Good Night, and Good Luck.
George Clooney -
USA 2005 - 1h 30'

 


62° festival
di VENEZIA

COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a DAVID STRATHAIRN
OSELLA per la migliore sceneggiatura a GEORGE CLOONEY e GRANT HESLOV


 

   Il cinema è un fatto di stile (“uno stile che crea il senso” diceva Bazin), ma è anche un fatto generazionale. Il termine fa riferimento sia al momento storico dei fatti trattati, sia all'epoca in cui viene realizzato, sia all'età di chi lo crea e di chi ne fruisce. Sarà per tutto questo che qui a Venezia, in certa critica, Good Night, and Good Luck. ha destato questa grande impressione?
film precedente in archivio George Clooney film successivo in archivio, che lo dirige riservandosi un ruolo di contorno, ha 44 anni, suo padre (a cui il film è dedicato) è stato anchorman televisivo, il tema è quella della libertà di opinione nel periodo del maccartismo, lo stile è quello asciutto del giornalismo democratico, gloriosamente sulla breccia in tanto cinema americano. La storia è presto detta: in clima di guerra fredda il senatore Joseph McCarthy sferrò una campagna denigratoria e penale contro la sinistra-liberal americana, mettendo sul banco degli imputati, di fonte alla Commissione per le attività antiamericane, i "rossi" in circolazione, includendo in questa classificazione tutti coloro che avevano manifestato simpatie di sinistra o avuto contatti (anche solo casuali, giovanili o "familiari") con le idee comuniste. Ne uscì una vera caccia alle streghe, che mise in crisi amicizie e dignità in un’aberrante atmosfera di paure e delazioni, una lista nera che colpì Hollywood emarginando attori, sceneggiatori, registi. Due nomi su tutti: Dalton Trumbo, denunciato e costretto a firmare sotto falso nome, Elia Kazan, che accettò di collaborare, “fece i nomi” e fu da allora messo al bando da molti suoi colleghi. Sullo schermo film come Il prestanome e Indiziato di reato hanno ben narrato questa amara pagina della storia americana, ma Clooney usa un registro diverso: affronta il problema non guardando ai casi famosi del cinema, ma schierandosi in difesa dei diritti civili dell'uomo comune (nello specifico quelli del pilota militare Milo Radulovich, cacciato dall'esercito quale "rischio per la sicurezza nazionale" e dichiarato colpevole senza processo), centra la questione sulla libertà d’espressione e d’informazione, descrive la situazione fotografando il lavoro giornalistico dello staff televisivo della CBS e del suo mitico conduttore Edward R. Murrow (nel notiziario See It Now e nel talk show Person to Person).
È proprio sulle sue trasmissioni, sul suo attaccare, fronteggiare, sconfiggere alfine la politica reazionaria e liberticida di McCarthy, che si costruisce tutto il film (girato in un nitido bianco e nero che rievoca perfettamente "il colore" televisivo di allora). Apertura e chiusura sono sul discorso di Murrow (David Strathairn, azzeccatissimo) in un momento celebrativo a lui dedicato alla fine degli anni ‘50 («Non si difende la libertà di altri Stati calpestando la propria libertà» suonava bene anche allora), ma l’essenza del racconto di
Good Night, and Good Luck. è in quel 1953, quando la redazione di Murrow stava ancora conquistando quelle professionalità e credibilità che la meteora McCarthy provò ad offuscare contribuendo invece ad alimentarne la leggenda. Quel giornalismo secco, sferzante, che rischiava di suo, in nome di un liberismo democratico - spina del fianco di ogni abuso di potere («Noi siamo gli artefici della nostra Storia: i nostri media debbono liberarsi da troppe compiacenze»), scaturisce nel film di Clooney con una forza e una sintonia d'ideali che lasciano un segno memorabile nel nostro immaginario. Good Night and Good Luck, «buonanotte e buona fortuna», era la formula con cui Murrow concludeva i suoi servizi, un commiato giornalistico perfetto per augurare, ieri come oggi, ad ogni spettatore (televisivo o cinematografico) di dormire sereni sonni democratici.

ezio leoni - La Difesa Del Popolo  11 settembre 2005


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