agosto-settembre
ottobre 2008

trimestrale di cinema, cultura e altro...

n° 24
Reg.1757 (PD 20/08/01)

pag. 5

  Va subito detto: questa è una crisi anomala, niente confronti con il 1929, la quota Novanta, la grande depressione. Per descriverla il ministro Sacconi citava una frase di Roosvelt: “oggi dobbiamo avere paura solo della paura”. Infatti siamo in una situazione che va al di fuori della statistica, le ondate di vendita irrazionali hanno depresso il mercato obbligazionario, la mancanza di fiducia ha fatto impennare i tassi, il mercato immobiliare è più inchiodato di Cristo in croce, i materassi vanno a ruba. Fino allo scorso anno le banche ti pregavano per fare un mutuo, anche per comprare la casa del cane. Oggi se vai a chiedere un mutuo in banca, chiamano i carabinieri.
Tutti si domandano cosa fare e la cosa più sensata, se si vuole difendere il proprio patrimonio, è ragionare, non cedere all’isterismo e al panico, non ascoltare i profeti dell’apocalisse.
Le autorità politiche e monetarie, anche se con colpevole ritardo, hanno dimostrato di voler intervenire con decisione. Purtroppo abbiamo un BCE che rappresenta la più insulsa burocrazia bancaria, Trichet continua a pensare che è meglio essere tutti morti e avere l’inflazione sotto controllo, però abbiamo fiducia che qualcuno riuscirà a fargli capire che è meglio avere due punti di inflazione in più ma conservare il posto di lavoro e un piatto di minestra. Oggi la priorità è salvare le banche, ma speriamo che quel sostegno non si ribalti nelle tasche dei risparmiatori e non nasconda un’amnistia bancaria continentale che salverebbe i responsabili di una delle più grandi truffe finanziarie. Perché alle fine bisogna che vengano punite le responsabilità del sistema distributivo, Banche e Poste italiane, sistema drogato dalle logiche dei budget e del conto economico, con buona pace dei super stipendi elargiti a chi sta dal sesto piano in su.
L’altra parola che ci perseguita come un mostro è “recessione”. Ma siamo in recessione da quando lo dicono i grandi guru della finanza oppure da quando abbiamo capito che bisogna risparmiare e al supermercato preferiamo la mortadella al crudo? La gente ci è arrivata prima e col buon senso ha già imparato a gestire la crisi. Comunque sembra che qualcosa si muova, oltre ai provvedimenti dei soliti politici da strapazzo anche i fondi sovrani della Cina e dei Paesi Arabi hanno capito che siamo ai saldi, si compra l’economia occidentale a prezzi stracciati. Questo ci fa ben sperare che la situazione si riesca a contenere. Del resto o fallisce il mondo, ma nel vero senso della parola, e allora procuratevi una mucca e quattro galline perché l’oro non si mangia. Oppure si ripartirà, con nuove regole e con ulteriore entusiasmo.
Infine un dato statistico. Chi avesse investito in Borsa nel momento del grande crollo del 1996, oggi avrebbe un rendimento superiore al 300%. E' solo un dato statistico ma, come in ogni periodo di crisi, bisogna guardare a questi momenti come delle opportunità. Voi date retta alle vostre paure e poi fra una decina d’anni per favore raccontateci com'è andata. Se il mondo non sarà finito, vi aspettiamo.

Emilio Garon