da Ciak: PROFILI - Edward NORTON (Michele Anselmi)

  

  L' hanno ribattezzato "il nuovo Dustin Hoffman": a parte qualche centimetro di altezza in più e di naso in meno, il paragone non è incongruo. Come Hoffman, il 31enne attore americano sa intrecciare metodo e improvvisazione, disciplina ed estro. E cerebrale, allusivo, allarmante, non ha bisogno di farsi subito amare per i personaggi che interpreta, ma chi l'ha visto nel recente Tentazioni d'amore (il suo primo film da regista) non ha potuto che apprezzare il suo talento mimetico nei panni del prete impegnato a rivaleggiare per amore con l'amico d'infanzia rabbino. Finalmente un ruolo in commedia, arieggiante il vecchio Scandalo a Filadelfìa di Cukor, per uno come lui che nell'orrore nascosto, sepolto magari dietro la normalità piccolo-borghese di uno yuppie in crisi, ci sguazza niente male; sin dai tempi di Schegge di paura, solo quattro anni fa, dove si divertiva a raggirare l'avvocato difensore Richard Gere facendogli credere di avere massacrato a coltellate un alto prelato del Kentucky durante una crisi da sdoppiamento di personalità. Un ruolo di quelli che oscurano il carisma dei divi in cartellone, e infatti nei panni di Aaron Luke Stampler si beccò la prima delle sue due nomination all'Oscar. Sia o no "the finest actor of his generarion", come ha scritto un critico americano facendo molto arrabbiare Christian Slater, Norton è indiscutibilmente un talento tra i più interessanti in circolazione oggi a Hollywood. Un mix, appunto, di Hoffman, De Niro e Pacino, o se volete la versione anni Novanta di Marlon Brando. Paragoni impegnativi, ai quali il giovanotto si sottrae, anche se nel nuovo The Score s'è ritrovato a recitare proprio accanto a due dei suoi modelli. Sarà gustoso vederlo alle prese con un furto d'alta classe in stile Il genio della rapina: lui, giovane e scattante ladro in combutta col re dello scasso De Niro e il mercante d'arte Brando, impegnato a sfilare dalla dogana di Montreal un capolavoro d'antiquariato francese che vale miliardi. E poi incarnerà addirittura Nelson Rockefeller in Frida, chiudere un 2000 all'insegna di ritmi quasi stakahovisti di lavoro.Di sicuro l'uomo ama le sfide professionali. E stato angelico chierichetto assassino nel già citato Schegge di paura (1996), giovane Holden ballerino in Tutti dicono I love you (1996), avvocato del magnate pornografo in Larry Flynt (1996), baro smandrappato in Il giocatore - Rounders (1998), naziskin feroce fino alla repulsione, ma capace di redimersi in American History X (1998), ora prete innamorato e ladro professionista, domani chissà. Una carriera niente male per questo figlio dell'alta borghesia del Maryland (suo nonno, James Rouse, fu il famoso architetto al quale si deve l'invenzione dello shopping mali), madre insegnante, padre pubblico ministero sotto l'amministrazione Carter, che la laurea in storia a Yàle sembrava avviare verso tutt'altro futuro. E invece, incerto tra la storia, la passione per l'astronomia e l'amore per il Giappone (parla correttamente la lingua), alla fine è stato il sacro fuoco della recitazione a rapirlo.  La leggenda vuole che fu un monologo shakespeariano di lan McKellen ascoltato da ragazzo a confondere i suoi progetti, ma solo nel '95, dopo qualche prova a teatro, arriva a sorpresa l'audizione col regista Gregory Hoblit per Schegge di paura. Ricordate? Sorriso obliquo, sguardo liquido, voce mutante, incarnava   il trionfo del Doppio, con una punta di  virtuosistica presunzione, come se l'attore non ancora sbocciato fosse già in grado di controllare i propri mezzi  espressivi. Più di un Brad Pitt, di un Matt Damon, di un Ewan McGregor, e di un Johnny Depp, "vittime" a volte di una sensualità che ne oscura il talento, Norton è attore allo stato puro: camaleontico e ispirato, capace di palestrarsi fino a diventare una feroce macchina da guerra (American History X), ma anche di addolcire i suoi lineamenti fino a sciogliersi nel sentimento amoroso (Tutti dicono I love you). Come De Niro ha adottato la strategia del silenzio attorno alla propria vita sentimentale. "Più cose si sanno di un attore fuori dallo scherno, meno è incredibile quando vi torna dentro", ha spiegato a un'intervistatrice che cercava di stanarlo sui suoi flirt (da Drew Barrymore a Courtney Love, da Cameron Diaz a Salma Hayek, non si contano i "love affair" accreditati dalla stampa internazionale). Non si tira indietro, invece, Norton quando c'è da prendere posizione. Nel recente passato ha polemizzato con la Hollywood Foreign Press (l'associazione che assegna i Golden Globes) dandole della "mafiosa", ha rifiutato l'immagine del dark-cinico o del cool-ironico che ormai sente addosso come una camicia di forza, ha ironizzato sulla doppia nomination all'Oscar nella categoria "miglior attore non protagonista" ("Con tutto il dovuto rispetto verso l'Academy, se il giorno dopo chiedi alla gente chi ha vinto quel premio nessuno se lo ricorda,..") e soprattutto ha continuato a strapazzare una certa generazione anni Sessanta in svéndita ideologica ("Non sopporto gli hippies che invecchiano male e riciclano tutto in un kit dell'Ikea"). Un tipo così, l'avrete capito, è tutt'altro che innocuo. E chissà che Hollywood, prima o dopo, non gliela faccia pagare...      

cinema Lux febbraio-aprile 2001 - personale