Quel che resta di mio marito (Bonneville)
Christopher N. Rowley - USA 2008 - 1h 33'

  Ancora donne. Dopo il leggero The Women, arriva in sala l'intenso Quel che resta di mio marito, titolo troppo garrulo per un road movie al femminile serenamente esistenzialista. Arvilla (Jessica Lange), Margen (Kathy Bates) e Carol (Joan Allen) sono tre signore un po' sempliciotte che partono dallo Utah per arrivare in California. La prima è bella e morbida, la seconda è vivace e spiritosa, la terza è una mormona timorata di Dio e non solo.
Dovrebbero portare le ceneri del marito di Arvilla all'antipatica figlia naturale di lui che, cosa bizzarra, è coetanea della bella vedova. Deve essere per questo che la odia a morte. Come spesso capita nelle avventure on the road, le tre amiche deviano dal percorso naturale, si immergono in paesaggi mozzafiato, incontrano uomini soli, litigano, piangono, gettano il cellullare e si ritrovano a preparare un fuoco su una spiaggia messicana. Forse mantenere una promessa alle persone che abbiamo amato è più importante che mantenere rapporti civili con parenti serpenti.
Quel che resta di mio marito di Christopher N. Rowley non è Thelma & Louise e nemmeno vuol esserlo. Ogni svolta narrativa è prevedibile. Ma sicuramente Jessica Lange, Kathy Bates e Joan Alllen (12 nomination e tre Oscar in totale) sono meravigliose. Due minuti che le vedi insieme e metteresti la mano sul fuoco che quelle tre sono cresciute fianco a fianco. Attrici che non giudicano i loro personaggi. Li vivono. Magistrali.

Francesco Alò - Il Messaggero

  Scritto e diretto da Christopher N. Rowley in ricordo della nonna, Quel che resta di mio marito non possiede il dono dell'originalità. Eppure il patinato road-movie, blandamente sospeso tra l'omaggio a Thelma e Louise e quello alle nuove certezze delle single americane, riesce a valorizzare tre ottime interpreti come Jessica Lange, Kathy Bates e Joan Allen, incarnate per volere del giovane e pensoso debuttante in un terzetto partito dal rustico Idaho alla volta della mondana California. È successo che la fresca vedova Arvilla sia rimasta vittima del ricatto di un'arcigna figliastra, decisa ad ottenere a domicilio l'urna contenente le ceneri paterne (altrimenti la caccerà dalla casa dove ha vissuto gli ultimi vent'anni). La protagonista avrebbe voluto spargerle al vento, come promesso al caro estinto, ma tant'è: le migliori amiche Margene e Carol, in nome di un pragmatico realismo, s'imbarcano con lei a bordo di una fiammante Bonneville decappottabile del '66. I diversi caratteri si svelano e si forgiano, grazie anche all'incontro con sorprendenti vagabondi, sugli impagabili sfondi di caffetterie e motel sperduti nel deserto, i riflessi del Lago Powell, le vertigini del Bryce Canyon o il rutilante luna park di Las Vegas; fino al colpo di scena finale che alterna humour e pianto nel lodevole intento di fare decollare l'autostima delle spettatrici di una certa età. Tutto «telefonato» dal punto di vista narrativo, tutto sinceramente commosso e visibilmente compiaciuto, tutto gradevolmente retrò.

Valerio Caprara - Il Mattino

promo

Arvilla recluta le sue due amiche del cuore per un viaggio attraverso l'America dei grandi spazi aperti. La destinazione è Los Angeles, la missione è quella di portare le ceneri del marito di Arvilla all'odiosa figlia di primo letto, Francine. Lei in realtà avrebbe voluto spargerle al vento, come promesso al caro estinto, ma tant'è: le migliori amiche Margene e Carol, in nome di un pragmatico realismo, s'imbarcano con lei a bordo di una fiammante Bonneville decappottabile del '66...
Tra paesaggi mozzafiato, tonificate dall'incontro con sorprendenti vagabondi, le tre svelano senza remore i loro caratteri di donne forti (nella finzione) e di attrici straordinarie. Tutto in un road-movie gradevolmente retrò; forse patinato, ma sinceramente commosso.

LUX - ottobre-novembre 2008

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