avere una chitarra e forse con tre accordi indovinati riesci a guadagnarti un po' di dignità".

ezio leoni - depliant cinema Lux  ottobre/dicembre 1991