(aprile)
maggio-giugno 2004

bimestrale di cinema, cultura e altro...

n° 10
Reg.1757 (PD 20/08/01)

 

 

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Itinerari turistici e appuntamenti d'arte
 

FERRARA e gli Este

SAN BENEDETTO PO e dintorni

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È da febbraio che Ferrara tiene banco con la sue proposta-arte che, chiusa la parentesi Raushenberg, si fa forte comunque con il rinnovato accesso allo splendido Castello Estense , restaurato alfine dopo due anni di accurati lavori. Luogo da cui quale gli Estensi gettarono le fondamenta per uno scenario architettonico, urbanistico e culturale unico al mondo (Ferrara è considerata dall’Unesco "patrimonio dell’umanità") il castello si propone come contenitore privilegiato di una delle più prestigiose collezioni d’arte rinascimentale e gli allestimenti del nuovo iter di visita, vasto ed inedito, comprendono oltre cinquanta sale, alla cui scenografia ha lavorato un prestigioso comitato scientifico che vanta la guida di un architetto di fama internazionale quale Gae Aulenti (a lei si deve anche la ristrutturazione della Gare d’Orsay a Parigi). Ripercorrendo la storia dell’edificio, nato come fortezza ad opera di Bartolino da Novara e divenuto poi dimora gentilizia, si può così attraversare la storia di Ferrara stessa e della sua stagione culturale più viva che vide il segno di menti come Biagio Rossetti, Pietro Bembo, Calvino o Leonardo da Vinci ( per fare una citazione poco più che subliminale).
    E, per l'occasione, uno straordinario evento espositivo permette, fino al 4 luglio, di ammirare, grazie ad eccezionale prestiti concessi dai più importanti musei del mondo, una vasta rassegna della produzione artistica della Rinascenza Ferrarese in gran parte dispersa fin dalla fine del XVI secolo, presentata al pubblico, dopo i successi ottenuti al Palais des Beaux Arts di Bruxelles, come splendida ouverture delle manifestazioni di Europalia: si tratta di una vasta ricognizione sulla civiltà artistica ferrarese tra il XV ed il XVI secolo. Esposte oltre centocinquanta opere tra dipinti, sculture, ceramiche, manoscritti miniati e documenti storici e letterari; presenti alcuni dei maggiori capolavori di Cosmé Tura, Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti (i grandi dell’Officina Ferrarese ‘scoperti’ da Roberto Longhi) accomunati ad opere eccelse di Donatello, Andrea Mantegna, Tiziano Vecellio, Ludovico Mazzolino, Dosso Dossi, Gerolamo da Carpi, Bastianino.
     Infine, a latere rispetto alla mostra sul Rinascimento e la Corte, una mèta-mostra, una mostra nella mostra, dedicata al meraviglioso appartamento privato di Alfonso I d’Este: si potranno ammirare, riuniti per al prima volta, i trentaquattro rilievi di marmo che decoravano lo studiolo del Duca, conservati per la maggior parte al Museo dell’Ermitage di Pietroburgo. Ai marmi del Camerino d’Alabastro, eseguiti da Antonio Lombardo tra il 1507 ed il 1515, saranno accostate altre opere del maestro e della sua scuola per valutarne il ruolo fondamentale nella scultura dell’Italia del Nord.

Maria Cristina Nascosi

 

FERRARA e gli Este

SAN BENEDETTO PO e dintorni

 


    Mini-tour tra ecologia e arte nei pressi di Mantova. La tappa di riferimento è San Benedetto Po (sulla provinciale  413, poco più di 20 km a sud del capoluogo emiliano - uscita-autostrada Mantova Sud) con la sua imponente Abbazia cinquecentesca: tre navate con soffitto a crociera e cupola sull'altare maggiore, un coro ligneo di Vincenzo Rovetta, affreschi di allievi di Giulio Romano, mosaici dell'XI secolo, una pala di Girolamo Bonsignori, il sarcofago (ora vuoto) di Matilde di Canossa... A fianco dell'abbazia il Palazzo degli Abati, sul retro e ai lati tre pregevoli chiostri: quello di San Simeone, quello di San  Benedetto e quello dei Secolari, che vanta un monumentale scalone decorato a stucco  (Gian Battista Barberini, fine 600). Il motivo artistico più di richiamo sta comunque nel refettorio monastico, ora adibito a Museo dell'abbazia: sulla parete ovest un  prezioso affresco del Correggio raffigura un monumentale tempio rinascimentale. Personaggi dell'antico testamento e della mitologia pagana sono collocati in perfetta armonia nella fittizia struttura architettonica del dipinto. Il tutto a incorniciare (in basso) un cenacolo del Bonsignori: solo in copia, l'originale si trova a Rovigo...
    Ma il fascino di San Benedetto Po va oltre la rilevanza delle sue opere e della loro storia (tutte da scoprire, dalle vicende, a inizio millennio, di Tedaldo di Canossa e San Simeone fino agli espropri napoleonici alle soglie del XIX secolo). Basta spaziare con lo sguardo e si percepisce l'abbraccio naturalistico con cui i rami del Po e del Secchia racchiudono il paesaggio.

La gente del posto ha ancora nella memoria la rovinosa alluvione del 2001 ed è difficile immaginare la golena di Gorgo, che solo un argine separa dalla piazza principale, completamente sommersa dall'acqua. Così come lascia esterrefatti la dimessa peculiarità della chiesetta romanica (XI secolo) di S. Maria di Valverde. La si intravede dalla provinciale, verso Pegognana, la si raggiunge anche dall'argine, verso Portiolo; ciò che sorprende, oltre all'incontaminata pulizia dei luoghi, oltre grazia delle forme, è il completo stato di abbandono: la facciata è stata inglobata negli anni in un fabbricato rurale, la visione del Cristo in mandorla di Michele da Pavia è privilegio di pochi, visto che l'accesso è possibile solo previo accordo con gli uffici del Comune (0376-615101). Per consolarsi occorre percorrere una decina di chilometri a raggiungere Pegognana. Il bello stato della chiesa matildica di San Lorenzoè frutto di massicci interventi di rifacimento, ma la visione d'insieme, anche del suo interno, è davvero un piacere.
Ultima amara scoperta (di ritorno a San Benedetto costeggiando l'autostrada fino a prendere l'argine a Portiolo) una vasta villa appartenuta ad un ramo cadetto dei Gonzaga di Vescovado. Anche qui l'abbandono è quasi totale, l'ingresso non è previsto, ma anche dall'esterno si può apprezzare la magniloquenza di spazi, strutture e decori che impreziosivano il palazzo cinquecentesco. Se si pensa che, nei secoli, la sua destinazione è stata prima di caserma, poi di allevamento di uccelli...


Un'ultima osservazione, "d'ambiente". Per meglio gustare la pace e l'ariosa dimensione agreste della zona conviene indirizzarsi su alloggi extra-cittadini e bilanciare, nella scelta  dei locali di ristorazione, il gusto delle ricette raffinate con il piacere della cucina popolare.  Una vera, amabile oasi di soggiorno è CORTE BERTOIA ( bed&breakfast - frazione  San Siro - 0376 612012 / 328 416038). Da assaggiare assolutamente i tortelli di zucca della trattoria Al caret (0376 612141), il sorbir d'agnoli (col lambrusco!) servito al ristorante L'impronta (0376 615843), i piatti rustici (per chi osa, anche le rane) dell'Hostaria Vecchio Cornione (0376 612121), affacciata sul Po.

Ezio Leoni

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