Tutti i nostri desideri (Toutes nos envies)
Philippe Lioret
- Francia 2012 - 2h

  Nasce dall’incontro tra un regista e uno scrittore Tutti i nostri desideri; c’è un libro, Vite che non sono la mia e l’ha scritto Emanuel Carrère; c’è un regista, Philippe Lioret, e in molti lo conoscono come l’autore di Welcome, film che un paio di anni fa commosse mezza Europa. Lo scrittore, molto conosciuto e amato in Francia, lavora sulla verità. Trova storie reali, si documenta, approfondisce e poi trasferisce su pagina. L’ha fatto con il suo splendido L’avversario e si è ripetuto con quest’ultimo titolo, di cui Philippe Lioret si innamora. Ma il materiale è difficile da trattare, così decide che per farne un film bisogna tradire il romanzo. Si fa guidare da alcuni elementi trovati sulla pagina e sullo schermo tesse una storia nuova, simile nello spirito e nella temperatura, ma diversa nei movimenti. È la storia di Claire e di Stéphane, due magistrati del tribunale di Lione. Lei è giovane, poco più che trentenne, lui ha qualche lustro di esperienza in più e il suo spirito una volta battagliero e idealista si sta sopendo, soffocato dalla routine di incartamenti, avvocati, sentenze quotidiane. Ma sarà l’incontro tra questi due personaggi ad accendere la storia. Claire si troverà a difendere una donna dagli attacchi delle agenzie finanziarie, quelle che si occupano di microcredito, quelle alle quali ci si rivolge quando si è disperati. Claire in una sentenza decide di favorirla. Ammonita disciplinarmente, è costretta ad abbandonare la causa ed è a quel punto che passa il testimone a Stéphane. I due sanno che queste agenzie ti invogliano a firmare contratti ingannevoli per poi trasformarli in trappole da usurai, conoscono la stortura del sistema, ma allo stesso tempo sono giudici e devono usare la legge e gli strumenti da essa consentiti. A questa corsa a suon di procedimenti legali se ne affianca un’altra, quella di una malattia implacabile.
Lioret mette in scena due personaggi che lo spettatore farà fatica a dimenticare. Stéphane (Vincent Lindon) è uno di quegli attori che recita con le rughe e gli occhi, una presenza non istrionica ma assolutamente magnetica; Claire (Marie Gillain) recita con la sua bellezza, flessibile come un fuscello; lei lattea e slanciata riempie questa storia di forza e coraggio. Tutti i nostri desideri è un film che racconta le derive del nostro tempo e ricorda che ogni giorno della nostra vita compiamo scelte, ci schieriamo su un fronte piuttosto che su un altro, ma se viviamo sempre con l’idea di cercare il giusto ogni nostra azione lascerà traccia per sempre.

Alberto Fassina - La Difesa del Popolo

  Ne abbiamo visti tanti di film, per lo più nutriti di sentimentalismo strappalacrime ed emotivamente ricattatori, sull'ultimo tratto di vita di persone condannate dalla malattia. Ma nessuno sobrio come il francese Tutti i nostri desideri, ispirato al regista Philippe Lioret dal romanzo di Emmanuel Carrère Vite che non sono la mia pubblicato in Italia da Einaudi. Soprattutto qui la malattia e la fine imminente sono soltanto uno degli elementi di un puzzle il cui effetto principale è in realtà pieno di vita, è quello di comunicare energia vitale e anche ottimismo. [...] Sono molti i fili sottili e di toccante quanto ambigua verità che si dipanano nello scorrere intenso delle ultime settimane di Claire. C'è l'ambiguità del suo legame con Stéphane, la cui complicità sfugge a Christophe, ottima persona ma di limitati orizzonti, che ne è geloso e insofferente (mentre in realtà Claire, escludendolo, ha voluto proteggerlo). C'è la buona azione di Claire in favore di Céline, che non è però priva di un'intenzione in certa misura strumentale: Claire l'ha accolta in casa, lei e i suoi bambini, per spirito solidale ma anche per preparare il futuro. C'è la sfaccettata personalità di Claire, che dietro il suo eroico controllo di sé cela il duro percorso di chi si è liberato di origini funestate dall'incertezza affettiva, ha conquistato equilibrio e sicurezza, e ora, nel vedersi sottrarre ingiustamente tutto, trova la forza e lo slancio vitale per ingaggiare un confronto contro altre, meno fatali e ancorché resistenti più umane e quindi affrontabili fonti di ingiustizia. Ricco, complesso, delicato e forte al tempo stesso come il personaggio della protagonista, un bel film.

Paolo D'Agostini – La Repubblica

promo

Claire, giovane magistrato al Tribunale di Lione, incontra Stéphane, un giudice esperto e disincantato, e lo coinvolge nella sua lotta contro le derive del credito al consumo. Tra loro nasce qualcosa, un insieme di rivolta e sentimenti, e soprattutto l'urgenza di viverli... Nell'alchimia strana di questi rapporti, sia di amicizia che d'affetto, spiando l'amore e la malattia, sta la novità di un film di denuncia pacato, con un'originale provvista di fattori umani; valorizzata dalle interpretazioni sui mezzi toni offerte da Marie Gillain e Vincent Lindon.

cinélite giardino BARBARIGO: giugno-agosto 2012

SORPRESE FRANCESI