The Marriage
Peter Greenaway -
Italia 2009 - 40'

Venezia 66° - Orizzonti

    Le Nozze di Cana, elaborazione elettronica dell'opera omonima di Paolo Caliari detto il Veronese, fa parte di un progetto artistico del regista inglese - realmente l’ultimo degli eclettici - Peter Greenaway che con esso ha inteso ri-visitare, con sensibilità contemporanea e con il taglio delle più recenti tecnologie, quelle cui lui tende da…sempre (non a caso son anni che dice che il cinema è morto!), tutta una serie di opere d’arte, nove per l’esattezza, comprese tra Rinascimento, uno dei suoi periodi preferiti ed il Novecento di Picasso e Pollock.
Il suo progetto è iniziato nel 2006 con La ronda di notte, di Rembrandt van Rjin, capolavoro conservato al Rijksmuseum di Amsterdam, da lui riproposto in ‘quasi’ film alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia l’anno dopo, per proseguire con l'installazione su L’ultima cena di Leonardo a Milano nel 2008. Ora prosegue, per l’appunto, con il quadro di Paolo Veronese, la cui elaborazione è stata ‘sviscerato’ alla Mostra dallo stesso regista in veste di cicerone di se stesso e della sue innovazioni, pseudo (o non) cinematografiche.
Le nozze di Cana noto anche come il Convito in Casa Levi – è opera originariamente posta nel refettorio palladiano dell’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia (sede della la Fondazione Giorgio Cini, coinvolta ovviamente nell'operazione). Nella presentazione
Peter Greenaway ha narrato quanto di sperimentale, a varie fasi e con varia tecnologia, è stato apportato al dipinto per ‘capirlo’, per trattarlo, per leggerne e interpretarne, anche storicamente (con voci popolari ‘inventate’ secondo la mentalità borghese-mercantile veneziana di allora), le tendenze, l’atmosfera, le caratteristiche del tempo.
Il fac-simile de
Le nozze di Cana, ri-posto nel contesto architettonico culturale per cui era stato concepito – il refettorio palladiano di cui sopra - ha offerto a Greenaway l’opportunità di interpretare in modo innovativo ed originale lo stato dell’arte interagente tra immagini, luci, musica voci e suoni che ‘paiono’ emergere direttamente dal dipinto del Veronese. Una performance multimediale di 40 minuti che porta lo spettatore all'interno della composizione pittorico-architettonica: un'esperienza audiovisuale affascinante e unica.

Maria Cristina Nascosi - MCmagazine 27 (ottobre 2009)