giugno 2023

periodico di cinema, cultura e altro... ©
 

n° 82
Reg.1757 (PD 20/08/01)

 
 
 

  PILLOLE WESTERN                                         

 

1883 - serie tv (prequel)

  Parlare di prequel implica che ci sia altro che gli fa seguito. Si tratta di 1923 e di Yellowstone (serie “madre”) tutte a firma di Taylor Sheridan. Ma per godersi 1883 non serve per forza leggerla come antefatto. Il titolo esplicita il tempo in cui si svolge la narrazione: siamo nell’ovest selvaggio e l’immersione nelle dieci puntate è satura di avventura e di pathos. Un’altra splendida tappa della filmografia western.

>>

Ezio Leoni    

 
 

CERE ANATOMICHE: LA SPECOLA DI FIRENZE - DAVID CRONENBERG  

Milano: 24/3 – 17/7 2023

  Nell'ambito di un progetto della Fondazione Prada che mira ad offrire interpretazioni e visioni inattese di collezioni provenienti da musei ospiti, con lo scopo di presentarle e valorizzarle in un contesto contemporaneo, dopo Wes Anderson (mcmagazine 53), un altro regista David Cronenberg ha accolto la sfida, allestendo la mostra CERE ANATOMICHE: LA SPECOLA DI FIRENZE – DAVID CRONENBERG. Se Anderson nel 2019 aveva ricreato una sua wunderkammer molto personale, attingendo ai materiali di vari musei e in particolare del Kunsthistorisches Museum di Vienna, Cronenberg si misura invece con il Museo di Storia Naturale di Firenze, La Specola, voluto dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena, che nel 1771 diede il via alla produzione ceroplastica fiorentina, dove operarono veri e propri artisti come Clemente Susini (1754-1814), Egisto Tortori (1829- 1893) e Gaetano Zumbo (1656-1701). E chi poteva confrontarsi con questi corpi femminili in cera utilizzati per la ricerca anatomica meglio dell'autore di opere basate sulla fascinazione per la mutazione e la contaminazione dei corpi, come The Fly (1986), Naked Lunch (1991) Crash (1996) e in particolare l'ultimo Crimes of the Future, epopea di corpi feriti, tagliati, incisi, sezionati, ricomposti e ricostruiti?

La mostra si sviluppa in due spazi separati: al piano terra del Podium è stato ricreato un teatro anatomico all'interno del quale su due schermi speculari viene proiettato il video di Cronenberg Quattro donne mai amate, alla deriva in un mare senza scopo, sperimentano l'estasi della dissezione (234'), al piano superiore con un'illuminazione soffusa è stata ricostruita una sala del museo fiorentino con le teche di tredici modelli anatomici, oltre a una serie di disegni, utilizzati nell’Età dei Lumi per illustrare l’apparato linfatico e la gestazione. Un allestimento che idealmente mette insieme la cultura scientifica della Specola, l'arte delle sue cere anatomiche e la contemporaneità di Cronenberg. In realtà si tratta di un percorso circolare che si conclude là da dove era partito, di fronte al video di Cronenberg, che inevitabilmente lo spettatore torna a rivedere dopo aver visitato le teche del piano superiore. Un video in cui quattro Veneri galleggiano distese su dei materassini damascati su un mare acrilico illuminato da una luce intensa. La macchina da presa si muove sui dettagli, raramente sulle figure intere, le sfiora a filo di pelle soffermandosi su un seno, un capezzolo, un dito, un piede, una bocca, un organo aperto e sezionato, mentre la colonna sonora evoca, con voci e sussurri, la loro estasi, estasi che raggiunge il climax quando i vari strati della Mater Gravida vengono sfogliati uno per uno attraverso una serie di dissolvenze.


>>video<<

“Dovrebbero fare dei concorsi di bellezza anche all'interno dei corpi” diceva il ginecologo Mantle (Jeremy Irons) in Inseparabili.

”Mi ha affascinato – confessa David Cronenberg – immedesimarmi negli artisti che hanno creato questi corpi. Ho cercato di immaginare che sensazioni hanno provato mentre li modellavano. Chissà, ad esempio, cosa è successo quando queste cere, nate inizialmente come strumento didattico, hanno finito per prendere vita?... Si partiva da qualcosa di cruento come la dissezione di corpi reali, ma poi tra l'artista e la sua cera si finiva per stabilire un'intimità e una confidenza che si traduceva nel desiderio e nell'estasi che questi corpi ora ci trasmettono.” Sculture che sono vive, “che non appaiono sofferenti, ma che trasmettono piuttosto sensualità”. Sculture che “da regista definirei attrici statiche, ma che riescono ad emozionarmi”.
Quando poi dalla luce accecante del video di Cronenberg si passa alla penombra della sala superiore queste Veneri riappaiono nella loro sede abituale, all'interno delle teche in cui hanno vissuto per secoli e dalle quali lo spettatore è tenuto rigorosamente a distanza. L'avvicinamento quasi sacrilego ai corpi che la macchina da presa di Cronenberg aveva favorito qui è impossibile, i corpi sono contenuti nelle teche e lo spettatore non può avvicinarsi più di tanto, ciononostante le figure emanano una forte sensualità.

La loro posa è indubbiamente erotica: le labbra socchiuse, gli occhi riversi, le gambe scomposte, una collana di perle sopra il taglio della dissezione nella magnifica Mater Gravida di Susini, i capelli intrecciati tra le dita o sciolti sulle spalle, tra le ascelle, nell'incavo degli avambracci. Non cadaveri quindi, ma donne che godono o hanno goduto, forse “non amate”, ma che hanno “sperimentato l'estasi della dissezione”, forse per non far vergognare l'occhio dello studioso o dello studente. Ma cos'è l'estasi da dissezione per Cronenberg? “Qualcosa di sensuale, ma anche di religioso, che nasce dall'intimità tra lo scultore e quelle figure femminili che dimostrano una sorta di desiderio per ciò che sta accadendo al loro corpo, attraverso il loro sguardo, la luminosità della loro pelle, la bellezza dei loro tratti”.

Ritornando infine dalle teche al video si può constatare come Cronenberg, muovendosi qui in un terreno che gli è proprio, sappia mettere in scena il passaggio dal piacere al godimento. Nelle ceroplastiche l'esperienza della vista del piacere era congelata, nel video si costringe lo spettatore a fare i conti con la possibilità di immaginare l'esperienza del tatto, dell'olfatto, del gusto, della “penetrazione”. “Quelle Veneri di cera - dice Cronenberg – ci vogliono invitare a conoscerle meglio, si aprono per mostrare ciò che di solito non si vede, in qualche modo ci gridano “guardate come siamo belle”; è' un grido che la cera rende ancora più forte perché viene da un materiale vivo, organico, luminoso che riflette la luce alla perfezione e che rende quasi magiche le viscere”. I movimenti di macchina, l'illuminazione e il sonoro non assolvono più lo spettatore, che, messo di fronte a delle figure che godono ad essere penetrate dall'occhio, è costretto dalla percepibilità del loro piacere a fare i conti con il proprio.

Cristina Menegolli

 
 

in rete dal 18 giugno 2023

 
 

redazione!
redazione