Comunicati & segnalazioni 2003-2005

 
 2005

Venezia 62°
Arriva il festival, scoppia le polemica

Ci risiamo. Puntuale come ogni estate riesplode la polemica tra la città di Venezia e la major hollywoodiana di turno, che, per spocchia e per insipienza, nega il permesso di poter replicare il suo film, presentato alla Mostra, negli spazi cittadini di Esterno Notte, parte integrante del programma del festival, come ricorda lo statuto e vuole una prassi consolidata.

Ma questa volta lo sgarbo è, davvero, istituzionale. La Disney e la sua costola Buena Vista che così dentro Venezia sono state per sei mesi, nel girare in ogni dove il
Casanova di Lasse Hallström, forzando la storia e la pazienza della città, ma avendo anche l’intelligenza di dar spazio a maestranze locali, si rimangiano la promessa di presentare in anteprima anche in città l’attesa biografia del caro Giacomo. Ora che questa collaborazione poteva essere confermata e rilanciata da due semplici, ma sentite dalla gente, repliche, ecco il patatrac! Una parola, anche nel mondo dei fumetti, è una parola: che diranno Topolino e zio Paperone quando sapranno che i loro padri ne sono venuti meno? Immagino gli attoniti gulp del primo, gli accorati gasp del secondo e i perplessi mumble mumble di Paperopoli e Topolinia al diffondersi dell’infame notizia. Proprio a noi, eroici esponenti di un’etica profonda, doveva capitare un disonore così?

Il ragionamento della major, al di là di qualche modesto timore di pirateria, è molto chiaro: Venezia ha bisogno dell’immagine che le dona il film, il film ha bisogno del trampolino della Mostra. Dunque ben vengano la partecipazione fuori concorso e la festa a palazzo Ducale, per il resto ne parliamo a gennaio. È vero invece l’inverso: è solo il film che ha bisogno della città e del suo festival per un lancio a livello planetario. Non sia mai dunque che ne venga intaccata la fortuna da commenti (che potrebbero essere anche) negativi. Ecco quindi un paio di proiezioni blindate, tra invitati entusiasti a prescindere, e via. Con buona pace dell’ennesimo fast food culturale della città. Ha ragione quindi il comune di Venezia in quello che solo superficialmente appare come una ripicca provinciale. Non volete la collaborazione? What a pity, ma la cena a palazzo Ducale non si fa più. Sarà un sussulto d’orgoglio, ma almeno lo è. Ce ne fossero altri.

A proposito, che dice la Biennale di Venezia? Il suo apporto pare analogo a quello del pubblico di San Siro nella partita a porte chiuse dell’Inter dell’altra sera. Un silenzio assordante.

Michele Gottardi - agosto 2004


Terza edizione di Scrivere di Cinema
(in collaborazione con il SNCCI sezione Triveneto)
Premio Alberto Farassino

ALBERTO FARASSINO. L’ALTRO SGUARDO

Il concorso, inaugurato tre anni fa in occasione di Pordenonelegge.it con l’intento di promuovere uno sguardo critico negli adolescenti che vanno al cinema, sta sempre più assumendo un’impronta nazionale (recensioni sono arrivate da Cagliari, Salerno, Milano, Roma, Treviso e, ovviamente, Pordenone): segno questo che i ragazzi in Italia non rinunciano a provarsi nei giudizi e nelle emozioni di fronte allo schermo.

Non mancheranno anche quest’anno le sorprese per rendere Scrivere di Cinema prima di tutto una festa della critica cinematografica: gli organizzatori stanno già lavorando a un video che sveli i segreti della redazione di  una rivista di cinema e, soprattutto, alla realizzazione di una mostra fotografica dal titolo Alberto Farassino. L’altro sguardo, realizzata in stretta collaborazione con Fulvia Farassino, moglie di Alberto.

La mostra, che verrà inaugurata alle 12.00 di sabato 24 settembre, a chiudere le premiazioni di Scrivere di Cinema, è ricca di scatti inediti del critico a cui il premio del concorso è dedicato; un Farassino prima di tutto appassionato e divertito, sul set di Nanni Moretti, in viaggio con
Roberto Benigni, profondo scopritore del cinema anche nei sui lati più ambigui (era attento al cinema di serie B ancora quando Tarantino non ne aveva fatto una questione di moda).

E ancora scatti, sguardi, punti di vista, incontri, esperienze, eredità. Di certo, la non ufficialità; piuttosto la dimensione intima di Alberto padre che insegna alla figlia Viola a scrivere, o quella ironica di Alberto, amico di Tati Sanguinetti, mentre posano in studio per un paio di scatti
glamour. Fotografie di Alberto e Fulvia Farassino dove a farla da padrone è lo sguardo: quello curioso, quello divertito, quello che interroga, quello che ha il coraggio di farsi a sua volta guardare.
La mostra si chiude con una delle ultime pose del critico, mentre era al festival di Locarno. E’ seduto, dietro una porta-finestra aperta a delimitarne i confini, lo sguardo è in macchina. Fulvia non vuole scattarla ma Alberto insiste, così come non smette di scrivere di e sul cinema fino–se Godard permette il prestito- fino all’ultimo respiro.

agosto 2004


Stefano Rulli a PADOVA per la
rassegna cinema invisibile
gennaio-aprile 2005
(con il patrocinio del SNCCI sezione Triveneto)
 

Come si misura la “ricchezza” di una stagione cinematografica? Il metro degli incassi al botteghino può essere indice di una confortante risposta di pubblico, ma non c’è sempre convergenza tra il consenso del pubblico e la qualità “memorabile” dei film arrivati in sala. In fondo è questa la domanda che anima la presentazione del nuovo opuscolo del cinema invisibile, l’apprezzata rassegna del giovedì al Torresino. “C’è un cinema di cui fidarsi? E c’è un pubblico su cui contare? Lo spettatore che si barcamena tra Cuore sacro e Manuale d’amore può essere lo stesso che scopre, sulla spinta degli oscar, la vera emozione cinematografica di Million Dollar Baby?” Il dubbi che il circolo The Last Tycoon reindirizza ai suoi soci si concretizzano nella solita, provocatoria proposta di una serie di titoli tanto sconosciuti quanto stimolanti.  Così la programmazione si apre giovedì prossimo con un doppio spettacolo (a biglietto unico) che gioca la carta shakespeariana e punta sul successo de Il mercante di Venezia (ore 22.00) per riproporre il dimenticato bianco e nero di Branagh – 1995 -  Nel bel mezzo di un gelido inverno (ore 20.00). Una partenza “di recupero” a cui fanno seguito una raffica di prime visioni, nella linea più verace del cinema invisibile. Il 12 maggio è la volta di Tokyo Godfathers, un piccolo capolavoro d’animazione di Satoshi Kon che mette in scena una originale umanità minimalista dai tratti orientali, ma piena di riferimenti al grande cinema hollywoodiano. Un vero evento, cinematografico e sociale, è la presentazione (19 maggio) de Il muro di Simone Bitton: ancora un grande documentario, ancora l’accorata voce della denuncia, per calamitare l’attenzione di tutti su quel muro che si sta edificando, fuori e dentro la Palestina, con lo scopo di difendere gli israeliani dagli attacchi terroristici e con il risultato di imprigionare gli uni e recintare gli altri.
È tradizione, nei programmi del Tycoon, la proposta di qualche minipersonale d’autore. Stavolta è il turno di
Abdel Bechiche: se La schivata è una delle opere clou della stagione,  Tutta colpa di Voltaire, passato in sordina al festival di Venezia di 2000 sarà sicuramente una delle sorpresa del ciclo. Ai due titoli francesi (previsti per il l’ultimo giovedì di maggio e per il primo di giugno) fa seguito (9 giugno) un’altra piacevolissima sorpresa: Un silenzio particolare, il debutto nella regia di Stefano Rulli (grande sceneggiatore, da Amelio a Giordana). La storia è quella di Matteo, affetto da problemi psichici, dei suoi genitori Clara e Stefano, e della loro decisione di creare La città del Sole, un agriturismo dove ognuno trova la sua collocazione, dove tutti hanno il diritto di sostare e convivere. Una toccante testimonianza autobiografica che, nonostante giudizi entusiastici di tutta la stampa nazionale, non aveva ancora trovato uscita a Padova. Lo stesso discorso vale per Passaggi di tempo – Il viaggio di Sonos ‘e memoria  (23 giugno) il film-concerto che Gianfranco Cabiddu ha dedicato alla sua Sardegna: una "fiction", un documentario, un film musicale, un montaggio di repertorio, la ricostruzione di uno spettacolo dal vivo... Certamente un'opera originale che avrebbe meritato un’attenzione maggiore da parte della distribuzione locale, ma altrimenti quale sarebbe il ruolo della rassegna del the Last Tycoon? L’ultimo titolo da segnalare, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, non  è una prima visione, ma è un altro esempio di un cinema di qualità emarginato dal perverso meccanismo del botteghino. Chi ha apprezzato le strampalate vicende de I Tenembaum, si annoti l’appuntamento del 16 giugno; l’occasione di riscoprire il bizzarro genio Wes Anderson è davvero da non perdere.

aprile 2005


PADOVA riscopre il documentario!
rassegna cinema invisibile
(con il patrocinio del SNCCI sezione Triveneto)
gennaio-aprile 2005

Ogni nuova rassegna al Torresino è un’occasione per vedere più cinema invisibile (il titolo ormai famoso del ciclo del giovedì) e per riflettere sulla situazione cittadina del mercato e della distribuzione. La domanda che infatti apre la presentazione dell’attuale opuscolo (alta “preziosa” consuetudine della rassegna) e “più sale, più cinema?”. La risposta non è proprio quella che ci si aspetterebbe. Le sale-top restano occupate a suon di incassi e il consenso del pubblico permette a un film di essere proiettato anche più schermi in contemporanea, di tenere salda la sua posizione finche gli incassi al botteghino non segnalano un’evidente flessione. Così il cartellone del cinema invisibile resta ricco. Ciò che comunque dà senso alla rassegna del circolo the Last Tycoon non è solo il ripescare pellicole emarginate dal circuito o poco pubblicizzate dai media, ma anche di portare alla luce, tra un giovedì e l’altro, percorsi cinematografici “marginali”, di mettere in evidenza peculiarità stilistico-sociali passate sotto silenzio. È il caso di Nemmeno il destino (10/2 ore 21.00) con cui il regista Daniele Gaglianone descrive la vita difficile di alcuni ragazzi torinesi, spostando nel suo Piemonte la vicenda originale narrata da Gianfranco Bettin, prosindaco di Venezia. E proprio quest’ultimo sarà presente in sala per misurarsi con la trasposizione del suo romanzo, un’opera acre e incisiva che Gaglianone ha saputo far propria, contestualizzandola in umanità e stile ("grazie a lui ho capito meglio il mio testo" ha dichiarato Bettin). Dall’invisibilità di certo cinema italiano alla conflittualità, nel mercato, tra le opere di fiction e i docu-film. Nonostante il successo di Fahrenheit 9/11, titoli importanti come The Corporation e The Agronomist hanno avuto ben poca storia nella circuitazione cittadina. Il primo passato solo all’Mpx è ripreso ora dall’Astra, al secondo, del tutto inedito, il Torresino concede lo spazio non solo del giovedì (17 febbraio), ma anche del week-end successivo (18-19-20): un film di denuncia, accorato e appassionante, quello di  Jonathan Demme a cui si abbina (in un mini-ciclo intitolato Documentario? Sì grazie) la contagiosa vitalità musicale di Mika Kaurismaki e del suo Moro no Brasil (24/2). Altri dittici da segnalare sono le due minipersonali che mettono a confronto realtà contrapposte del cinema argentino. Lo stile raffinato e incisivo di LUCRECIA MARTEL  (la “persistenza” dei suoi personaggi è caratteristica sia di La cienaga sia di La nina santa, in programma, rispettivamente, il 31/3 e il 7/4) e quello più manierato e populista di ALEJANDRO AGRESTI: una filmografia più ampia (oltre venti titoli) e non sempre convincente, ma Tutto il bene del mondo (21/4) ha ben figurato al recente festival di Venezia e L’ultimo cinema del mondo (28/4) è ormai un film cult tra i cinefili. Ma ciò che spicca nel calendario sono le tre serate speciali di marzo: in occasione dell’uscita di Heimat 3, giovedì 3 viene riproposto, ad ingresso gratuito, l’ultimo “episodio” di Heimat 2 (film 13 – L’arte o la vita), il 10 una “ricca” giornata di DOPPIO SPETTACOLO-STESSA EMOZIONE con l’abbinata, a biglietto unico, di Prima dell’alba e Prima del tramonto: l’avventura sentimentale di Jesse e Celine, tra Vienna e Parigi, nove anni dopo, stessi interpreti (Ethan Hawke e Julie Delpy), stesso regista (Richard Linklater). Infine il 17, in prima visione, Un onesto trafficante, intrigante giallo da camera belga apprezzato al festival di Venezia, ma passato del tutto sotto silenzio nei listini italiani: la presenza di Philippe Noiret e un interrogatorio, da antologia del noir, lo rendono un appuntamento davvero da non perdere. Se aggiungete che per la giornata della donna (martedì 8 marzo) c’è un martedì di proiezione per Se devo essere sincera di Davide Ferrario (con l’effervescente interpretazione di Luciana Littizzetto) il programma di questa ennesima serie del cinema invisibile ci sembra più che mai stimolante.

febbraio 2005


Avvio ufficiale della terza edizione del concorso Scrivere di Cinema
Scrivere con le ali:
incontro con Natalia Aspesi e Lidia Ravera

     Appuntamento imperdibile il 28 gennaio a Pordenone con Natalia Aspesi e Lidia Ravera per parlare dello scrivere di cinema e per il cinema, in occasione della presentazione ufficiale del bando di concorso per la terza edizione di Scrivere di Cinema, il fortunato concorso di critica cinematografica che Cinemazero, PordenoneLegge.it e il SNCCI-Sezione Triveneto promuovono per gli studenti delle scuole superiori. Scrivere di Cinema implica per forza di cose una duplice passione: quella per il cinema e quella per la scrittura. Si può essere sguardi acuti e perfino onnivori della pellicola ma ciò non basta a fare di noi degni critici sulla carta stampata; si può essere, parimenti, abili jezzatori in punta di penna ma nemmeno questo è abbastanza per trasformarci in autori di pagine cinematografiche anche solo digeribili. Guardare e scrivere intesi dunque come duplice abilità che concorre ad un medesimo fine: parlare dei film e di cosa essi sottendono, a cosa rimandano, che sguardo prediligono e infine cosa ci dicono, dietro a quei movimenti di macchina, a quelle inquadrature, a quei dialoghi, della vita. Secondo questa convinzione Cinemazero e Pordenonelegge, da sempre partner con il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell'organizzazione di Scrivere di Cinema, hanno pensato di lanciare ufficialmente il nuovo bando di concorso attraverso un incontro con due volti - ma sarebbe più corretto dire due penne - che possiedono quella duplice abilità di cui si è appena parlato: Lidia Ravera, coautrice con Marco Lombardo Radice di Porci con le ali, un libro che a metà degli anni '70 si trasformò subito in un caso nazionale per la capacità di andare oltre la politica (c'era stato il '68) per parlare dell'adolescenza "senza peli sulla lingua" (a tal proposito leggere il primo capoverso con cui inizia il libro) e poi sceneggiatrice dell'omonimo film e di molte altre pellicole, tra cui, il tenero e malinconico Amori in corso di Giuseppe Bertolucci; e Natalia Aspesi, una delle firme più brillanti e acute di Repubblica, capace di scrivere con la stessa profonda leggerezza tanto di costume quanto di cinema. Basta scambiare due chiacchiere al telefono con Natalia Aspesi per capire che sotto i divertissment si nasconde una profonda coscienza - anche in senso provocatorio - di cosa può essere la critica cinematografica. «Esistono molti modi di fare critica cinematografica e personalmente a leggere quella delle riviste specialistiche di cinema mi annoio; non mi ritengo un'esperta di cinema, mi vedo piuttosto come uno spettatore comune che va in sala e poi scrive quello che ha sentito vedendo il film. Forse bisognerebbe cominciare a inventare nuovi modi per fare la critica». L'idea che sottende Scrivere di Cinema è in parte anche questa, in fondo la maggioranza dei ragazzi che partecipano si provano per la prima volta come critici.

A moderare l'incontro Giuseppe Ghigi, responsabile del SNCCI-Sezione Triveneto ma anche docente di Storia del cinema italiano all'Università di Venezia, giornalista e collaboratore per il cinema in varie testate e curatore di alcune retrospettive per la Mostra del Cinema di Venezia.

gennaio 2005

2003

Il falò delle verità. La temperatura del cinema...

Ce lo dice Michael Moore, la temperatura di combustione della libertà è Fahreneit 9/11. Solo tre anni fa siamo rimasti scottati da quelle immagini, ma in pentola ne bollono ancora e la temperatura sale. A Cannes, tra una protesta degli intermittenti dello spettacolo, il pamphlet del regista di Bowling for Columbine e le sovversioni del neodirettore Tarantino, si è sfiorato il collasso. Perché se l’edizione del 1968, contestata dall’interno dagli irriducibili maestri Truffaut e Godard, artefici dei più raffinati intrecci tra poesia e realtà, è stata caldissima, questa del 2004 è brutalmente rovente. Come sarà certo la nuova stagione (cinematografica). A Cannes 2004 si è consumata una battaglia della guerra in cui è sprofondato il mondo. Guerra che, mai come oggi, si combatte sul territorio mediatico: tra la pornografia delle torture, uno snuff movie legalizzato, l’integralismo pulp della Passione di Gibson, la reiterata fame dell’Alba dei morti viventi, la propaganda dell’informazione allineata e le cine-inchieste su Bush, che il 4 girerà il suo film romano sulla Liberazione. Del resto quel mahbarata globale che è Kill Bill termina sulla visione di un cartoon alla Chuck Jones, vale a dire all’origine della dualità e della violenza dell’entertainment americano di cui oggi ci troviamo ad essere testimoni oculari, su ben altra scala. Bollente e brutale, il cinema oggi non sa restituirci alcuna immagine poetica. Persino De Oliveira lancia una bomba. E non sono certo le bombe di Blow up o di Quell’oscuro oggetto del desiderio, cariche di dirompente ideologia. Sono bombe che zittiscono e accecano. Fortuna che qualcuno è in grado di diffondere ancora capolavori dello spirito, quali Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini (non perdetelo, al Giorgione) o i capolavori di Truffaut, genio di un vitalismo estremo morto vent’anni or sono, senza eredi (al Candiani, proiezioni dal 4). Fortuna che risuonano ancora blues e jazz in una rassegna veneziana che ospiterà anche l’inedito di Clint Eastwood della serie ideata da Scorsese (dal 4 alla Pasinetti, in collaborazione con la Fenice Jazz), frutti di quella provvida contaminazione tra culture che oggi poteri e istituzioni scongiurano, agitando lo spauracchio dello scontro di civiltà.
Fortuna davvero che c’è ancora chi ricorda Jean Rouch, etnografo con la macchina da presa, poeta transculturale che da poco ha chiuso per sempre il suo obiettivo sul mondo. È Cinemazero di Pordenone a ricordarlo con la recente proiezione di Moi, un noir, storia dell’emigrazione interna di tre nigeriani. E noi stiamo a guardare.

Riccardo Triolo, maggio-giugno 2004

(le proiezioni indicate sono riferite ad attività nel comune di Venezia e di Pordenone)



Le notizie in questi giorni riportate dagli organi di stampa sul disastroso stato dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee, non ci sorprendono.

Da anni andiamo denunciando il disinteresse da parte della stessa Biennale per una parte non indifferente, se non unica, del suo patrimonio storico. Da anni chiediamo interventi seri, sia finanziari che di impegno gestionale, per quello che è uno degli archivi più importanti in campo europeo delle arti contemporanee. E, da anni, sentiamo solo vaghe promesse programmatiche da parte degli amministratori dell’ente alle quali è seguito soltanto il nulla.
Ora siamo all’epilogo: materiali perduti, impossibilità di utilizzo dell’Archivio, e suo probabile trasloco definitivo in un anonimo contenitore di terraferma, sono l’ultimo atto di una politica di abbandono.
Lo stato delle cose impone una scelta: o la Biennale decide che non è in grado di gestire l’Archivio e lo affida ad altri (Comune, Provincia, Regione, Iuav, ecc.), o decide in modo serio, immediato, e non soltanto demandato ad un impegno futuro, di farsene seriamente carico.
Un’attesa ulteriore potrebbe significare soltanto mettere la parola fine di una commedia degli errori
.

G. Ghigi, 21 aprile 2004    


Fiuto e coraggio: nuovi festival e vecchi merletti

Che Circuito Off – Venice International Short Film Festival sia uno degli eventi più interessanti della città lagunare è ormai certo. Al suo quinto anno di programmazione, il piccolo festival diretto da un pugno di ragazzi ambiziosi e determinati alza il tiro. Gli organizzatori sono riusciti a conquistarsi la Regione Veneto e si sono inventati una sezione dedicata al corto locale. Think global, act local, dunque: una buona formula, tanto per chi sta dentro, quanto per chi si dichiara off.Off per statuto, indipendenti per vocazione, i ragazzi di “Artecolica”, l’associazione che promuove il festival, hanno saputo mescolare il film d’arte al corto d’autore, senza trascurare il documentario sociale. E quest’anno fanno le cose in grande, entrando di diritto nello spazio più in (e meno off) di Venezia, quel San Marco Space 1345 che nasce all’interno della libreria più allineata d’Italia, la sfavillante Mondadori della Venezia da bere, dove ogni giovedì d’aprile sono state presentate alcune novità librarie, prima dell’aperitivo alla Vecia Malvasia: si è parlato di Shorts con l’autore, il veneto Vitaliano Trevisan (protagonista di Primo amore di Matteo Garrone); di Von Trier e del Dogma ’95 con Roberto Lippi, coautore di Il Dogma delle libertà, interviste a Lars von Trier; con Palumba invece, autore comico di Recinzioni, ci si è fatti ulteriori risate sul genere più vituperato degli ultimi anni: la recensione cinematografica, espulsa dalla stampa e sostituita con le più graziose stellette al merito; per finire con un tuffo nel documentario con il libro di Marco Bertozzi L’idea documentaria. A maggio vedremo finalmente i film delle cinque sezioni della manifestazione. La retrospettiva d’autore quest’anno è dedicata al semprenero Spike Lee, che forse apparirà in carne e ossa in città. Il Dogma ’95 sarà invece il movimento cinematografico omaggiato nella sezione apposita, con ogni probabilità presenziata quest’anno da Thomas Vinterberg in persona (regista dell’indimenticato Festen). La sezione Panorami, vetrina sul mondo del festival, si apre dalla sede benettoniana di Treviso all’Est europeo e all’Oriente, mentre il festival ospite è l’Etrange Festival di Parigi, che regala a Circuito Off una selezione di corti erotici. La sezione dedicata al documentario sociale, quest’anno ospitata al San Marco Space 1345, si concentra sulla serie di cinque documentari d’autore Onde d’urto. Alla Regione l’onere di premiare i prodotti locali della sezione Corti in Veneto: i cortometraggi regionali saranno valutati da una giuria coordinata dall’associazione di professionisti del settore cine televisivo VenetoCinemaPro. E ancora seminari sul montaggio con Roberto Perpignani e sui festival veneti, e una mostra fotografica a Campo Santa Margherita. I ragazzi del Circuito Off più in della laguna hanno fiuto da vendere. E venderanno bene, ne siamo certi!
Per gli abitudinari del CircuitoCinema, invece, circuito stabile, tutto interno e senza sponsor, valgono sedi e appuntamenti di sempre. In attesa dell’inevitabile Kill Bill vol. 2 e degli altri titoli della nuova stagione (ricco il cartellone), saranno: il cinema della new wave coreana (alla Pasinetti, dal 10); il prosieguo dei titoli del progetto Borders (tra gli altri: Pasolini, Browning e Bill Viola, dal 7 alla Pasinetti); il cinema ebraico di Avraham Heffner (Pasinetti, dal 4); la presentazione del documentario sociale La democrazia dinanzi i giudici. Lelio Basso e i ribelli dell’Amiata di Vincenzo De Cecco (Pasinetti, lunedì 3) e, alla Videoteca di Mestre, presso il Candiani, la personale di uno dei cineasti più liberi e indipendenti della storia, John Cassavetes (dal 5).
Tutto questo, mentre Cinemazero (www.cinemazero.it) di Pordenone (in trasferta a Udine e Treviso) ha appena celebrato un altro indipendente d’America, Jim Jarmusch, nonché presentato l’anteprima del restaurato (da Mediaset, certo) Vangelo secondo Matteo di Pasolini, proprio mentre in sala impazzava il fondamentalismo della Passione di Cristo di Gibson. Ci vuole coraggio…

Riccardo Triolo - aprile 2004  


2003

(marzo-aprile 2003) : segnalazione!

ATENEO VENETO 1812 REGIONE DEL VENETO
31.3 Michele Gottardi
(Ateneo Veneto - Univ. Ca' Foscari, VE)

Venezia sullo schermo: dal mito al luogo comune

28.4 Luca Giuliani
(Università di Trieste)

Venezia fra letteratura e cinema

7.4 C. Alberto Minici Zotti
(Università di Padova)

Ottica spettacolare e fotografia
a Venezia tra Sette e Ottocento

5.5 Carlo Montanaro
(Accad. di BB.AA., Univ. Ca' Foscari, VE)

Il Veneto: provincia
cinematografica per antonomasia

21.4 Roberto Pugliese
(Ateneo Veneto - Univ. Ca' Foscari, VE)

La musica in laguna:
non solo Anonimo veneziano

 
Ateneo Veneto, Aula Magna
con proiezioni
mercoledì ore 18.30: ingresso libero


(dicembre 2003)
Il PROGETTO DI RIFORMA DELLO STATUTO DELLA BIENNALE di Venezia rafforza il controllo governativo e crea un grave conflitto di interessi...
>>


SNCCI gruppo triveneto
www.movieconnection.it/sncciveneto
sictriveneto@libero.it
sncciveneto@movieconnection.it