W.E. - Edward e Wallis
Madonna  - Gran Bretagna 2011 - 1h 58'

 W. sta per Wallis, E. sta per Edward; sì, proprio loro, Wallis Simpson e Edoardo VIII, diventati, dopo la rinuncia al trono di lui per sposare lei, il Duca e la Duchessa di Windsor, una coppia un po' triste che dagli anni Trenta ai Settanta, passata la guerra, si dedicò a una vita mondanissima su e giù per l’Europa ad eccezione dell’Inghilterra implicitamente negata all’ex Sovrano. Madonna, affascinata da quella storia d’amore da lei definita la più bella del XX Secolo, ha pensato di ricavarne il film di oggi scrivendo la sceneggiatura con uno dei suoi collaboratori più fidati, Alek Keshishian. Prudente però come spesso sa esserlo, non si è cimentata direttamente nella biografia dei due, ma ha preferito svolgerla di pari passo con quella di una donna che, negli Ottanta, collaborò a NewYork con gli organizzatori della famosa asta a Manhattan di beni dei Duchi di Windsor. L'asta e i casi immaginari di quella donna servono a Madonna per rievocare, quasi in parallelo, la storia della coppia. Prima la vita a Londra, già molto mondana, della divorziata americana Wallis Simpson, poi l'incontro con il giovane Principe di Galles, il nascere e il progredire dell’amore fra i due, fino alla morte di Giorgio V e la conseguente successione al trono del suo primogenito Edoardo VIII pronto, adesso, a sposare l’americana nono stante lui sia il Capo della Chiesa d'Inghilterra e lei sia divorziata. Il resto, arcinoto, va di pari passo con la donna, anche lei americana, che prima di riuscire a separarsi da un marito violento e unirsi a uno che sinceramente la ama, solo immedesimandosi nei casi dell’altra troverà la chiave per risolvere i propri problemi. Madonna le due vicende le ha seguite con impegno. Quelle pubbliche facendole anche sostenere da materiali di repertorio, per quelle private sia dell’una sia dell’altra puntando su toni scopertamente melodrammatici per dare il più possibile rilievo agli accenti patetici della storia d’amore [anche] se certi snodi sono un po' facili e di gusto quasi didascalico...

Gian Luigi Rondi - Il Tempo

  Madonna riesuma l’amore più chiacchierato del Novecento in un film che non butta via niente, anzi gioca di rime e raddoppi come nel vecchio e nobile The Hours di Stephen Daldry. Facendo della storia leggendaria di Wallis Simpson e Edoardo VIII d’Inghilterra, fonte di scandalo e pettegolezzi senza fine negli anni 30, il modello fattuale e morale di una vicenda ambientata invece ai giorni nostri. Con un gioco di consonanze fra le due vicende che sarebbe [più] affascinante e divertente se Madonna e i suoi collaboratori non intrecciassero echi e rimandi fino a sfinire, in un tripudio di tessuti, cristalli, gioielli e altre squisitezze da museo delle arti decorative.
Perché la protagonista moderna (la Abbie Cornish del gran film di Jane Campion su Keats,
Bright Star) è una newyorkese molto malmaritata che si chiama proprio Wally, in omaggio alla signora Windsor, l’americana divorziata, fieramente indipendente e nemmeno bellissima, per cui il futuro re d’Inghilterra rinunciò al trono. Dunque ecco la Wally moderna passare le giornate in dialogo interiore col fantasma della sua eroina (che in una scena le assesta anche un provvidenziale ceffone, fantasma sì, ma assai concreto all’occorrenza). E appena può si rifugia nei magazzini di Sotheby’s, dove si prepara una colossale asta dei mobili e delle suppellettili appartenuti alla coppia reale (l’asta ci fu davvero, nel ‘98, quello che compare nel film è il vero battitore). E dove naturalmente incontra anche un uomo molto più umile del marito: un dottore, sempre impegnato in cause umanitarie e in pratiche meno nobili, ma anche molto più attento, sensibile, capace d’amore di quel consorte violento (e impresentabile, un po’ come la pluridivorziata Simpson per l’erede al trono).
Il tutto saltando senza sosta da un’epoca all’altra, con momenti anche seducenti ma sempre molto esteriori nelle parti dedicate all’amore fra Wally Simpson e il principe, che per causa sua mandò sul trono il fratello balbuziente (si veda
Il discorso del Re, ma tra i due film ogni paragone è azzardato). Come se Madonna, malgrado lo sfarzo scenografico, una bella scena di ballo negli anni 30 a tempo di rock, la classe e la bravura di Andrea Riseborough (che fa Wally Simpson) e le molte scene diligentemente ricalcate da In The Mood for Love, non andasse mai [davvero] oltre la superficie.

Fabio Ferzetti - Il Messaggero

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Ecco riesumato l'amore più chiacchierato del Novecento, quello tra Wallis Simpson e Edoardo VIII, diventati, dopo la rinuncia al trono di lui per sposare lei, il Duca e la Duchessa di Windsor, che dagli anni Trenta ai Settanta, passata la guerra, si dedicò a una vita mondanissima su e giù per l’Europa. Madonna, affascinata da quella storia d’amore ha creduto bene di rivitalizzarla svolgendola di pari passo con quella di una donna, Wally, che negli anni Ottanta, in un processo identificativo con la mitica Duchessa, cerca di dimenticare la sua triste realtà matrimoniale, rifugiandosi, appena può, nei magazzini di Sotheby’s, dove è in atto una colossale asta dei mobili e delle suppellettili appartenuti alla coppia reale... La regia mescola le due vicende con meticolosa rievocazione puntando su toni scopertamente melodrammatici per dare il più possibile rilievo agli accenti patetici della storia d’amore: recitazione intensa e grande sfarzo scenografico con una memorabile la scena di ballo (negli anni 30) a tempo di rock.


cinélite giardino BARBARIGO: giugno-agosto 2012

DONNE PROTAGONISTE