Mammuth
Benoît Delépine, Gustave de Kervern - Francia 2010 - 1h 32'

   I mammuth, come sanno anche i bambini, sono i giganteschi nonni degli elefanti, estinti alla fine dell'ultima era glaciale, probabilmente per la caccia da parte dell'uomo. I mammuth di questo film sono altre specie in via di estinzione. Una moto tedesca uscita di produzione e un operaio di 60 anni avviato alla pensione, entrambi vittime della caccia da parte dell'uomo. Sconfitta dalla società, la coppia si prende una rivincita diventando protagonista di una delle più originali, malinconiche ed esilaranti avventure on the road di questi anni. La storia, in breve, è quella di "Mammuth" Pilardosse (Gerard Depardieu), un operaio di una fabbrica di suini che decide di andare in pensione dopo 35 anni di duro lavoro, senza mai un'assenza o una malattia. Ma quando va a chiedere la pensione, il burocrate lo informa che i suoi vecchi datori di lavoro non gli hanno mai pagato i contributi. Pilardosse allora saluta la moglie, esasperata commessa di supermercato, e parte alla ricerca delle carte, in un lungo viaggio nel Sud della Francia, scortato dal fantasma del primo amore. La missione fallisce. Mammuth verifica che tutti l'hanno sempre considerato un grosso imbecille da sfruttare. Ma attraverso le esperienze, il viaggio, la memoria e gli incontri, l'ultimo decisivo con una nipotina demente, fragile eppure meravigliosa, Mammuth Depardieu scopre un nuovo senso della vita e torna alla fine dalla sua mammuttesca consorte, gonfio d'amore. Detto così, può non significare molto, perché i registi Benoit Delépine e Gustave Kervern, due fra i più geniali autori televisivi francesi ed europei, raccontano la storia attraverso una serie di quadri satirici, personaggi laterali, situazioni surreali e poetiche. Molte citazioni cinematografiche, dai road movie anni 70 ai Coen, ma come rovesciate, precipitate in un presente assoluto, dove non manca nulla della tragedia contemporanea. Non la solitudine dell'operaio, che è «come un mammuth in un mondo di volpi», persa ogni dignità di classe, ogni solidarietà, in una società dove contano soltanto i soldi, fatti in qualsiasi modo. Neppure la disperazione delle periferie, la voglia di stordirsi dei ragazzi in un mondo invecchiato e senza futuro. Tutto è reso con grande intelligenza e garbo, ma la società rimane alla fine sullo sfondo di una storia potente d'amore. Mammuth è un film d'amore. L'unica salvezza contro le offese del tempo e della società. Non si potevano trovare personaggio e attore migliori di Mammuth e di Gérard Depardieu per dipingere questo immenso ritratto di un Cyrano proletario che in fondo a tante ferite non si amareggia, ma scrive, sudando per la scarsa dimestichezza con la penna, un piccolo poema in versi da consegnare al maestro della scuola per anziani. Non si riuscirà a trovare in tutto il cinema contemporaneo un eroe bello e romantico, un Pitt, un Clooney, un DiCaprio, capace di aprire il cuore degli spettatori con un «ti amo», come questo vecchio ciccione sgraziato, dalla fluente chioma grigia, che lo sussurra alla sua stanca, sciatta, bellissima moglie.

Curzio Maltese - La Repubblica

   Oggetto da maneggiare con cura. Sarebbe facile dirvi: andate a vedere Mammuth, è un bel film con Un Depardieu monumentale. Voi, magari, ci andate. E se non siete stati avvertiti, passate metà del film a gridare «fuoco!», a litigare con la maschera, a maledire il proiezionista e tutti i suoi avi. Poi, se al cinema lo sanno (non è detto!), vi dicono che il film è proprio così, che non c'è alcun inconveniente tecnico... Mammuth è un film bello e curiosissimo, ma necessita di robuste istruzioni per l'uso. Magari partendo dai due registi. Gustave Kervern (classe 1962) e Benoit Delepine (classe 1958), francesi, hanno alle spalle pochi film (l'unico noto in Italia è Louise-Michel, 2008) e una lunga carriera televisiva. I loro show su Canal+ hanno fatto molto discutere per i loro toni disturbanti, provocatori, «scurrili». Potremmo definirli la risposta d'Oltralpe alla Cinico Tv di Ciprì & Maresco. Mammuth è il loro primo film «sentimentale». Nel senso che la storia di questo neo-pensionato sottoproletario, interpretato appunto da Depardieu, è piena di sentimenti tenerissimi. Serge, detto «mammuth», va in pensione a 60 anni e scopre di non avere un euro da parte. Consigliato dalla moglie, parte in moto per ritrovare i datori di lavoro che gli hanno dato un impiego, anche per pochi giorni, nella sua turbolenta vita. È un viaggio «on the road» nella Francia più marginale, con spettro al seguito: di tanto in tanto Serge vede una ex fiamma, morta da tempo, interpretata da Isabelle Adjani. Il film è un tenero apologo sulla vecchiaia incombente, girato con fotografia a colori iper-sgranata, spesso fuori fuoco, con scelte visive da cinema sperimentale (Depardieu, per dire, è spesso inquadrato di spalle)...

Alberto Crespi - L'Unità

   Attenzione: film-Ufo. Chi ha visto Louise-Michel conosce il mix di beffarda ferocia e furiosa malinconia dei due guastatori Kervern e Delépine, ma Mammuth va oltre. Calando il divo Depardieu nel ruolo di un enorme e laconico operaio del mattatoio in età da pensione che inforca la sua maximoto anni 70, una rarissima Mammuth, appunto, e parte alla ricerca dei fogli paga della sua gioventù, ovvero del suo personalissimo tempo perduto. Immagini sgranate (il film è girato in super 16, una pellicola estinta!), incontri bizzarri (il vecchio cugino Paul anima la scena più sconcia, triste e esilarante del decennio), un'estetica che sposa l'humour noir e il fumetto acido (fra i comprimari appare il vignettista Siné) a una tradizione poetica e libertaria molto francese (linea Brassens - Vian - Harakiri), con emozione e divertimento rari. Un regalo, impreziosito da figure femminili diversissime, la moglie extralarge (Yolande Moreau), il fantasma del primo amore (Isabelle Adjani, incredibile), e la stralunata Miss Ming, l'artista autistica che con i suoi surreali bricolages dischiude la vena creativa di quel bestione. Curiosità: il salumiere che affronta Depardieu in una lite epica e derisoria è Kervern, uno dei due registi...

Fabio Ferzetti - Il Messaggero

promo

Serge, detto «mammuth», va in pensione a 60 anni e scopre di non avere un euro da parte. Consigliato dalla moglie, parte in moto per ritrovare i datori di lavoro che gli hanno dato un impiego, anche per pochi giorni, nella sua turbolenta vita. È un viaggio «on the road» nella Francia più marginale durante il quale Mammuth-Depardieu scoprirà un nuovo senso della vita. Mammuth è un film d'amore. L'unica salvezza contro le offese del tempo e della società, un tenero apologo sulla vecchiaia incombente girato secondo un'estetica che sposa l'humour noir e il fumetto acido a una tradizione poetica e libertaria molto, con emozione e divertimento rari.

film del week-end precedente

TORRESINO - novembre 2010

film successivo presente sul sito